Un enorme moria di organismi marini è avvenuta di recente in Kamchatka, nel nord-est della Russia. Anche se indagini più accurate sono ancora in corso si ritiene che la colpa sia di alcune alghe tossiche.
Carcasse di animali, l’acqua che cambia colore e il cattivo odore sono stati i primi campanelli di allarme che hanno messo in allerta subito Greenpeace e altre associazioni per la tutela dell’ambiente.
I serfisti che erano sul luogo hanno segnalato alcuni sintomi strani come vomito, mal di gola e bruciore agli occhi.
Leggi anche:
- Persi metà dei coralli della Grande Barriera Corallina
- Tartaruga olivacea: record di nascite in Messico
- In Amazzonia stanno scomparendo gli uccelli insettivori
Cause naturali o per colpa dell’uomo?
In un primo momento si pensava che l’avvelenamento dell’acqua fosse avvenuta a causa di rifiuti o altre sostanze derivate da attività umane e poi riversate in mare.
Le alghe tossiche
Ma le analisi sembrano smentire queste ipotesi e tutto appare riconducibile all’anomala presenza di un alga tossica.
Tuttavia, rimane un mistero il perché di questo fenomeno.
Per quanto sia un evento naturale si cerca di capire quali cause particolari possano averlo scatenato. Alte sono le probabilità che ci sia comunque la mano umana dietro questa storia.
La Russia già sotto sorveglianza
Greenpeace comunica che, nonostante l’evento sgradevole sia di origine naturale, la Russia dovrebbe lavorare di più per proteggere le sue ampie aree naturali.
Inoltre, diverse investigazioni in Kamchatka, avevano portato alla luce altri problemi che in futuro potrebbero essere una minaccia per l’ambiente come le discariche di rifiuti tossici.
Ciò che è successo a Taimyr, in Siberia, dove tonnellate di prodotti petroliferi si sono riversate nell’ambiente nel mese di maggio di quest’anno, rappresenta un altro esempio di quali minacce sono presenti sul territorio.
In quell’incidente, infatti, un fiume locale si è tinto di rosso a causa di uno strato di sostanze chimiche spesso 20 cm.