Superbia, usura e vanità sono alcuni dei concetti che Agostino Arrivabene indaga nelle opere che propone al Museo civico di Crema. La stagione espositiva del centro culturale comincia con una mostra che vanta la sponsorizzazione di Azimut capital management. La mostra è in programma dal 5 marzo al 3 aprile.
Come il razzismo è legato al narcisismo
Perché Agostino Arrivabene inaugura il programma annuale del Museo civico di Crema?
Il pittore classe 1967 negli ultimi anni ha realizzato alcune opere in cui riflette sulla propria superbia, considerandone aspetti negativi e positivi. Si confronta anche col genere artistico della vanitas che fa riferimento alla brevità della gioventù e alla caducità della bellezza. L’indagine non è però fine a se stessa, essendo connessa a hybris che è la ribellione contro l’ordine costituito, gli usi della società. La nascita di alcuni atteggiamenti negli individui è quindi dovuta alla reazione della comunità ai comportamenti dei singoli.
Il trittico Le due morti
Il dipinto è a encausto su lino e realizzato nel 2020. Nella parte inferiore ci sono corpi nudi che si muovono con ai piedi alcuni cadaveri. Un uomo al centro è in ginocchio e sta morendo, ma al di sopra ci sono le anime ascese nella luce, tra le nuvole. L’oscurità nella zona bassa dell’opera mette in risalto il pallore dell’incarnato dei soggetti. Invece, in cielo si spande un chiarore diffuso che irradia dallo spirito rinato e purificato. Il trittico è poi formato anche dai lavori dal titolo Usura e L’inaudibile II.
Superbia. Nelle profondità di Hybris
Aostino Arrivabene ha creato un ciclo pittorico sulla Divina Commedia di cui sarà esposta per la prima volta la tavola Purgatorio, Canto XI (I superbi). Il percorso della mostra di Crema riunisce anche le quattro opere sulla meditazione di vanità e narcisismo. Sono Verbo, Il mio nous manifesto, Crisalide II e Contra mundum realizzati nel 2021. L’opera dell’artista attinge dalla mitologia e a se stesso, riflettendo sul sistema dell’arte e dei suoi fruitori.