Inaugura il 10 ottobre alle 19 all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi la mostra À Rebours. Attraversamenti di memorie. Opere 2022-1985 di Anna Romanello. Un appuntamento a cura di Tiziana Musi che ha scritto il testo critico. L’esposizione sarà aperta al pubblico dall’11 al 9 novembre.
Anna Romanello e gli attraversamenti della memoria
…scopro , nell’incisione come nella scrittura letteraria, la stessa intimità tra l’opera che si forma e l’artista che vi si applica. La lastra è molto simile alla pagina con uno stesso sguardo abbracciamo l’insieme e il particolare…..
PAUL VALERY, 1934
Quali tecniche usa Anna Romanello per le opere esposte a À Rebours?
Il famoso brano di Paul Valery è certamente una chiave di lettura pertinente per capire la poetica di Anna Romanello, artista e performer. Ha fatto dell’incisione il veicolo privilegiato della sua ricerca che si espande in modo impetuoso e intimo allo stesso tempo su territori diversi. Infatti sperimenta l’installazione, i libri d’artista e le fotografie, il collage e in ultimo il tessuto. Reinventa ogni volta il segno con sorprendente forza e spesso sovrapponendo diverse tecniche tra di loro.
I libri d’artista
La lastra diventa una pagina intima su cui alludere e raccontare attraverso stesure successive spiragli di realtà. Ne sono testimonianze, tra gli altri, i numerosi libri d’artista che tracciano preziosi percorsi poetici di grande intensità. Uno è realizzato con Christophe Comentale, dove c’è il minimo dei mezzi sensibili per ottenere il massimo della creatività. Inoltre, c’è un segno privato di materialità che concentra su di sé le ombre, le luci, le profondità e gli spessori. Ma l’artista introduce un elemento nuovo, in gran parte estraneo alla tecnica dell’incisione classica: il colore. Vibrante, acceso, coinvolgente che rafforza e amplifica la dinamica del segno.
La ricerca di Anna Romanello
Nella possibilità di riscrivere continuamente la pagina artistica prende forma la ricerca visiva di Anna Romanello che si incentra sul tema della memoria. La sedimentazione dello sguardo attraverso tracce incise sulla lastra, sulla fotografia e sulla carta. Lo sguardo perturbante di Anna non ripropone soltanto la realtà visiva, ma cattura quegli elementi nascosti che consentono di andare al di là della semplice percezione visiva. Infatti, cerca di evocare tracce che, attraverso la leggerezza del segno, l’acceso cromatismo e la molteplicità delle tecniche che si sovrappongono, alludono a un processo mnemonico. Cosi emergono inaspettate visioni di Parigi come nell’opera Fughe di Segni dove “la solennità austera del porticato del Palais Royal diventa pretesto d’arte e contrappunto incisorio” (L. Francolini, 2019). Oppure I luoghi della memoria del 2014 fotografie con interventi di xilografie dai luoghi familiari della Calabria.
À Rebours
La mostra, quindi, si struttura come un dispositivo dove emergono in un percorso a ritroso quegli attraversamenti della memoria dell’artista. Dalla sua terra d’origine, la Calabria, ha vissuto un’esperienza di vita verso la Parigi alla fine degli anni ’70. Ha un incontro folgorante con William Hayter e il suo Atelier 17 col quale condivide, prima come allieva e poi come artista e maestra nelle Accademie italiane, la medesima attenzione alla perentorietà del segno inciso e alla forza del colore.
Il tappeto Volo
La sua ricerca ha un inizio metaforico nell’opera Volo del 2022, tappeto realizzato dall’azienda D.S.V. della famiglia Di Sarno di Caserta. L’impianto segnico e i contrappunti cromatici appartengono alla poetica di sempre dall’artista ma declinati in una nuova materia. La sperimentazione tessile porta l’artista a scegliere una tecnica che per definizione si fonda sull’intreccio, sulle trame nascoste, sugli orditi. Quindi su una rete di elementi che alludono e ripropongono elementi diversi già sedimentati dal tempo.
Cretti a À Rebours
Tiziana Musi parla della mostra. “Centro ideale della mostra è la grande installazione Cretti, intervento realizzato a Sibari nel 2016 e rielaborato nel 2022. Costituito da incisioni, terrecotte, tessuti, stendardi di un mondo in frantumi dialoga con interferenze stratigrafiche tra l’antico e la contemporaneità, ancora una volta allusive al genius loci dell’artista. E per concludere un accenno alla performance Topographie sentimentale di Lea Walter. L’intervento nasce dalle poesie emerse nelle trame delle opere dell’artista e dal testo di Jean Rony Romamor, accompagnate dai versi anche di Giuseppe Ungaretti e Pier Paolo Pasolini.
Immagine da cartella stampa.