giovedì, Aprile 25, 2024

AGCOM continua a regolamentare; ora è polemica sulle penali per abbandono

L’Autorità per la garanzia nelle comunicazioni (AGCOM) prosegue la sua opera di regolamentazione (e sanzione) contro un mercato della telefonia un po’ troppo selvaggio. Dopo la recente delibera 121/17/CONS che ha previsto che gli abbonamenti per la telefonia fissa prevedano periodi di fatturazione di 30 giorni anziché 28, come da recente tendenza (preceduta da sanzioni a Vodafone, Wind e Tim per pratiche aggressive), l’Agcom si sta concentrando sulla scorretta pratica di applicazione di penali per abbandono.

Antonio Nicita, commissario dell’Agcom conferma che si tratta di “un nuovo principio che abbiamo introdotto, a tutela degli utenti, prima all’interno di una recente diffida a Tim (che dal primo di aprile tariffa a 28 giorni su rete fissa) e ora, a fine aprile, con una analoga che abbiamo fatto a Fastweb (che dal primo di maggio adotta la nuova tariffazione)”. Precisa Nicita: “Il nuovo principio vale per tutti i cambi unilaterali di contratto di qualunque gestore”.

Agcom ha vietato inoltre la richiesta di rimborso dei costi promozionali ovvero di quella differenza tra costo di listino e costo al netto dello sconto promozionale riconosciuto al momento dell’attivazione. Questo meccanismo è stato fino ad oggi utilizzato con il tentativo di dissuadere i clienti dal recedere dal contratto ponendoli di fronte a un esborso economico molto elevato.

Nonostante la nuova disciplina, proprio in questo periodo continua la scia di rimodulazioni. Sono coinvolti i clienti Tre con aumenti che sfiorano in alcuni casi i 3 euro (unico vantaggio la tariffazione per il traffico Internet a 28 giorni anziché settimanale). Anche Vodafone aumenterà alcune sue tariffe di 1,99 euro “scusandosi” offrendo ai clienti la possibilità di parlare gratis e navigare fino a 2 GB la domenica. Secondo l’Autorità gli operatori telefonici stanno tentando di aggirare almeno in parte i diritti degli utenti colpiti dai cambi.

Il ricorso presentato al Tar del Lazio contro la delibera “anti 28 giorni” è la riprova che le tlc non sono disposte a desistere (seppur i ricorsi siano destinati ad essere persi). Da questa complessa situazione, i nuovi operatori virtuali come ad esempio la neonata Kena Mobile potrebbero trarre qualche vantaggio.

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