Agguato a Comeana: prima di morire fa in tempo a dire: “Mi hanno sparato”. Ucciso dopo la lite con due persone. L’omicidio è avvenuto nel paese di Comeana un centro collinare. La vittima ha 38 anni, aveva gestito una palestra, e da poco si era trasferito in zona
“Mi hanno sparato”. Le ultime parole rivolte a un passante, prima di accasciarsi a terra e perdere i sensi. Indagano i carabinieri sulla morte di un uomo di 38 anni, Gianni Avvisato, ucciso con un colpo di pistola nei pressi della sua abitazione, nel pomeriggio del 24 novembre a Comeana nella provincia di Prato. L’uomo, che fino a poco tempo fa gestiva una palestra (nel comune di Poggio a Caiano) e che si era trasferito a Comeana soltanto da alcuni mesi, è morto prima dell’arrivo dell’elisoccorso.
Le indagini dei militari del comando provinciale si concentrano in queste ore sulla sua rete di frequentazioni, tra cui potrebbe nascondersi il killer. Secondo quanto appreso, Avvisato aveva precedenti di polizia in particolare per droga, ed è proprio su questo versante che sarebbero in corso le principali verifiche. L’ipotesi è infatti che possa aver pagato con la vita uno screzio con criminali della zona; gli accertamenti sono comunque ancora in corso e altre piste non vengono escluse. Secondo le prime ricostruzioni, la vittima conosceva il suo assassino (o gli assassini) tanto che gli avrebbe aperto la porta. A ucciderlo, un colpo sparato a bruciapelo all’altezza dell’inguine.
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Poco dopo le 15,30 è stato visto barcollare in strada, in condizioni ormai disperate, con una profonda ferita sanguinante. Sul posto le ricerche non hanno dato risultati, così i carabinieri hanno raccolto alcune testimonianze degli abitanti della via. Tra queste quella di una donna, che ha raccontato di aver sentito discutere l’uomo con due persone, prima dello sparo. Le stesse due persone sarebbero state poi viste scappare subito dopo a piedi, per poi proseguire la fuga su un’automobile posteggiata poco lontano da via Boccaccio, la strada nell’abitato di Comeana dove si è consumato l’omicidio.
In attesa di raccogliere altre testimonianze, i militari del comando provinciale di Prato hanno subito avviato verifiche sulle conoscenze più strette della vittima, riuscendo a risalire a una rosa di nomi di potenziali sospetti. Altri elementi (tenuti nel massimo riserbo) col passare delle ore hanno portato a una accelerazione nelle indagini, che si sono indirizzate su una pista precisa sempre legata ad ambienti criminali attivi nella provincia di Prato.