Per l’Africa occidentale il 2022 è stato un anno nero. Gravi crisi economiche hanno travolto diversi Stati, i cambiamenti climatici hanno causato inondazioni catastrofiche e diversi colpi di stato hanno scosso la regione.
Il 2022 è stato un anno nero per l’Africa occidentale
L’Africa occidentale ha dovuto attraversare diversi problemi nel 2022. Il costo della vita è salito alle stelle. In Nigeria l’inflazione ha toccato il massimo degli ultimi 17 anni (21,47%). Inoltre il numero di persone che vivono in povertà è salito a 133 milioni, ovvero il 63% della popolazione. In Sierra Leone, i problemi economici hanno portato i manifestanti di strada a chiedere le dimissioni del presidente Julius Bio. Ventuno manifestanti e sei agenti di polizia sono morti nelle proteste. Il Senegal ha invece dovuto sbloccare 762 milioni di dollari per affrontare l’aumento del costo della vita e imporre limiti di prezzo ai beni essenziali. In Ghana l’inflazione ha raggiunto il massimo in 21 anni, arrivando al 40%. Questo ha portato il Fondo monetario internazionale a concedergli un prestito di 3 miliardi di dollari.
I cambiamenti climatici hanno peggiorato la situazione, già drammatica, nell’Africa occidentale. Le piogge torrenziali che gli esperti attribuiscono al cambiamento climatico hanno provocato inondazioni diffuse in Nigeria, Ghana, Liberia, Niger e Senegal. Più di 5,5 milioni di persone hanno subito conseguenze.
Oltre alla crisi economica e climatica si aggiungono anche i colpi di stato in diversi Stati. Il Burkina Faso ha subito due colpi di stato in meno di due anni, mentre in Mali è stato sventato un colpo di stato. Ci sono stati tentativi di colpo di stato anche in Guinea Bissau e in Gambia. Nell’Africa occidentale sono aumentati anche gli attacchi da parte dei gruppi armati. La violenza dei gruppi legati all’ISIS e ad al-Qaeda si è espansa in diverse regioni dell’Africa occidentale. A questo si deve aggiungere anche la presenza del gruppo mercenario russo Wagner.