venerdì, Marzo 29, 2024

7 agosto 1981, Il The Washington Star cessa la propria attività

La storia

Il 7 agosto 1981 il The Washington Star, noto precedentemente col nome di The Washington Star-News e The Washington Evening Star, ha cessato la propria attività, dopo 128 anni, presentando un’istanza di fallimento.

Fondato il 16 dicembre 1852 da Joseph Borrows Tate, col nome iniziale di The Daily Evening Star, e rinominato più volte prima di diventare il The Washington Star, era un quotidiano del pomeriggio pubblicato a Washington con sede in Pennsylvania Avenue.

Nel 1853 William Douglas Wallach, un imprenditore proveniente dal Texas, acquistò il giornale di cui rimase proprietario per i successivi 14 anni, durante i quali riuscì a riscuotere successo fornendo ai lettori notizie sulla Guerra Civile Americana.

Noyes, Kaufmann e Adams

Nel 1867 un consorzio di tre persone, Crosby Stuart Noyes, Samuel Kauffman e George Adams hanno acquisito il giornale e ne hanno detenuto la proprietà fino al 1938.

Berryman

Un grande apporto a questo giornale storico della città di Washington venne dato dal fumettista Clifford K.Berryman, vincitore del Premio Pulitzer, che nel 1907 decise di entrare a far parte della redazione del giornale. Il fumettista era famoso per la sua vignetta del 1902 dedicata al presidente Theodore “Teddy” Roosvelt “Drawing the Line in Mississippi” che ha incoraggiato la creazione del celebre orsacchiotto Teddy bear.

Berryman, Teddy bear

Berryman ha dedicato le proprie vignette a molti presidenti ed esponenti della vita politica americana disegnando svariati cartoni animati in cui, in forma satirica, trattava argomenti importanti quali siccità, prezzi dei prodotti alimentari, scioperi, legislazione del lavoro, campagne elettorali, incoronazioni europee, Coppa America, bomba atomica. La sua carriera si interruppe nel 1949 quando morì per un disturbo cardiaco.

Un notevole cambiamento ai vertici del giornale si verificò nel 1938 quando i tre proprietari diversificarono i propri interessi e il primo maggio di quell’anno il The Washington Star acquistò la M.A Leese Radio Corporation, acquisendo nel processo la più antica stazione radio di Washington, la WMAL.

La circolazione del quotidiano raggiunge il picco nel 1950, fattore che permise di dare vita ad una tipografia nella zona sud-est di Washington in grado di stampare milioni di copie.

Cominciano i problemi

La redazione non riusciva a stare al passo con i tempi; quasi tutti i posti di lavoro erano ricoperti da membri delle famiglie dei tre proprietari e inoltre su un direttore generale pendeva un’accusa di antisemitismo. La televisione, in aggiunta alla suburbanizzazione, accelerava il declino dei giornali pomeridiani e serali favorendo quelli del mattino.

Inoltre nel 1954 il The Washington Post si fuse col suo rivale mattutino, il Times-Herald, e questo movimento allontanò sempre più lettori e inserzionisti dal The Washington Star e il Post divenne all’inizio degli anni ’60 il primo giornale della città.

Nel 1972 il The Washington Star tentò la contromossa di acquistare e assorbire uno dei pochi giornali rivali rimasti, ovvero il Washington Daily News. Il giornale fu presto ribattezzato Washington Star News e, infine, The Washington Star alla fine degli anni ’70.

Nel 1973 il quotidiano dovette subire le accuse di acquisto clandestino nello scandalo Muldergate. Nel 1975 i tre proprietari decisero di vendere gli interessi a Joe Allbritton, un miliardario texano in possesso della Riggs Bank, la banca più prestigiosa della capitale, che pensò di utilizzare i profitti della WMAL-AM-FM-TV per sostenere le finanze del giornale. Trova però alcuni ostacoli a causa delle rigide regole sulla proprietà incrociata dei media.

Il primo ottobre 1975 gli operatori della stampa scioperarono danneggiando gravemente tutte le macchine da stampa prima di lasciare l’edificio. Il 2 febbraio 1978 Time.Inc acquistò The Washington Star per 20 milioni di dollari. La loro rivista di punta, dal nome Time, era la rivale della rivista Newsweek, pubblicata dal The Washington Post. 

Nonostante alcuni tentativi per attirare lettori, come dare vita a sezioni speciali dedicate alle varie zone metropolitane, la circolazione del giornale era ridotta e mancavano le risorse per far fronte alle spese di copertura. La recessione economica comportò perdite mensili di oltre 1 milione di dollari e così il 7 agosto 1881 il The Washington Star, cessò la propria attività dopo 128 anni.

Il The Washington Post comprò i terreni e gli edifici di proprietà del The Washington Star, macchine da stampa comprese.

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