Nato e morto il 23 aprile a distanza di cinquantadue anni, William Shakespeare è stato senza alcun dubbio uno dei più grandi poeti e drammaturghi di sempre. Le sue opere e le loro scene più famose sono nella memoria collettiva anche se non se ne conosce approfonditamente la trama di fondo. La storia d’amore di Romeo e Giulietta, ad esempio, è simbolo indiscusso dell’amore romantico così come l'”essere o non essere” di Amleto è il dilemma più citato di tutti i tempi.
Shakespeare: vita e opere
Shakespeare nacque il 23 aprile 1564 a Stratford-upon-Avon, stessa città dove, tra l’altro, morì. I primi studi compiuti alla locale grammar school gli permisero di imparare apprese il latino, i rudimenti del greco e la matematica. Le difficoltà economiche in cui versava la famiglia lo costrinsero però presto ad aiutare il padre nell’attività di pellami.
A 18 anni sposò Anne Hathaway dalla cui unione nacquero poi tre figli. Nel 1592 a Londra Shakespeare era già un famoso attore e scrittore di teatro. Di questo periodo si possono citare le tragedie storiche come “Enrico VI” e “Riccardo III” e il celebre dramma lirico “Romeo e Giulietta“.
Durante la chiusura dei teatri per colpa della peste Shakespeare si dedicò anche alla poesia e pubblicò i “Sonetti“. Con la riapertura nel 1594 decise di unirsi alla compagnia teatrale “The Chamberlain’s Men” e in questo periodo si possono collocare le commedie “Sogno di una notte di mezz’estate” e “Il mercante di Venezia“.
Ai difficili anni dopo la morte di Elisabetta I è riconducibile il pessimismo di fondo dei drammi come “Amleto“.
Dopo il passaggio della compagnia teatrale sotto la tutela del nuovo re Giacomo I nel 1603, essa prese il nome di “The King’s Men” . Negli anni successivi William Shakespeare compose tragedie come “Otello“, “Re Lear” e “Macbeth“.
Nel 1608 Shakespeare divenne comproprietario del teatro Blackfriars, raggiungendo così successo e ricchezza. In quest’ultima fase compose “La tempesta” e “Enrico VIII“, opere in cui si nota una visione più fiduciosa della vita.
Morì appunto il 23 aprile 1616, circondato da amici e parenti, e fu sepolto nella chiesa della sua città natale.
Shakespeare e la sua morte: il tramonto di un’epoca
Con la morte di Shakespeare, la neonata Britannia si avviava verso un periodo difficile segnato da un conflitto civile e da un ventennio di dittatura puritana. Questo segnò inevitabilmente la fine per i teatri poiché i nuovi signori di Londra, nel 1642, fecero chiudere o demolire tutti i luoghi di intrattenimento.
Il tramonto di un’artista come Shakespeare coincideva con il tramonto del divertimento in tutto il Regno. La stessa compagnia di Shakespeare, già nel 1622, a pochi anni dalla sua morte, fu pagata per allontanarsi: il teatro era già “attività non grata”.
Si assisteva quindi alla fine della grande stagione teatrale elisabettiano-giacobita, la quale aveva costituito un ultimo baluardo di indipendenza. Lo stile era seguiva un principio di massima libertà infatti i drammaturghi inglesi avevano rifiutato ogni regola prestabilita. Shakespeare era stato bravissimo proprio nello scatenare l’immaginazione, nel mescolare stili e registri, aprendo abissi di significato.