venerdì, Marzo 29, 2024

Alfa Romeo: quell’insolita passione per la trazione integrale

Con il debutto della Tonale, Alfa Romeo prosegue la sua tradizione meno nota, quella della trazione integrale. Infatti, il Biscione ha scoperto il 4×4 non con questo SUV nuovo di pacca, e nemmeno con la Giulia o con la Stelvio. Si tratta, infatti, di una vecchia passione, le cui radici risalgono addirittura agli anni 50. Ve la raccontiamo nelle righe che seguono.

Quali sono state le prime Alfa Romeo a trazione integrale?

Proprio gli Anni 50 hanno visto la nascita della prima Alfa 4×4. Trattasi della 1900M “Matta”, una jeep nata per scopi militari. Con questo mezzo, la casa del Portello partecipò ad una commessa dell’esercito italiano, che cercava un mezzo da trasporto leggero. Alla fine, però, alla Matta venne preferita la Campagnola, la proposta di Fiat. La Matta aveva una trazione integrale inseribile, con un dispositivo meccanico che azionava le ruote motrici anteriori. Ne sono state prodotte meno di 2000. Facciamo un balzo in avanti al 1983, quando Alfa propose la versione 4×4 della 33. Anche qui, si trattava di un sistema inseribile, attraverso una leva posta accanto ai comandi del cambio. La versione successiva della 33, datata 1991, adottava un sistema simile ma dal nome più…anglofono: Permanent. La 33 Permament montava un giunto viscoso al posto del differenziale centrale, con un comando elettromagnetico che consentiva il distacco della trazione posteriore e l’attivazione dell’ABS.

L’epoca delle Q4

Il termine Q4 è il nome commerciale con cui Alfa Romeo chiama oggi i suoi modelli a trazione integrale. La sigla apparve la prima volta nel 1992, con la versione 4×4 dell’allora nuovissima 155. Si trattava di una berlina del Biscione che adottava la meccanica della Lancia Delta Integrale, con il motore 2.0 turbo da 186 CV ed il differenziale posteriore Torsen. Nello stesso anno, l’ammiraglia 164 disponeva di una propria Q4, ma con lo storico V6 aspirato Busso. La trazione aveva una tecnologia diversa, con un differenziale centrale a controllo elettronico che ripartiva la coppia in automatico. Tale sistema era frutto di una collaborazione con la Steyr Puch. Nel 2004 venne il turno della Crosswagon, versione quasi SUV della 156 Sportwagon. Più alta di 15 cm rispetto alla 156, la Crosswagon adottava un differenziale centrale Torsen, anch’esso capace di ripartire da solo la coppia. Infine, veniamo ai giorni nostri, con i sistemi Q4 di 159, Giulia e Stelvio. In questi due casi, il perno del sistema è una scatola di rinvio ed un differenziale posteriore, per un impianto che funziona solo quando serve. In condizioni ottimali, le vetture sono a trazione posteriore, ma non appena l’aderenza cala, il Q4 trasferisce il 60% della coppia all’asse anteriore, facilitando non poco la vita al guidatore.


Alfa Romeo 155: splendida trentenne del Biscione


Riccardo Trullo
Riccardo Trullo
Aspirante giornalista sportivo e membro orgoglioso della famiglia Periodicodaily. La mia specialità è il motorsport, in particolare la MotoGP ed il panorama americano di NASCAR, IndyCar, IMSA. Non disdegno la F1, campionato che seguo da una vita. E già che ci sono, butto un occhio nel settore delle auto di serie.

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