martedì, Marzo 19, 2024

L’anima, quell’essenza immortale

La parte vitale e spirituale di un essere vivente, comunemente chiamata anima, per molte religioni, tradizioni spirituali e filosofie è l’essenza eterna di un corpo.

L’anima, la cui etimologia della parola affonda le sue origini nel termine greco Anemos, che significa soffio, vento, dunque sopravvive alla morte fisica di un essere vivente. Il concetto di anima, che compare per la prima volta con Socrate, divenne il centro degli interessi della filosofia e non solo. Prima di allora, infatti, il concetto di anima assumeva dei connotati mitologici e nulla di più, ma grazie a  Socrate prima ed a Platone poi, l’anima incomincia ad essere intesa come un’essenza in grado di esplicare la propria energia vivificatrice.

A supportare le teorie elaborate più di 2000 anni fa in merito all’immortalità dell’anima, ci ha pensato la fisica quantistica, per mezzo di due studiosi inglesi che hanno elaborato la teoria dei microtubuli, dimostrando in maniera concreta l’esistenza di tale essenza nonostante la morte fisica del corpo di un individuo.

Secondo questa teoria elaborata dagli scienziati Stewart Hameroff e Roger Penrose, le nostre anime dimorano all’interno di strutture cellulari chiamate microtubuli che si trovano all’interno dei neuroni.

L’anima, quindi, secondo questo studio sarebbe composta da componenti chimiche quantistiche che nel momento della morte lasciano il sistema nervoso per tuffarsi nell’universo.

Alla base di tale teoria sui microtubuli vi è la lunga analisi degli scienziati coinvolti nello studio, su centinaia di casi di esperienza di pre morte.

Infatti, a seguito dell’osservazione di tali casi, gli studiosi hanno confermato che nel momento del trapasso i microtubuli perdono il loro stato originario, mentre le informazioni che sono memorizzate in essi rimangono intatte nel caso la persona sopravviva, in caso contrario queste informazioni quantistiche permangono al di fuori del corpo per l’eternità.

Quindi, l’esperienza terrena di ognuno di noi, è una fase dell’evoluzione della nostra coscienza.

A tal proposito, risultano interessanti gli studi e le teorie promosse dallo psichiatra e scrittore statunitense Brian Weiss.

Quest’ultimo, partendo dai racconti di esperienze di vita passata di una sua paziente emersi durante una seduta di psicoterapia espletata per mezzo di ipnosi, ha iniziato a credere alla sopravvivenza di elementi di personalità umana dopo la morte.

Weiss, da allora, a supporto delle sue credenze ha incominciato a fare dell’ipnosi lo strumento di accesso alle vite passate, facendo regredire ad oggi più di 4000 pazienti provenienti da ogni parte del mondo.

Brian Weiss, ha deciso di raccogliere in una moltitudine di libri, le esperienze più significative con i suoi pazienti, nel tentativo di divulgare le sue teorie che, sebbene per molti possono sembrare strampalate, per tanti altri rappresentano una realtà concreta. I suoi libri, che hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo, non sono soltanto racconti di fantasie dei pazienti ipnotizzati, ma sono testi che offrono al lettore la possibilità di far propri riscontri documentali portati alla luce dallo psichiatra stesso.

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