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Agostino Depretis: un trasformista al potere

Il 29 luglio 1887, esattamente 133 anni morì Agostino Depretis, statista italiano, presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia in più governi. Fu esponente di spicco della Sinistra storica e nel corso della sua lunga carriera politica, aveva ricoperto anche altri importanti dicasteri. Viene considerato un trasformista, per avere creato maggioranze di “larghe intese”, in nome della stabilità politica.

La vita ed i primi passi in politica

Agostino Depretis nasce nel 1813 a Mezzana Corti, nella provincia di Pavia, all’epoca territorio dell’Impero Napoleonico. Dopo la laurea in legge, esercitò per un breve periodo la professione di avvocato. Si avvicinò alle idee di Giuseppe Mazzini e contrastò il governo Cavour, schierandosi tra le file della Sinistra storica. Dopo l’unificazione italiana, divenne ministro dei lavori pubblici nel governo presieduto da Urbano Rattazzi, che introdusse membri della Sinistra nel governo. Nel 1875, Depretis tenne a Stradella un famoso discorso in cui espose i punti del suo programma politico: problemi del Mezzogiorno, anticlericalismo, istruzione primaria obbligatoria e basata sulla laicità e la necessità di allargare il diritto di voto anche alle fasce meno abbienti. Dopo una crisi politica, che vide la Destra storica in difficoltà e divisa, il re Vittorio Emanuele II diede l’incarico ad Agostino Depretis, al momento capo dell’opposizione, di formare un nuovo governo.

Depretis al governo: le larghe intese

Nel 1876, Depretis divenne capo dell’esecutivo. Si presentò sempre come un uomo equilibrato e prudente, pronto a sostenere lo Stato liberale e monarchico e ad evitare una rivoluzione parlamentare, per poter garantire al Paese equità sociale e politica. Depretis cercò sempre l’appoggio dei parlamentari della Destra, avviando dunque una politica trasformista, rinunciando quindi ai classici schieramenti parlamentari. Tra le prime riforme varate ricordiamo: l’allargamento dell’elettorato, quindi l’ abbassamento da 25 a 21 anni per ottenere il diritto di voto, aumentando la percentuale degli elettori; abrogazione della tassa sul macinato e il corso forzoso della Lira; aumento della produzione industriale nel settore tessile e siderurgico. Da un punto di vista economico attuò delle misure protezioniste, per tutelare il mercato interno dalla concorrenza straniera, per esempio applicando delle tariffe doganali. Questa misura migliorò le condizioni degli industriali, ma danneggiò gli agricoltori soprattutto al Sud, dove avevano investito capitali per la produzione di agrumi, vino ed olio destinato all’esportazione. Questa vicenda sarà la causa del massiccio esodo di tantissimi braccianti meridionali verso l’America.

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Il declino del trasformismo

Il sistema politico “trasformista” messo in piedi da Agostino Depretis non poteva durare a lungo, soprattutto a causa di una ripresa ed unità all’interno della Destra storica, che comportò maggiori difficoltà nel formare maggioranze trasformiste. Depretis governò fino alla morte, per cause naturali. Francesco Crispi divenne il suo successore sia nella guida dell’esecutivo che della Sinistra storica.

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