Nell’anniversario della nascita, oggi 31 marzo ricordiamo Cartesio e il suo razionalismo, secondo cui deduce tutto dalla ragione. Cartesio è indicato come il padre della filosofia moderna in quanto propone, per i problemi, soluzioni che condizioneranno gli sviluppi successivi del pensiero filosofico. Per prima cosa vuole offrire una base sicura alla nuova scienza quantitativa della natura e per seconda costruire un sistema filosofico accordabile con la religione cristiana. Per questo egli fonda un nuovo sapere dove si riflette una nuova concezione dell’uomo.
Vita e opere di Cartesio
Nell’anniversario della nascita, oggi 31 marzo ricordiamo Cartesio e il suo razionalismo, secondo cui deduce tutto dalla ragione.
René Descartes, Cartesio, nasce a La Haye en Touraine il 31 marzo 1596 e muore a Stoccolma l’11 febbraio 1650.
Studia nel collegio di Gesuiti nell’Angiò, dove riceve una solida istruzione classica e scientifica. Prosegue i suoi studi fino a quando decide di dedicarsi alla carriera militare. Prima fu contro la Spagna, poi contro i boemi insorti. In Olanda entra in relazione con un fisico e filosofo, Isaac Beeckmann, con il quale discute dei vari problemi di geometria. Ciò fa riaccendere in Cartesio l’interesse per gli studi.
In una notte del mese di novembre del 1619 ha una crisi durante la quale ha una mirabile scoperta Cioè riesce a intuire con entusiasmo il fondamento di una scienza meravigliosa da ricavarsi mediante una scrupolosa riflessione dell’animo su se stesso.
La prima opera importante è intitolata “Regulae ad directionem ingenii”, che fu poi sintetizzata nelle regole del “Discorso sul metodo” dove Cartesio affronta il problema di come costruire il sapere.
Il razionalismo di Cartesio
Cartesio fa della ragione il metro assoluto dell’uomo, sottovalutando l’affettività dell’uomo. Come pure la sua storicità e la fantasia. In tal modo si afferma il meccanicismo.
Egli esprime la preoccupazione di trovare un nuovo metodo per il sapere. Per questo ha posto quattro canoni da applicare alla filosofia:
- regola dell’intuizione ed evidenza, per cui chiarezza e distinzione danno evidenza. E’ evidenza matematica;
- regola dell’analisi, secondo cui un problema si divide in parti;
- regola della sintesi, secondo cui le parti scomposte vengono raggruppate;
- regola delle numerazione, per cui si contano le varie parti per non rischiare di tralasciare qualcosa.
Il dubbio metodico di Cartesio: cogito, ergo sum
Cartesio, nell’indagine filosofica, attua un metodo. E’ quello del dubbio. Parte dal dubbio. Dubita di tutto, in quanto se dopo averlo fatto arriva ad una verità evidente, cioè chiara e distinta alla mente, quella verità sarà il principio di tutto. Dubita anche delle realtà matematiche e del proprio corpo, perché un diavoletto potrebbe far vedere all’uomo le cose in maniera diversa da come sono nella realtà, in maniera distorta.
Il dubbio metodico diviene ‘iperbolico’ quando è esagerato. Dubitare significa pensare. Pensare significa essere, da cui ‘cogito, ergo sum’, cioè ‘penso, dunque sono’.
Cartesio fa uso dei paralogismi, cioè ragionamenti involontariamente sbagliati. Egli parte dal dubbio per arrivare alla verità.
Egli affermava ‘io esisto, ma chi sono io?’. E risponde, affermando di essere una sostanza la cui essenza è nel pensare. Quindi la ‘res cogitans’ è sostanza pensante.
L’idea di Dio
Secondo Cartesio, per giungere dall’io al mondo, si deve passare attraverso l’essere divino. Per essere raggiunto, deve esserci la presenza di idee, della cui esistenza non è possibile dubitare. Egli fa una tripartizione delle idee:
- avventizie, che sono quelle che provengono dal mondo esterno, dai sensi e possono rivelarsi false, ingannatorie;
- fittizie, sono quelle fabbricate dalla fantasia della mente in maniera arbitraria;
- innate, che provengono dalla facoltà di pensare. Esse si trovano nella mente dell’uomo fin dalla nascita.
L’idea innata di Dio porta all’esistenza di Dio. Ed anche all’uomo e all’individuo che sono ‘res cogitans’.
Per giustificare la presenza di Dio, parte dall’idea di perfezione, per cui se ho dubitato non sono perfetto, ma Dio lo è. Così inteso, Dio diventa la base solida di tutta la filosofia cartesiana. Infatti, se esiste come essere perfetto, non può permettere l’inganno dell’uomo.
Res cogitans e res extensa
Egli parla di ‘anima’ che è indipendente dalla ‘materia’. Quindi può esistere senza il corpo. Così pone la differenza tra ‘res cogitans’ e ‘res extensa’. La prima è sostanza pensante, la realtà degli io pensante. La seconda è sostanza corporea, è tutto il mondo.
La sostanza è la realtà che esiste in modo tale da non aver bisogno di nessun’altra realtà per esistere.
L’anima può esistere senza il corpo. Così come non si può dubitare dell’esistenza delle idee.
Così il cogito cartesiano è sostanza pensante, è sussistente.
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