E’ considerata una delle più gravi tragedie minerarie della storia: l’incendio che si sviluppò l’8 agosto del 1956 nella miniera di carbone di Bois du Cazier-nei pressi di Marcinelle – causò la morte di 262 minatori, uccisi dalle ustioni, dal fumo, dai gas tossici. 136 di loro erano italiani, immigrati in Belgio nel dopoguerra. Solo in 12 riuscirono a salvarsi. Oggi la miniera è patrimonio Unesco, in ricordo di questa tragedia.

La causa del disastro
A causare un simile disastro fu un malinteso sui tempi di avvio di uno dei montacarichi, azionato al momento sbagliato a causa di un’incomprensione tra due minatori: due vagoni sporgevano rispettivamente di 80 cm e 35 cm dal vano di carico e nella risalita l’ascensore aveva sbattuto in una putrella del sistema di invio, la quale a sua volta aveva tranciato una condotta d’olio a 6 kg/cm² di pressione, un cavo dell’alta tensione e la condotta dell’aria compressa: l’incendio si era propagato immediatamente nelle gallerie.
L’incendio divampa, la speranza di spegne
Con il divampare delle fiamme si era spenta la speranza di quegli italiani che erano emigrati in Belgio spinti dalla fame: i governi di Roma e Bruxelles avevano infatti siglato un accordo politico nel dopoguerra. Manodopera per carbone, era il patto: il Belgio si trovava infatti nella situazione di avere molte risorse, ma poca manodopera, quindi il nostro Paese avrebbe dovuto inviare in Belgio 2.000 uomini a settimana, mentre Bruxelles si impegnava a fornire 200 kg di carbone per ogni minatore.

Il patto prevedeva per i minatori un minimo di un anno di lavoro, pena l’arresto in caso di rescissione.
Per lunghi anni questi uomini lavorarono in condizioni disumane, in cunicoli alti soli 50 cm e a più di mille metri sotto terra, vittime spesso di esplosioni di grisù e malattie come la silicosi.
I sistemi di sicurezza nella gallerie -puntellate di travi di legno – erano inefficaci.
“Sono tutti morti”
La squadra di soccorso più vicina era distante un chilometro e mezzo dall’impianto. Il pozzo di areazione non fu fermato e ciò contribuì ad alimentare l’incendio.

Erano da poco passate le 8 del mattino quando si consumò la tragedia. 24 ore dopo l’incendio fu domato con l’ausilio del pompieri di Chaerleroi, ma troppo tardi: “Sono tutti morti” titolarono i giornali giorni seguenti.
L’incidente di Marcinelle è il terzo per numero di vittime tra gli immigrati italiani all’estero dopo i disastri di Monogah e Dawson.
Due settimane più tardi una fumata nera usciva ancora dal pozzo.
Gli ultimi corpi furono recuperati il 22 marzo del 1957
Il ricordo
Nel 2003 la Rai ha ricordato questa enorme tragedia portando sul piccolo schermo una miniserie dal titolo “Marcinelle”.
Nel 2006 il Giro d’Italia è partito dal Belgio, in omaggio alle migliaia di emigrati italiani di quelle zone.
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