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5 settembre 1827 nasce Goffredo Mameli il poeta soldato

Le Origini illustri

Gotifredo Mameli dei Mannelli meglio conosciuto come Goffredo Mameli nasce il 5 settembre del 1827 a Genova, poeta e patriota, gode di origini aristocratiche, il padre contrammiraglio della Regia Marina Sarda, serve con onore casa Savoia, mentre Adelaide Zoagli la madre, vanta origini nobili.

Gli anni della formazione

Iscrittosi alla facoltà di Filosofia dell’Università di Genova subisce, a causa del suo temperamento esuberante, numerosi richiami ufficiali. A quell’epoca comunque la facoltà di Filosofia poteva anche essere preparatoria al passaggio di altri studi. L’anno dopo, lascia l’università per entrare a far parte della “Società Entelema”, fondata a Chiavari e diffusa a Genova nell’ambiente universitario. Da temi storici e letterari, la Società passa ben presto a discutere argomenti politici e finisce per riunire i giovani democratici genovesi. Si avvicina progressivamente al mazzinianesimo entrando in rapporto con alcuni collaboratori dell’Esule fra cui Nino Bixio.

Nino Bixio

Il patriota soldato

Il senso di responsabilità politica porta Mameli a presenziare a diverse azioni dimostrative nella sua città, in queste occasioni arriva a recitare alcune delle sue composizioni patriottiche o a sventolare, malgrado la proibizione del governo, il tricolore. Incoraggiato dallo spirito repubblicano che lo pervade, partecipa alle rivolte di Milano proprio all’inizio della prima guerra di indipendenza nel 1848, combattendo volontariamente contro il nemico austriaco. Mameli con altri trecento volontari guidati dal generale Torres, sul cammino si unirà anche il gruppo di Bixio, si muove alla volta della città lombarda con l’intento di dare un contributo personale alla battaglia dei patrioti. Mameli ottiene il grado di capitano. Arrivato il 18 aprile a Milano finalmente incontra il suo idolo, Giuseppe Mazzini. Fra i due nasce un ottimo rapporto, anche in virtù dei successivi incontri, in cui Mameli svolge il ruolo di portavoce della colonna genovese.

La nascita dell’inno degli Italiani

Spartito originale dell’inno di Mameli

Durante la tregua fra Piemonte e Austria, conseguenza del famoso armistizio di Salasco nell’agosto del 1848, Mameli abbandona le armi e torna nella sua Genova, assume la direzione de “Il diario del Popolo” dove pubblicò “l’Inno militare” successivamente musicato da Verdi. L’incontro con Garibaldi, sarà per lui decisivo.

L’ultima guerra di Roma

Il giovane Mameli senza esitazione decide di seguire Garibaldi in difesa della Repubblica, combatte nella battaglia di Palestrina del 9 Maggio del 1849, poi a Velletri il 19 Maggio e infine il 3 Giugno, l’ultima disperata resistenza al Gianicolo contro le truppe francesi che avevano posto sotto assedio la città di Roma. Nel gennaio del 1849, dopo la fuga di Pio IX, a Roma si forma una Giunta Provvisoria di Governo. Mameli si occupa soprattutto dell’organizzazione militare. Il giorno 9 avviene la proclamazione della Repubblica Romana. E’ di Mameli il telegramma “Venite, Roma, repubblica” in cui si invitava Mazzini a raggiungere la Repubblica Romana.

Il ferimento

Ciò che resta di Villa Corsini dopo la battaglia- foto del 1849

Mameli ferito alla gamba sinistra da un colpo di fucile durante una battaglia dell’assedio a Villa Corsini, è trasportato d’urgenza all’ospizio di Trinità dei Pellegrini, la ferita è grave. L’assedio durerà per quasi un mese, per poi concludersi con l’ingresso dei francesi a Roma, sotto la guida del generale Oudinot, mandato a combattere per ordine di Napoleone III.

La prematura morte

La tomba di Mameli presso il Cimitero del Verano

Il medico Pietro Maestri che lo visita a distanza di qualche giorno dall’accaduto lo descrive con queste parole:

“Pallido e sparuto nel volto, quasi avesse sofferto più mesi di malattia: nei pochi momenti in cui non gli mancava la coscienza di sé accusava dolori spasmodici in conseguenza della ferita”

La gamba venne amputata sotto il ginocchio, l’intervento riesce ma l’infezione non si arresta portando alla setticemia. Mameli muore il 6 Luglio del 1849 alle ore 7.30. Poco prima di morire la sua poetica ritorna, i presenti lo sentono pronunciare versi confusi rivolti all’Indipendenza. La salma viene sepolta nel monumento ancora visibile del Verano, fino a quando nel 1941 i suoi resti verranno portati al Gianicolo. Goffredo Mameli nei suoi 22 anni visse una vita breve ma intensa, segnata dall’impegno civile e dai grandi ideali.

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