giovedì, Aprile 18, 2024

Accademico di Kyiv si barrica coi libri per proteggersi dalle schegge

L’accademico ucraino Lev Shevchenko, ricercatore della Dnipropetrovska Academia Musiki di Kyiv, nonchè architetto urbanista, si è barricato nella sua casa dietro ai suoi libri. Ha eretto un “muro” speciale alle sue finestre, fatto con opere della sua collezione personale. Che lo proteggeranno dalle schegge. Sul suo account Facebook, ha condiviso l’immagine, con una breve descrizione: “Giorno otto“. La fotografia è rimbalzata sui social. Ed è riuscita a sensibilizzare non solo gli utenti dei social network, ma anche coloro che ne ammirano il lavoro e gli amanti della letteratura, in generale.

Accademico di Kyiv: una vita “sospesa”?

Ma dei dolori e dei terrori della vita, in una zona di guerra, dove è stata brutalmente e tragicamente interrotta, diventa difficile descriverli. Mentre i jet da combattimento urlano in alto e l’artiglieria esplode sempre più vicino, senza un piano per una via di fuga, l’unico rimedio è rimanere al riparo. Nei rifugi e negli scantinati. O nella propria casa “sicura”. Che diventa comunque un trespolo sempre più pericoloso. E’ incredibile quanto velocemente lo scioccante diventi “normale” in una zona di guerra. Dove i combattimenti si intensificano nei principali centri urbani del Paese. Con centinaia di migliaia di persone che non hanno acqua da bere a causa dei danni alle infrastrutture del sistema idrico. Il cibo scarseggia. E molti sono tagliati fuori dall’accesso ad altri servizi essenziali come l’assistenza sanitaria.

La resilienza del popolo Ucraino

Il coraggio e la resilienza del popolo ucraino sono impressionanti. Sono da soli a combattere e a difendersi dall’aggressione dell’esercito sovietico. Da quando in una notte di fine febbraio i Russi hanno violato la serenità, i sogni, la vita e il territorio di questo popolo. In spregio ad ogni regola del diritto internazionale, per sottomettere uno stato sovrano. Rifiutando ogni tentativo d’intesa negoziale e minando la pace e la stabilità dell’Europa. Le famiglie si sono divise; donne che mandano i figli da parenti e amici fuori dal Paese e restano in Ucraina per cucire abiti o preparare pasti per i soldati. Anziani che trascinano trolley pesanti e forse inutili. Bambini che si portano dietro peluche e bambole per difendersi dalle angosce della guerra. E che dopo due anni di pandemia ora sono costretti a osservare ancora immagini di orrore, di morte. Uomini che accompagnano i loro cari al confine e tornano indietro per difendere la loro patria. Sono bastate poche ore per riportarci indietro, nel secolo scorso. In uno dei periodi più bui dell’umanità. E tutto questo nel cuore dell’Europa, a pochi chilometri di distanza da noi.


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Diletta Fileni
Diletta Fileni
Blogger e redattrice per il Periodico Daily guardo alla scrittura come esercizio di riflessione e di responsabilità, uniti a un impegno per invitare alla conoscenza. Laureata in Economia e Commercio.

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