venerdì, Marzo 29, 2024

Abiti stravaganti e sfilate memorabili

Quante volte capita di guardare una sfilata di moda e pensare “io quell’abito non lo indosserei mai”? Reazione dovuta alla vista di capi d’abbigliamento fuori dal comune. Il punto è che vediamo le cose da una prospettiva errata. O meglio, non c’immedesimiamo nei creatori di quei vestiti. Se è vero che l’arte ha infinite sfumature, è altrettanto vero che la moda è una di queste. E le opere artistiche dei fashion designers sono proprio i capi d’abbigliamento. Dunque nel momento in cui ci troviamo di fronte a una serie di abiti stravaganti, non stiamo di certo scegliendo quali saranno i nostri outfit per la stagione. Negli ultimi anni la creatività degli stilisti si è fatta sempre più sentire. Sono molti gli eventi nei quali le star hanno indossato vestiti memorabili.

Quali sono gli abiti stravaganti degni di essere ricordati?

La lista sarebbe lunga. Nel corso degli anni l’essere umano ha cercato di esprimere se stesso attraverso varie forme comunicative. E’ questo il bello dell’arte. Riesce a far affiorare l’ineffabile. Le mete irraggiungibili attraverso la comunicazione quotidiana diventano invece più vicini. Immaginate di trovarvi dispersi in mezzo al mare aperto da giorni. Arriva finalmente il momento in cui riuscite a scovare la terra ferma. Ecco, questo è ciò che fa l’arte. Ci avvicina alla vita, quella con la v maiuscola. La rende reale e apprezzabile. E chissà cosa vogliono trasmettere gli stilisti attraverso questi abiti stravaganti.

Abiti stravaganti: dalla Haute Couture di Thierry Mugler a Cardi B e Beyoncé

Correva l’autunno dell’anno 1995. Lo stilista Thierry Mugler rivoluzionò il mondo dell’alta moda con alcuni abiti stravaganti e insoliti. Chi l’avrebbe mai detto che figure robotiche e al limiti della fantasia avrebbero sfilato su una passerella importante? Eppure fu proprio così. E non fu l’unica occasione. Più tardi, quelle vesti vennero assunte da altre celebrità. Tra queste raffigura Cardi B, oltre che Beyoncé nel video del singolo “sweet dreams”.

L’enfant terrible della moda

Anche lo stilista Alexander McQueen riuscì a sfondare nell’ambito dell’alta moda. Il suo primo approccio fu quello con l’azienda francese Givenchy, del quale divenne direttore creativo. Nel 1997 si tenne una sfilata nella quale venne mostrata l’ultima collezione della compagnia. All’evento partecipò anche la Principessa Diana. Fu proprio quella la sua ultima occasione di venire a contatto con il mondo della moda. La donna si ritrovò davanti agli occhi una serie di abiti stravaganti. Questi non passarono di certo inosservati, e addirittura vennero definiti di pessimi da varie testate giornalistiche, tra cui Le Figaro.

John Galliano crea una macchina del tempo

Si dice che viaggiare attraverso le epoche sia impossibile. Ciò è vero solo in parte. Di certo non possiamo catapultarci fisicamente i universi diversi dal nostro. Tuttavia, possiamo ricrearli artisticamente. Anche la moda gioca a nostro favore in questo senso. Nella primavera del 1998 si tenne all’Opréra Garnier di Parigi una sfilata d’eccezione firmata Dior. All’evento hanno preso vita abiti stravaganti provenienti dalla prima metà del ventesimo secolo, con alcune sfumature di barocco. Un autentico spettacolo pieno di luci e colori, capace di riportare in scena tempi ormai passati.

Uno degli show più memorabili di sempre

Più che di abiti stravaganti, questa volta si troviamo di fronte a una scena che ha fatto la storia. Nel 2001, lo stilista Alexander McQueen, ispiratosi al fotografo americano Joel Peter Wilkin, decise di utilizzare per una delle sue sfilate la figura della scrittrice inglese Michelle Olley. La fece posare nuda all’interno di una scatola di vetro posizionata al centro di una stanza. La donna era seduta su una poltroncina, indossava una maschera per proteggersi dal gas collegata ad alcuni cavi. Alcune falene le fluttuavano intorno. Lo spettacolo venne definito ai limiti dell’inquietante.

Fra abiti stravaganti e oggetti insoliti

Dagli esempi precedenti abbiamo compreso come una sfilata di moda possa trasformarsi in un evento in cui l’arte prenda vita. Ebbene, anche lo stilista Marc Jacobs collaborò in questa direzione. Era il 2012, quando durante una sfilata di Louis Vuitton un treno a vapore funzionante accompagnò le indossatrici sulla passerella. Il gesto trasformò la presentazione della collezione autunno inverno di quell’anno in un vero e proprio cult, che diede poi il via ad altri fenomeni simili.

Guo Pei incanta la Cina

Guo Pei è uno degli stilisti più famosi non solo del mondo orientale, ma piuttosto a livello globale. Dai primi anni del 2000 ha lavorato come designer di moda, realizzando idee insolite e brillanti. Una delle sue sfilate più famose risale al 2013, quando mise sulla passerella modelle e modelli da abiti stravaganti e paradisiaci. Le donne vennero anche poste su scarpe particolarmente alte, tanto che ebbero bisogno di essere aiutate a uscire di scena.

La pop culture di Franco Moschino

Quando si fa riferimento alla pop culture, l’artista che viene automatico nominare è Andy Warhol. Quest’ultimo riuscì a creare un movimento che univa arte e consumismo. Ciò riuscì a sensibilizzare la popolazione dell’epoca, mettendola di fronte ai fatti. Ebbene, anche il mondo della moda ha il suo Andy Warhol. Ed si tratta di un made in Italy. Stiamo parlando di Franco Moschino. Questo stilista, per la sua collezione autunno inverno 2014, mise in scena alcuni abiti stravaganti riportanti alcune icone del consumismo globale. Si passa da famosi marchi di fashion a catene di fast food, cartoni animati, pubblicità e via dicendo.

Un tributo a chi non c’è più

Rimaniamo sul territorio italiano, dove nel 2018 Donatella Versace organizzò un tributo per il ventesimo anniversario della morte del fratello Gianni Versace. Non lo fece, in realtà, con abiti stravaganti, ma riunendo sulla passerella le modelle e i capi che hanno reso questo stilista degno di essere ricordato. Un vero omaggio per rendere immortale la memoria di chi già di per sé, probabilmente, mai cadrà nell’oblio.

Colori e abiti stravaganti per i diritti della comunità LGBTQ+

Anche la moda può fare la sua parte nella lotta per i diritti umani. Il fashion designer Christopher Bailey segnò la vite del suo lavoro presso Burberry tramite uno show chiamato “time”, “tempo”. Sulla passerella sfilarono persone dagli abiti sgargianti, riportanti i colori dell’arcobaleno. Un doppio significato, dunque. Quello della fine di una carriera e l’inizio di un’altra. E la celebrazione della comunità LGBTQ+, la quale importanza dei diritti è stata rimarcata soprattutto sul finale.

Tra mare e fashion

Chi l’ha detto che un evento d’alta moda si debba tenere unicamente tra le mura di un palazzo elegante? A sfatare questo mito c’ha pensato Chanel nel 2019. L’anno scorso modelle e modelli del famoso brand di fashion hanno sfilato su una passerella trasformata in spiaggia. C’era l’acqua, la spiaggia, perfino il vento. Indossatrici e indossatori hanno camminato a piedi nudi su un bagnasciuga artificiale, trasmettendo semplicità e serenità.

La magia di Disney sulla passerella

Si sa, quello di Disney è un mondo incantato che s’incontra da bambini e si fatica a lasciare, anche da adulti. Ecco perché anche la moda ci viene incontro nel normalizzare questo fenomeno. L’anno scorso lo ha fatto inserendo sulla scena personaggi d’eccezione. Stiamo parlando di una Paris Hilton nei panni di Crudelia de Mon e di una Patrick Starrr trasformata in Ursula. Il tutto si è svolto l’anno scorso nella grande mela. Per una sera New York su New York si è posata una bacchetta magica, che ha trasformato i sogni in realtà.

L’arte di Chanel

L’abbiamo detto e ridetto. L’arte ha infinite sfumature e una di queste è la moda. Chanel ha voluto evidenziare questo concetto, durante il congedo di Karl Lagerfeld. Nel 2019 le modelle e i modelli hanno sfilato con abiti d’epoca, con un sottofondo musicale. I partecipanti hanno dichiarato che è stato come vivere in un quadro. Come se per un momento quel loro passaggio potesse essere immortalato in eterno.

Gli abiti stravaganti di Valentino

Parlando di abiti stravaganti, non poteva mancare Valentino. Si dice che “l’abito non faccia il monaco”, e che non si debba mai “giudicare un libro dalla copertina”. Sebbene queste si possano definire verità assolute, è anche vero che per uno stilista le cose cambiano. Essendo i capi d’abbigliamento il suo mezzo di comunicare, nonché di guadagno, è utile curare l’aspetto esteriore delle proprie creazioni nei minimi dettagli. Il fashion designer Valentino dice che l’apparenza dei suoi vestiti sia tutto. Lo ha dimostrato anche l’anno scorso, quando ha fatto sfilare sulla passerella indossatrici e indossatori dalle sembianze che sfidano i limiti del paranormale.

La moda combatte il razzismo

Una sfilata di moda può spesso apparire come un qualcosa di frivolo e futile. Al contrario, spesso si può trasformare in un evento atto a sensibilizzare gli spettatori su molti aspetti della società. Abbiamo esposto l’esempio della comunità LGBTQ+. Ora toccheremo un altro lato: quello del razzismo. Ancora oggi questo tipo di violenza miete le sue vittimi senza pietà. Ecco perché il fashion designer Pyer Moss mostra il suo impegno sociale nella lotta contro la discriminazione razziale. Ecco perché per la sua collezione primavera estate 2020, ha messo in scena modelle afroamericane. In modo da combattere i pregiudizi su queste persone e riportando la loro storia.

La celebrazione della diversità

Anche quest’anno è bene celebrare una delle ricchezze più profonde che possediamo: la diversità. E lo stilista Jean-Paul Gaultier ha deciso di farlo alla grande. Per la sua collezione primavera estate 2020, l’uomo ha trasformato una sfilata in una festa. Lo ha fatto esibendo abiti stravaganti e mettendo in scena persone da differenti caratteristiche personali. Un’autentica celebrazione dell’umanità e uno schiaffo in faccia alla violenza.



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