venerdì, Marzo 29, 2024

3 SETTEMBRE 1982 – Il ricordo di Carlo Alberto Dalla Chiesa.

“Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli.”

Nato nella cittadina sabauda di Saluzzo il 27 settembre 1920 Carlo Albero Dalla Chiesa segue le orme del padre giurando, da giovanissimo, fedeltà all’Arma dei Carabinieri.

Il suo lavoro lo portò a prender parte ad eventi importantissimi della storia italiana dalla Seconda Guerra Mondiale, alla Resistenza fino alla lotta alla criminalità organizzata.

Il suo primo incarico lo vede protagonista in Campania quando, alle prese con il banditismo, si trova a tu per tu con La Marca.

Grandi soddisfazioni arrivarono nel 1968. In occasione del terremoto del Belice e in un momento storico in cui non esisteva ancora la protezione civile, Dalla Chiesa organizzò i soccorsi alla popolazione meritando così la cittadinanza onoraria nei comuni di Gibellina e Montevago.

Gli anni più duri furono certamente quelli vissuti in Sicilia. Palermo diviene il centro di eventi irrisolti dalla scomparsa del giornalista Mauro de Mauro del sedici settembre 1970 fino all’omicidio del procuratore Pietro Scaglione del 5 maggio 1971. Dalle indagini di questi due casi verrà fuori il rapporto dei 114: una mappa in cui compaiono vecchie e nuove figure portanti della mafia siciliana e per la prima volta vengono fatti nomi a noi oggi noti: Frank Coppola, i cugini Greco di Ciaculli, Tommaso Buscetta, Gerlando Alberti.

Nel 1937 i suoi orizzonti diventano altri: a causa dell’inarrestabile terrorismo rosso che continua a farsi strada, Dalla Chiesa assume il ruolo di generale e a lui è affidata la guida della divisione Pastrengo a Milano.

Nel 1981 Dalla Chiesa diventa vicecomandante dell’Arma e il 2 maggio 1982 arriva la nomina a prefetto di Palermo.

In Sicilia cercherà di ostacolare la dilagante criminalità organizzata che in quegli anni raggiunse l’apice del potere ed indagherà sui rapporti tra questa e la politica, in particolar modo con la Democrazia Cristiana.

Fu proprio in quest’isola italiana che il generale perse la vita.

Sono le ore 21 del 3 settembre 1982 e Carlo Alberto Dalla Chiesa sta andando a cena con la giovane moglie Emanuela Setti Carraro. Li segue la scorta guidata dall’agente Domenico Russo.

Arrivati in Via Isidoro Carini, sopraggiungono due motociclette e un’auto che, dopo avere affiancato la A112 del generale e l’auto di scorta, aprono contemporaneamente il fuoco a colpi di AK-47.

La Setti Carraro fu la prima ad esser colpita ed invano fu il tentativo del marito di metterla al riparo dai sicari usando il suo corpo come scudo. Pur non essendo la prima donna vittima di mafia, quest’omicidio portò a delle importanti riflessioni sull’evoluzione della pratica mafiosa e sulla “regola d’onore” che vedeva intoccabili donne e bambini.

La coppia perse la vita sul colpo mentre Domenico Russo patii ancora tredici giorni di agonia all’ospedale di Palermo.

Sul luogo dell’eccidio, un anonimo cittadino lascerà un cartello affisso al muro: “Qui è morta la speranza dei siciliani onesti”.

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