Alcuni autori hanno fatto la storia della letteratura mondiale, e si sono resi immortali con le loro opere. È il caso del nostro protagonista di oggi.
Victor Hugo nacque il 26 febbraio del 1802 a Besançon, in Francia. Suo padre era un generale dell’esercito napoleonico, e l’intera famiglia lo seguì nei suoi spostamenti fino alla Restaurazione.
Il padre avrebbe voluto che frequentasse il Politecnico, ma il ragazzo aveva le idee chiare e fin da subito la sua vocazione fu la scrittura. Dal 1822, anno tra le altre cose del suo matrimonio con Adele Foucher, iniziarono le sue frequentazioni nei circoli romantici parigini.
Nel 1823 uscì la sua prima raccolta di Odi, nel 1824 la seconda Odi e ballate e, già abbastanza famoso, nel 1827 scrisse il dramma in cinque atti Cromwell, incentrato sulla vita dell’omonimo condottiero vissuto tra il 1599 e il 1658.
La produzione di Victor Hugo comprende una vasta collezione di opere teatrali (Hernani nel 1830, Marion Delorme nel 1831, Il re si diverte nel 1832, Lucrezia Borgia, Maria Tudor e Rui Blas nel 1833) e di versi, oltre che di romanzi. Il primo fu Notre Dame de Paris, uscito nel 1831. Molti di voi forse conosceranno la storia di Quasimodo, il campanaro deforme, grazie al classico di Walt Disney Il gobbo di Notre Dame, che vide la luce nel 1996 (tra le voci in italiano figuravano Massimo Ranieri e Mietta, rispettivamente nei panni di Quasimodo e della gitana Esmeralda).
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Nel 1841 Victor Hugo divenne membro dell’Accademia Francese, ma due eventi funestarono quel periodo della sua vita, imponendogli un decennio di inattività: la morte della figlia Léopoldine, tragicamente annegata nella Senna, e il fiasco del dramma I burgravi, che segnò il suo addio al teatro.
Successivamente ebbe a che fare con il re Luigi Filippo di Borbone e con l’imperatore Napoleone III, nipote di Napoleone Bonaparte. Il primo lo nominò Pari di Francia nel 1845, e del secondo fu acceso antagonista politico, tanto che scrisse contro di lui una satira intitolata Le punizioni e uscita nel 1853. Il colpo di stato del 1851 lo costrinse all’esilio, che durò fino al 1870.
Il suo lavoro più famoso, I Miserabili, vide la luce proprio in esilio, nel 1862. Anche di questa monumentale opera esistono diverse riduzioni cinematografiche; il primo nel 1957, con Jean Gabin nei panni del protagonista Jean Valjean, il secondo nel 1998, con Liam Neeson, Geoffrey Rush (Javert) Claire Danes (Cosette) e Uma Thurman (Fantine). Il più recente è un musical, uscito nel 2012 e con protagonisti Amanda Seyfried (Cosette), Anne Hathaway (Fantine, premiata come Migliore Attrice Non Protagonista), Hugh Jackman (Valjean) e Russell Crowe (Javert). Né possiamo dimenticare due miniserie, l’una del 2000 e l’altra del 2018, la prima con protagonista Gérard Depardieu ma con anche attori italiani, perché girata tra Francia ed Italia: più nel particolare Enrico LoVerso (Marius), Asia Argento (Eponine) e Giovanna Mezzogiorno in un ruolo minore. La seconda, con un cast di attori pressoché sconosciuti, è stata prodotta in Gran Bretagna e mandata in onda dalla Rai tra il dicembre 2018 e il gennaio 2019.
Terminato l’esilio in Inghilterra, durante il quale aveva continuato ininterrottamente a scrivere, Victor Hugo poté finalmente rientrare in patria, il giorno dopo la proclamazione della Repubblica. Qui morì il 22 maggio del 1885, alla notevole (per quei tempi) età di ottantatré anni.
Ai suoi funerali venne celebrato come un idolo, e la sua salma venne esposta per una notte sotto l’Arco di Trionfo, prima che venisse tumulato al Panthéon, dove si trova ancora oggi.
Oggi quindi celebriamo questo grande autore, uno dei più grandi esponenti del Romanticismo, nel giorno del suo duecentodiciottesimo compleanno.
