giovedì, Aprile 25, 2024

230 miliardi di tonnellate di carbonio in atmosfera con soli 2 gradi in più

Il recente intensificarsi degli eventi atmosferici di carattere catastrofico, non più solo nelle aree tropicali molto lontane dal nostro Paese, ha fatto sì che nel giro di pochi anni si diffondesse molto più rapidamente l’importanza del rispetto per l’ambiente. Un ambiente che ci sta facendo pagare lo scotto di un’epoca post-industriale fatta di sviluppo economico a discapito dell’ecosistema.

Carbonio in atmosfera oltre le previsioni

Senza ombra di dubbio un forte impulso a fare attenzione alla sostenibilità, intesa nel senso più ampio del termine, è arrivato da iniziative eclatanti come quelle di Greenpeace e del movimento globale dei Fridays for Future che non temono di chiedere ai governanti delle politiche ambientaliste più efficaci ed educano tutti all’attenzione per lo zero waste.

Mentre si susseguono gli approfondimenti della scienza sullo stato di salute dell’ambiente, arriva un’ulteriore notizia a farci allarmare: secondo uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Exeter (Regno Unito), coadiuvati da colleghi di varie parti del mondo, hanno calcolato che un aumento di temperatura di soli 2 gradi centigradi si tradurrebbe nel rilascio di un’atmosfera di 230 milioni di tonnellate di carbonio in più.

Gli scienziati parlano di un quanto mai possibile riscaldamento rispetto ai livelli preindustriali e la stima che hanno calcolato (230 miliardi di tonnellate di carbonio) equivale a quattro volte le emissioni totali della Cina e a due volte le emissioni totali degli Stati Uniti nel corso degli ultimi 100 anni. Una quantità spropositata di carbonio, che riporta all’attenzione l’importanza di ciò che accade al suolo per capire quello che sta cambiando nell’aria e nei cieli.

I ricercatori hanno precisato che si tratta di una stima addirittura prudenziale, che non ha preso in considerazione i possibili scenari estremi e nemmeno il carbonio che ha già cominciato a sprigionarsi a causa dello scioglimento del permafrost. Un problema già sollevato anche dai glaciologi, preoccupatissima per i dati che rivelano uno scioglimento del più antico strato di ghiaccio al doppio della velocità di riscaldamento del resto del pianeta  con una liberazione in aria di una quantità spropositata di metano intrappolata da milioni di anni, che costituisce uno dei principali fattori che scatenano l’effetto serra.

Quali i pericoli per la salute

Il tema del cambiamento climatico non riguarda solamente il meteo, ma mette in allarme anche i medici per le conseguenze che ha sulla salute dell’uomo. Infatti, si sta già osservando un impatto significativo sulla distribuzione e stagionalità di alcune malattie trasmesse da vettori (ad esempio, malaria, febbre dengue, leishmaniosi, malattie trasmesse dalle zecche).

A questo bisogna aggiungere l’impatto sulla pelle, l’organo più esteso e più esposto a fattori ambientali. Scabbia, orticaria, eczema e leishmaniosi sono solo alcuni delle implicazioni cutanee associate a disastri naturali che favoriscono soprattutto le contaminazioni batteriche.

Armando Nobile a nome di superbelle.it dichiara: “Sarà sempre più importante la routine di cura della pelle, che ha bisogno di essere sempre idratata e nutrita, prediligendo cosmetici naturali privi delle sostanze chimiche che aggravano lo stress ossidativo, per conservare una buona elasticità e lucentezza della superficie cutanea”.

Sowmya Sofia Riccaboni
Sowmya Sofia Riccaboni
Blogger, giornalista scalza (senza tesserino), mamma di 3 figli. Guarda il mondo con i cinque sensi, trascura spesso la forma per dare sensazioni di realtà e di poter toccare le parole. Direttrice Editoriale dal 2009. Laureata in Scienze della Formazione.

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