giovedì, Marzo 28, 2024

A Firenze il primo Festival dell’Economia Civile

Un modello di economia alternativo a quello tipicamente capitalista, basato sui principi di reciprocità, gratuità e fraternità. Si tratta dell’economia civile, che dal 29 al 31 marzo sarà celebrata a Firenze nel primo festival ad essa dedicata. Un week-end che prevede un fitto programma di incontri nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, con 15 panel di confronto e 2 sessioni interattive dedicate alle start-up, all’imprenditoria giovanile e all’innovazione. Il Festival dell’Economia Civile è nato da un’idea di Federcasse, la Federazione italiane delle banche di credito cooperativo, casse rurali e artigiane, ed è organizzato da NeXt (Nuova economia per tutti) e dalla Scuola di Economia Civile.

Un festival con più di 80 relatori

Al festival parteciperanno più di 80 relatori, tra cui docenti universitari, esponenti del mondo dell’economia civile e atleti, ma saranno presenti anche figure istituzionali come il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa e il Sottosegretario al ministero dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti. Il programma del festival è ancora in via di definizione, ma c’è molta attesa per alcuni ospiti di grande rilievo nell’ambito dell’economia civile. Tra questi: Jefrry Sachs, docente di Politica e Gestione della Salute alla “Columbia University” e direttore del “The Earth Institute” nello stesso Ateneo; Stefano Zamagni, docente di economia politica all’Università di Bologna e cofondatore della Scuola di Economia Civile; Leonardo Becchetti, docente di Economia Politica all’Università di Roma Tor Vergata e cofondatore di NeXt; Luigino Bruni,
professore di economia all’Università Lumsa di Roma e cofondatore della Scuola di Economia Civile. Gli incontri in programma mirano alla promozione dell’economia civile, ovvero di un paradigma economico che mette al centro l’uomo, il bene comune, la sostenibilità e l’inclusione sociale. Un tipo di economia che vede il profitto come un mezzo e non come un fine, che crede nel lavoro e nelle imprese, e che mira alla riduzione delle disuguaglianze e alla crescita della società.

Economia civile, un concetto che nasce nel secoli fa

Il concetto di economia civile ha origini italiane. Secondo alcuni autori, questo concetto è nato già nel Rinascimento, tra il Quattrocento e il Cinquecento, ed è stato poi sviluppato in modo più concreto tra il Settecento e l’Ottocento. Nel 1754, infatti, Antonio Genovesi, maestro della Scuola di Economia del Settecento, utilizzò il termine “economia civile” come titolo di un volume delle sue “Lezioni di economia”. Genovesi sosteneva che l’ordine sociale si poteva ottenere solo con un giusto bilanciamento tra la forza concentrativa e auto-interessata (l’anima del capitalismo) e la forza diffusiva o di cooperazione, in cui l’uomo è al centro. Il concetto è stato ripreso recentemente dagli economisti Stefano Zamagni e Luigino Bruni, che hanno ammodernato la teoria di Genovesi, chiarendo che l’uomo in ambito economico ha bisogno di instaurare anche dei rapporti umani di fiducia. L’attività economica ha bisogno di virtù civili, di guardare al bene comune più che alla soddisfazione individuale. I due economisti hanno quindi fondato una vera e propria accademia per sviluppare questa teoria economica attraverso corsi di formazione, bandi di ricerca, seminari e convegni. La Scuola di Economia Civile ha sede a Incisa Val d’Arno, in provincia di Firenze.

Una forma di economia più umanistica

Bruni e Zamagni hanno pubblicato anche un “Dizionario di Economia Civile”, edito da Città Nuova, in cui affermano che “l’espressione economia civile è entrata, ormai da qualche tempo, nel dibattito scientifico oltre che nel circuito mediatico, ma con significati plurimi e spesso confliggenti. C’è chi la confonde con l’espressione ‘economia sociale’ e chi invece ritiene che economia civile altro non sia che un modo diverso, più antico, di chiamare l’economia politica. Vi sono poi coloro che la identificano con il variegato mondo delle organizzazioni non profit e addirittura coloro che vedono l’economia civile come un progetto intellettuale che si oppone all’economia solidale”.

L’economia civile è, quindi, un paradigma economico più umanistico, fondato sui principi di reciprocità, fraternità ed equità. L’orientamento di questo modello è quello del bene comune e della felicità pubblica, in modo che ogni individuo possa partecipare attivamente alla vita economica della società in cui vive. L’economia civile va incontro alla Dottrina sociale della Chiesa, puntando ad unire Stato e mercato e mercato e società civile. Un’economia più umana, che non tiene in considerazione solo il conseguimento del profitto, ma anche i rapporti interpersonali, considerati fondamentali per far funzionare l’intero sistema. Secondo Zamagni questo tipo di economia sta diventando sempre più fondamentale perché, ha dichiarato in un’intervista a L’Avvenire, “il modello neoliberista che ha dominato negli ultimi 50 anni è una visione che dicotomizza la società, definendo il mercato come il luogo dell’utilitarismo e lasciando ad altri ambiti della vita sociale questioni come l’altruismo e la filantropia. Un modello che rappresenta il massimo dell’irresponsabilità”. 

Il Festival dell’Economia Civile in programma dal 29 al 31 marzo a Firenze ha l’obiettivo di fare il punto della situazione, con incontri e panel di riflessione su tematiche attinenti a un paradigma che sembra diventare sempre più significativo nella società odierna.

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