Nella sua autobiografia A Proposito di Niente, Woody Allen è pronto a chiarire alcune idee sbagliate. Per esempio che lui non è un intellettuale, come invece spestto è stato descritto. Come un uomo praticamente “analfabeta e disinteressato di tutte le cose accademiche”, respinge l’idea di essere “falso come il mostro di Loch Ness”. Spiega anche che, contrariamente alle apparenze, non è sciatto sul campo sportivo. In gioventù è stato un corridore veloce, “molto bravo” a baseball e un discreto giocatore di basket nel cortile della scuola.
A Proposito di Niente e di Mia Farrow
Allen, 84 anni, vuole che si sappia che non è un molestatore di bambini, come sostenuto dalla sua ex compagna, l’attrice Mia Farrow. Nel corso di questa complicata vicenda scoppiata nel 1992, e riaccesa nel 2014 quando Dylan, la figlia di Mia, scrisse una lettera aperta in cui riaffermava il presunto abuso. Dalla sua parte ci sono anche lettere pubbliche dal figlio di Allen Ronan e del figlio adottivo che ha preso le parti di Allen.
Nonostante tutti abbiano dato molto risalto a questa parte del libro, Allen afferma che il tema principale di A Proposito di Niente è “la ricerca dell’uomo verso Dio in un universo inutile e violento”. Le oltre 90 pagine dedicate alla vicenda di Farrow lascerebbero intendere che, dopo essere rimasto per lo più in silenzio sull’argomento, il resgista ha ritenuto che fosse tempo di offrire la sua versione degli eventi.
È comprensivo nei confronti di Dylan, a cui sostiene si stato “fatto il lavaggio del cervello” da sua madre nel credere che, un pomeriggio nello spazio strisciante nella loro casa nel Connecticut, suo padre abusò della giovane mentre giocava. È meno indulgente nei confronti di suo figlio, Ronan, dal quale è stato ingnorato per parecchio tempo.
Ma salva gran parte del suo veleno per Mia, che sostiene gli disse: “Hai preso mia figlia, ora prenderò la tua”. La dipinge come amara e crudele, una donna che cercava i bambini adottivi come se stesse raccogliendo ornamenti, quindi li trascurava e li abusava fisicamente. È una lettura triste.
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La storia della vita di Woody Allen
Il libro è la storia di una vita, non solo di un’accusa e, come ci si potrebbe aspettare da uno scrittore con il suo pedigree comico, lo stile di Allen è fatto di pettegolezzo e piccante quanto basta quando parla della sua infanzia e di come è diventato famoso.
Comincia con uno spaccato dei suoi primi anni a Brooklyn come figlio di un tassista e di una contabile. I suoi genitori “non erano d’accordo su ogni singolo problema eccetto Hitler e le mie pagelle”, ma hanno puntato sui loro due figli.
Il risveglio culturale è arrivato attraverso sua cugina Rita, che lo avrebbe portato al cinema di sabato pomeriggio e lo ha incoraggiato ad ascoltare la radio dove ha scoperto Cole Porter, Rodgers e Hart, Benny Goodman e Billie Holiday. Un viaggio a Manhattan con un amico d’infanzia lo ha portato alla scoperta di Vaudeville. Le scenette comiche gli sono talmente piaciute che è tornato ogni sabato, prendendo una matita e un foglio per prendere appunti.
Mentre era ancora al liceo, inviava barzellette ai giornali, ottenendo diverse pubblicazioni. Quando un agente lo contatta per chiedendogli di passare qualche ora al giorno dopo la scuola a scrivere una riga per i propri clienti dello spettacolo, accetta subito.
Si iscrive alla New York University, ma viene espulso dopo che non si era presentato alle lezioni. La cosa non gli importa, poiché stava già lavorando nelle stanze degli scrittori di commedie e stava facendo più soldi di quanto non facessero i suoi genitori e decide di cambiare il suo nome da Allan Konigsberg a Woody Allen.
Lo stile di Woody Allen
L’auto-deprecazione è l’impostazione predefinita di Allen e il suo umorismo cupo può essere vincente. Ricorda i momenti da ubriaco in cui sognava ad occhi aperti con la sua seconda moglie, Louise, sul metodo preferito per il suicidio: “La sua preferenza era quella di spararsi con la pistola, la mia mettendo la mia testa nella lavastoviglie e premendo Full Cycle”. Guardando indietro al più grande flop della sua carriera cinematografica, dice: “Le riprese di Shadows and Fog sono state senza intoppi, tranne per il film”.
Altrove l’egotismo calpesta l’arguzia. Diminuisce sistematicamente i suoi talenti e vuole che sappiamo quanto poco abbia incassato con i suoi film al botteghino, ma non perde occasione per elencare i luminari che lo hanno inondato di lode.
Il suo rapporto con le donne
Potreste pensare che un uomo perseguitato da accuse pesanti per il suo atteggiamento con le donne avrebbe evitato di parlarne e si fosse tenuto a distanza da situazioni imbarazzanti.
Invece no. Parlando di Scarlett Johansson, osserva “quando la incontri devi combattere attraverso i feromoni. Non solo era dotata e bella, ma sessualmente era radioattiva.” Avvisa che molto è stato scritto su suoi presunti appuntamenti con ragazze molto più giovani, ma”non è proprio così”, e offre come prova la sua prima moglie, Harlene, di solo tre anni più giovane di lui. Dato che aveva 20 anni quando si sposarono, sarebbe stata una questione grave se il divario di età fosse stato più ampio.
Dalla lettura di A Proposito di Niente esce un Allen non in grado di conquistare gli amici, come dimostrano le proteste intermittenti contro la “polizia appropriata”, gli “zeloti #MeToo” e i suoi ex amici e colleghi di Hollywood che lo hanno denunciato pubblicamente. Riflettendo sulla sua eredità, dice: “Piuttosto che vivere nei cuori e nella mente del pubblico, preferisco vivere nel mio appartamento”.
