mercoledì, Gennaio 15, 2025

99 anni di Gianni Rodari, il favolista del ‘900

Le favole dove stanno?/Ce n’è una in ogni cosa: nel legno del tavolino,/nel bicchiere, nella rosa.

Gianni Rodari, “Filastrocche in cielo e in terra”

Qualsiasi libro di lettura per le scuole elementari contiene almeno una sua fiaba o una sua filastrocca. Gianni Rodari, forse il più prolifico autore di storie per bambini in Italia, oggi avrebbe compiuto 99 anni. A Roma sono già in corso celebrazioni, incontri culturali e letture pubbliche, in previsione del centenario dello scrittore, il prossimo anno.

Gianni maestro elementare

Gianni Rodari conosceva bene i bambini per i quali scriveva. Era stato maestro elementare, e non era raro che chiedesse ai suoi giovanissimi alunni di aiutarlo a “correggere” i suoi racconti.

99 anni di Gianni Rodari

La madre, rimasta vedova, inizialmente aveva pensato per il figlio ad una carriera ecclesiastica. Ma dopo pochi anni di seminario dovette rendersi conto che non era quella la strada giusta per il giovane Giovanni.

La guerra e la politica

Nel 1944, poco prima della fine della guerra, si iscrisse al Partito Comunista Italiano. Aveva assistito a troppe brutture durante la guerra: i suoi due migliori amici erano morti, e suo fratello era stato internato in un campo di concentramento in Germania. Tutto ciò lo rese un fervente antifascista; posizione che non gli fu perdonata dalla Chiesa Cattolica, che lo definì <<un ex-seminarista divenuto diabolico>>.

Ma, mentre nei cortili delle parrocchie sacerdoti forse troppo meschini per comprendere la lirica innocenza della sua scrittura bruciavano i suoi libri, Gianni Rodari continuava a lavorare. Si occupò della rubrica La domenica dei piccoli su L’Unità. Nel 1950 fondò un proprio giornale per ragazzi, Pioniere, insieme alla giornalista e partigiana Dina Rinaldi.

Alla fine degli anni ’50, scrisse persino un programma televisivo dedicato ai bambini in età prescolare, Giocagiò. Il programma invitava i giovanissimi a cimentarsi in divertenti attività manuali: costruire semplici giochi con gli oggetti che si possono trovare in casa; prendersi cura di una piantina; realizzare piccoli esperimenti scientifici.

Lucia Scalera e Nino Fuscagni conducono il programma
Giocagiò.

Il premio Hans Christian Andersen

Nel frattempo, in Unione Sovietica, i suoi libri, diffusi in tutte le scuole, raggiungevano una vastissima fama, tanto che ne vennero tratti dei cartoni animati.

Nel 1970, vinse il premio Hans Christian Andersen: il premio letterario internazionale, istituito in Danimarca, che viene conferito a chi porta <<un contributo duraturo alla letteratura per l’infanzia e la gioventù>>. Ancora oggi, è l’unico italiano ad aver vinto questo prestigioso premio. Dopo di lui, più nessun rappresentante del Bel Paese si è aggiudicato quello che viene definito “il Nobel della letteratura per l’infanzia”.

99 anni di Gianni Rodari

Favole al telefono

Un esempio magistrale della poetica di Gianni Rodari si può trovare nella raccolta Favole al telefono. 70 fiabe brevissime, per le quali l’autore inventa la più tenera delle cornici narrative.

Il ragionier Bianchi, di Varese, è un rappresentate di commercio e sei giorni su sette viaggia in giro per l’Italia, per via del suo lavoro. Tutte le sere, però, chiama al telefono la sua figlioletta e le racconta una storia: perché la bambina non può proprio dormire senza una favola del suo papà. Le storie sono tutte brevi, perché il ragionier Bianchi non ha molti soldi e non può permettersi telefonate troppo lunghe. Ma sono fiabe “proprio belline”, scrive Rodari, tanto che le signorine del centralino, ogni sera, sospendono tutte le altre telefonate per fermarsi anch’esse ad ascoltarle.

Gianni Rodari scrive questi racconti per i bambini, e lo fa come farebbe un bambino: lasciando andare a briglia sciolta la fantasia, senza preoccuparsi di risultare assurdo o strambo o insensato. A volte le favole nascondono una precisa morale, altre sono semplici sfoghi di immaginazione, che deliziano e divertono per la loro assoluta libertà.

La freccia azzurra

Tra le opere più famose di Gianni Rodari, La freccia azzurra divenne un film d’animazione nel 1996. Il racconto tratta il tema della povertà, ricorrente nelle opere dell’autore. La povertà vista con gli occhi di un bambino, la più straziante, a cui la sensibilità di Rodari dedicò favole e filastrocche, tra le migliori della sua opera.

Filastrocche in cielo e in terra

Chiedo scusa alla favola antica

se non mi piace l’avara formica.

Io sto dalla parte della cicala,

che il più bel canto non vende:

regala!

Gianni Rodari, “Filastrocche in cielo e in terra”

La produzione in rima di Gianni Rodari è davvero vastissima. Questo volume da solo contiene ben 101 filastrocche, raggruppate per argomento in 7 sezioni. Si parla di grammatica e ortografia, dei mestieri dei grandi, delle vacanze di Natale. Ci sono le “favole a rovescio”, dove la formica è arida e avara, e quella degna di lode è la cicala generosa, che regala a tutti il suo bel canto.

Un’intera sezione è dedicata a quelle filastrocche che Rodari chiamava “astronautiche”: perché era il 1960, e i bambini per i quali Gianni scriveva erano quelli che avrebbero visto l’uomo camminare sulla Luna. E chissà, forse qualcuno di loro, un giorno, l’avrebbe persino raggiunta a sua volta.

<<Voi siete quelli che andrete sulle stelle: uno sarà ammiraglio di un’astronave e l’altro radiotelegrafista di bordo, ed io sarò così vecchio che mi dovrò accontentare di guardarvi a naso per aria, da una panchina terrestre, in qualche giardino pubblico di questo pianeta>>.

Grammatica della fantasia

Considerata l’opera più importante di Gianni Rodari, questa Grammatica si rivolge <<a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione. A chi ha fiducia nella creatività infantile. A chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola>>.

Rodari ci insegna ad inventare storie, perché credeva fermamente che <<il processo creativo è insito nella natura umana ed è quindi (…) alla portata di tutti>>.

Sbagliando s’inventa

Un’intero capitolo della Grammatica della fantasia, dal titolo “L’errore creativo”, è dedicato alle potenzialità creative dell’errore. Rodari aveva già trattato l’argomento in un’opera precedente, intitolata appunto Libro degli errori. Sbagliando s’impara, è vero, ma soprattutto, dice l’autore, sbagliando s’inventa. Un errore ortografico o di traduzione può fornire lo spunto da cui prende vita un’intera storia.

Un esempio? Nella fiaba di Cenerentola, la scarpetta di vaire, cioè di pelliccia, si è trasformata, per un errore di trascrizione, nella scarpetta di verre (vetro o cristallo) che tutti noi conosciamo. Ve la immaginate Cenerentola con ai piedi delle scarpe di pelliccia?

Piccoli pionieri

<<Ci sono filastrocche allegre e ce ne sono tristi, proprio come nel calendario si incontrano giornate d’oro e giornate nere. Ma filastrocche senza speranza non ce ne sono, non le so fare. La speranza e l’erba voglio, secondo me, crescono dappertutto, ai bordi delle strade, nei vasi sui balconi, sui cappelli della gente: basta allungare la mano e volere e il mondo diventerà più abitabile>>.

Gianni Rodari scriveva per i bambini, non soltanto perché scrivere per loro fosse di gran lunga più divertente che lavorare per gli adulti, ma perché riponeva nei bambini la massima fiducia. Voleva lanciar loro un messaggio, ed era sicuro che i bambini l’avrebbero riconosciuto e compreso. I bambini erano i piccoli pionieri che avrebbero abbracciato il mondo con le loro manine macchiate d’inchiostro e di cioccolata e che, un giorno, l’avrebbero cambiato. Sperava che i piccoli lettori delle sue storie avrebbero trasformato la Terra in un mondo di pace, che non avrebbe mai più conosciuto gli orrori ch’egli aveva visto in gioventù.

99 anni di Gianni Rodari

I bambini che avrebbero passeggiato sulla Luna. I bambini come Martino Testadura, che sono i soli ad avere il coraggio di imboccare una “strada che non andava in nessun posto” e scoprire le meraviglie nascoste al di là: <<perché certi tesori esistono solo per chi batte per primo una strada nuova>>. I bambini che, secondo Gianni Rodari, possiedono abbastanza immaginazione e caparbietà per realizzare non solo il difficile, ma forse anche l’impossibile.

È difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi.

Gianni Rodari, “Parole per gioco”

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