venerdì, Marzo 29, 2024

Adani Group tra tangenti e sangue: sale l’allarme umanitario

Adani Group è accusato di aver versato tangenti a una società controllata dalle forze armate del Myanmar. Lo rivela l’indagine di un gruppo australiano per i diritti. Inoltre, la compagnia indiana avrebbe fatto affari in Australia senza la necessaria concessione.

In cosa è implicato Adani Group?

Una controllata di Adani Group sta pagando 30 milioni di dollari alla Myanmar Economic Corporation (MEC), la società controllata dalla Giunta. La dittatura militare birmana accusata dalle Nazioni Unite di crimini di guerra e genocidio. Il tutto per sviluppare un porto container nella città commerciale di Yangon. A denunciarlo è l’indagine congiunta del Centro australiano per la giustizia internazionale (ACIJ) e il gruppo di attivisti Justice For Myanmar (JFM). Gli avvocati e gli attivisti per i diritti hanno ottenuto documenti schiaccianti. Trapelati dalla Commissione per gli investimenti della regione di Yangon, gli atti riportano come la somma sia stata corrisposta a titolo di “canoni per l’affitto di terreni“. Ma gli esperti ritengono che altri 22 milioni di dollari in “tasse di bonifica dei terreni” affluiranno presto alla società controllata dai militari, in quanto intestataria dell’area portuale in via di sviluppo.

Le prove

Alla ABC News, l’avvocato Rawan Arraf ha spiegato di aver acquisito i documenti incriminanti “poco dopo il violento colpo di stato del primo febbraio a opera del generale anziano Min Aung Hlaing e dal suo cartello delle forze armate del Myanmar“. Autrice del rapporto e avvocato per i diritti umani, ha precisato: “Ciò che questi documenti rivelano in particolare è l’importo che è stato fornito al MEC, un conglomerato militare del Myanmar controllato e di proprietà dell’esercito del Myanmar“. Per di più, “Accusato di gravi violazioni e indagato dalla Corte penale internazionale e dalla Corte internazionale di Giustizia“. Le imputazioni? “Crimini contro l’umanità, crimini di guerra e persino, nel caso dei crimini contro i Rohingya, di genocidio“, ha spiegato l’esperta. Ma non è tutto.

Adani Group lo sapeva?

Arraf ha proseguito: “La preoccupazione qui, come è stato dichiarato pubblicamente dalla missione conoscitiva delle Nazioni Unite, è che questi conglomerati militari forniscono flussi di entrate finanziarie essenziali direttamente all’esercito del Myanmar“. E ancora. “Questo denaro indirettamente potrebbe finanziare le forze armate del Myanmar per condurre crimini internazionali“. Nonostante la holding indiana fosse stata avvisata. Un avvertimento al quale però non ha dato credito. Per Arraf: “Adani Group è stato messo in guardia più volte pubblicamente e si sono rifiutati di disimpegnarsi dal loro accordo con il Myanmar”. “E questo è un vero problema“, ha soggiunto Arraf. Soprattutto perché i fondi di Adani Group potrebbero essere utilizzati per finanziare le forze armate del Myanmar e agevolare la commissione di crimini internazionali.


Myanmar – governo militare accusa Suu Kyi di aver preso tangenti



Myanmar: il Giorno della vergogna, 114 morti


La MEC

Fondata nel 1997 la MEC rimane una delle più grandi società del Myanmar. Controllata dalla direzione militare degli appalti della difesa, le sue operazioni sfuggono per lo più al controllo pubblico. Ora, l’Ahlone International Port Terminal 2 di Adani Group dovrebbe interessare decine di acri di terreno di sua proprietà. Oltre a uno dei moli. E diventare il punto di ingresso ad elevata capacità per il traffico di container verso la capitale commerciale del paese. Yangon. Inizialmente, l’area era stata affittata ad Adani Group per un periodo di 50 anni. Sebbene la compagnia indiana fosse stata messa in guardia dal fare affari con la discutibile società birmana. Al pari delle altre compagnie estere. In effetti, la MEC era stata sanzionata dal Tesoro degli Stati Uniti tra il 2008 e il 2016. Soprattutto per il suo ruolo nel sostenere le violazioni dei diritti umani commesse dal Tatmadaw, l’esercito del Myanmar.

I crimini dell’esercito

Nel marzo 2017 il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite aveva inviato una missione esplorativa per indagare sulle violazioni dei diritti umani nel paese. Nel suo rapporto di 440 pagine del settembre 2018, il gruppo di osservatori accusava i Tatmadaw di genocidio e crimini contro l’umanità. Le organizzazioni militari del Myanmar hanno ucciso, torturato, sequestrato e stuprato appartenenti alla comunità musulmana di Rohingya. Divenendo l’oggetto delle indagini delle Nazioni Unite e il bersaglio delle sanzioni internazionali. Mentre il 25 marzo, il Dipartimento del Tesoro Usa ha ripristinato le sanzioni alla MEC insieme alla Myanmar Economic Holdings Public Company Limited. In questo modo, Washington congela tutti i beni detenuti dalle due società negli Usa e prende di mira gli interessi commerciali delle forze armate del Myanmar.


Myanmar: le truppe sparano durante i funerali


Adani Group in Australia

In tale contesto, l’Australia ha finanziato lo sviluppo del porto di Yangon della Adani Group. Tanto che nel dicembre 2020 l’ente pubblico australiano Future Fund aveva investito 3.2 milioni di dollari in Adani Ports e Special Economic Zone. La principale società che avrebbe sviluppato il nuovo approdo a Yangon su un’area di proprietà della Giunta. In particolare, il rapporto ACIJ e JFM ha stabilito legami tra l’esercito del Myanmar e una società “intimamente coinvolta nel progetto del carbone Carmichael nel Queensland“. Lo ha detto Chris Sidoti alla ABC News prima di aggiungere: “La domanda per l’Australia e gli australiani è se vogliamo ospitare una società che sta contribuendo all’arricchimento delle forze armate del Myanmar“. Perché, ha spiegato l’esperto dell’Onu al Guardian, “Attraverso questo progetto, il carbone australiano contribuirà a finanziare le operazioni del Tatmadaw e ad arricchire i generali in Myanmar“.

Adani Group sostiene criminali di guerra?

Per Sidoti il MEC e le sue controllate sembrano essere “i meccanismi attraverso i quali i militari ottengono entrate fuori bilancio per finanziare le proprie attività ed evitare il controllo dei civili“. Infatti, “Il denaro andrà direttamente nelle tasche dei militari come istituzione e dei suoi generali come individui“. Invece, “Una delle raccomandazioni chiave del rapporto (delle Nazioni Unite) era un appello al disimpegno dal Tatmadaw e dalla sua rete commerciale. Ciò dovrebbe includere un ritorno alle sanzioni contro il Tatmadaw e le sue propaggini e quelle società che fanno affari con loro“. E ha concluso: “Ci auguriamo che i politici in Australia e nel Queensland ne tengano conto quando si tratta della miniera proposta“.


Myanmar: Russia rafforzerà i legami con la giunta militare


La replica di Adani Group

I progetti portuali di Adani in Australia e nello stato indiano del Tamil Nadu meridionale sono stati criticati anche da gruppi di attivisti, politici e dalla gente del posto. Per le preoccupazioni ambientali. Eppure, al Guardian Adani Group aveva negato che la sua fosse una condotta immorale. “Questo investimento non viola le sanzioni australiane, statunitensi, delle Nazioni Unite o altre sanzioni internazionali“, aveva affermato. All’inizio del mese scorso, il controverso gruppo indiano aveva negato qualsiasi collaborazione con l’esercito birmano. Infatti, aveva dichiarato: “Neghiamo categoricamente di esserci impegnati con la leadership militare mentre ricevevamo questa approvazione o in seguito“.

L’incontro

Tuttavia, in casi del genere non ci si può affidare solo alla parola. E a ragione. Infatti, ABC News ha ottenuto foto e video che documentavano l’incontro avvenuto nel luglio 2019 tra il CEO della controllata Adani Ports e il massimo generale Min Aung Hlaing. Un criminale di guerra condannato e capo dell’esercito che ha guidato il golpe. Il che contraddice l’affermazione rilasciata a febbraio dalla compagnia, secondo la quale non si sarebbe mai “impegnata con la leadership militare” per l’approvazione del progetto. Quanto alle recenti accuse mosse nei suoi confronti, per ora la compagnia ha dichiarato che si consulterà con le autorità e le parti interessate.

La nota

Un portavoce di Adani Group ha spiegato: “Proprio come i nostri colleghi internazionali, stiamo osservando attentamente la situazione in Myanmar e ci impegneremo con le autorità competenti e le parti interessate per chiedere il loro consiglio sulla via da seguire“. Inoltre, ha assicurato come la società condanni le violazioni dei diritti umani e stia collaborando con think tank indipendenti per mitigare i rischi. Sarà vero?

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Stay Connected

0FansLike
0FollowersFollow
0SubscribersSubscribe
- Advertisement -spot_img

Latest Articles