giovedì, Aprile 18, 2024

Addio a Carlos Ruiz Zafón

Si è spento nella sua abitazione a Los Angeles, dopo una lunga battaglia contro il cancro, Carlos Ruiz Zafón. L’autore spagnolo più letto dopo Cervantes aveva 55 anni. Malato dal 2018, il romanziere di Barcellona risiedeva negli Stati Uniti, dove si curava regolarmente.

Molto conosciuto in Spagna, soprattutto grazie alla narrativa per ragazzi (Il principe della nebbia), Zafón si consacra a livello internazionale con «L’ombra del vento» (2001). Con oltre quindici milioni di copie vendute, è considerato il romanzo spagnolo più diffuso dopo Don Chisciotte. Posto nel 2007 tra i migliori 100 libri in lingua spagnola degli ultimi 25 anni, dal romanzo è nata una quadrilogia intitolata «Il Cimitero dei libri dimenticati, proseguita con «Il gioco dell’angelo» (2008), «Il prigioniero del cielo» (2012) e «Il labirinto degli spiriti» (2016). Da lì in poi solo successi. Vincitore di numerosi premi, è tra gli scrittori più letti dei primi vent’anni del 21º secolo.

«Oggi è una giornata molto triste per l’intero team Planeta che lo conosceva e ha lavorato con lui per vent’anni, in cui è stata forgiata un’amicizia che trascende la professionalità», ha dichiarato l’editore Planeta che ha dato la notizia.

Cresciuto negli anni Sessanta a Barcellona, non lontano dalla Sagrada Familia, aveva sempre mantenuto un legame fortissimo anche con la sua città: trasfigurata da elementi fantastici nelle sue trame, ma anche raccontata nelle sue vicende più tragiche. Fantasy, realismo e giallo sono, infatti, le caratteristiche che hanno reso così popolare la sua scrittura.

Carlos Ruiz Zafón, scrittore e sceneggiatore

Sul quotidiano spagnolo El País, in un’intervista del 2008, aveva lui stesso tracciato un legame tra la sua carriera di scrittore e quella di sceneggiatore, passione che coltivava anche negli ultimi anni in California.

«La pubblicità è stata il mio primo lavoro, avevo 19 o 20 anni: ho iniziato come una copy e sono finito come direttore creativo. Ho imparato molto e ho fatto una buona vita. Molti scrittori, come Don Delillo, hanno lavorato nella pubblicità, perché tocca la letteratura. Impari a vedere la lingua, le parole come immagini. È lo stesso per i romanzieri che sono stati giornalisti. Michael Connelly, un autore che mi interessa molto, era un cronista prima di diventare scrittore di gialli, e senza quella formazione la sua letteratura sarebbe stata molto diversa, senza dubbio. Ma ciò che influisce sul mio lavoro e non si dice mai è il mio interesse per il cinema», aveva spiegato lo scrittore.


Numerosi, sui social media, i messaggi di cordoglio da parte del mondo dello spettacolo e della letteratura. Anche di scrittori italiani, quali Maurizio De Giovanni che ricorda l’anno tragico sotto ogni punto di vista, in cui a perdere la vita è stato un altro grande autore di lingua spagnola, Luis Sepùlveda, morto lo scorso aprile.

Infine, tra i messaggi che spiccano sul web c’è quello sul profilo Twitter proprio di Carlos Ruiz Zafón. Qui, la notizia della morte è accompagnata da una sua frase: «Ogni libro, ogni tomo che vedi ha un’anima. L’anima di chi l’ha scritto e l’anima di chi l’ha letto, vissuto e sognato».

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