A Livigno l’Antitrust indaga sui prezzi dei carburanti

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A Livigno, zona generalmente considerata il Paradiso della montagna, c’è anche un altro aspetto, legato ai carburanti. Cerchiamo di capire come.

Cosa succede a Livigno?

La località di Livigno si definisce zona extra-doganale: niente Iva e niente accise sui carburanti, con la logica conseguenza di prezzi decisamente più bassi. Secondo l’Antitrust, però, tali prezzi ribassati sarebbero frutto di un accordo tra le varie stazioni di servizio sul territorio, creando così un cosiddetto cartello. Da cui le indagini di oggi.


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L’istruttoria dell’Antitrust

“Sussistono evidenze di una chiara e persistente parità dei prezzi alla pompa praticati e per cui, in molti casi, sussistono evidenze documentali (emerse nell’ambito di un procedimento di natura penale) di una esplicita concertazione del prezzo”, riporta una nota dell’Antitrust. Ma la vera indagine parte da lontano: infatti, la segnalazione era stata fatta già lo scorso 10 dicembre, da parte della Tenenza della Guardia di Finanza di Bormio al Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

Le indagini a Livigno

Nella zona extra-doganale di Livigno sono presenti 13 stazioni di servizio, gestite da 12 operatori. Secondo la Guardia di Finanza, queste avrebbero mantenuto prezzi concorrenziali (pagando solo i cosiddetti diritti speciali, 0,25 euro al litro per la benzina e 0,155 euro per il gasolio) mettendosi d’accordo tra loro per mantenere gli stessi prezzi dei carburanti.

In attesa di spiegazioni

Proseguendo nelle indagini, l’Antitrust ha rilevato “l’assenza di qualunque differenziazione tra i prezzi dei distributori”. Naturalmente, in questa fase siamo ancora all’istruttoria, e le parti in causa devono ancora produrre la necessaria documentazione per spiegare la situazione. Non rimane che attendere.