22 Maggio 1978: pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge 194
Il 22 Maggio 1978 fu varata la legge 194. La legge conteneva le norme sulla tutela sociale della maternità e consentiva l’interruzione volontaria di gravidanza. Anni di lotte radicali, proteste e campagne di sensibilizzazione prima di ottenere la legge nota a tutti come legge sull’aborto.
Prima del 1978
Prima del 1978 l’aborto poteva assumere due significati: morte o galera. Lo Stato italiano negli anni 30 definì l’aborto un grave reato penale e quindi le donne povere che decidevano di interrompere una gravidanza, nella maggioranza dei casi, perdevano la vita poichè affidavano i loro corpi alle “mammane”, le quali praticavano su di essi operazioni arcaiche, terribili e dolorose.
Le donne ricche potevano invece rintanarsi clandestinamente in stanze segrete con medici che professavano ciò che lo Stato proibiva. Dopo gli anni 30 seguirono il Secondo Conflitto Mondiale, la nascita della Repubblica Italiana, il sessantotto e poi gli anni 70. Gli anni 70: le lotte politiche, gli scioperi, la ribellione. Proprio in questo clima di contestazione si fece spazio il movimento femminista e la questione della donna. L’importanza della donna e le eventuali norme che ne tutelavano la libertà fu priorità non solo del femminismo ma anche di altri movimenti sociali dell’epoca.
La legge 194: come ci si è arrivati?
Le lotte politiche per raggiungere una legge che tutelasse la maternità e consentisse l’interruzione di gravidanza, senza ripercussioni penali, si intensificarono proprio nell’entusiasmo e nella fermezza degli anni 70, anni della rivendicazione dei diritti dell’uomo e della libertà umana. I Radicali con gli esponenti Pannella e Bonino si fecero carico delle lotte in nome di una nuova legge sulla maternità. Grazie a questa lotta incessante si arrivò al 22 Maggio 1978 e quindi alla legge 194. La legge fu ulteriormente confermata dal referendum del 1981.
La 194 dunque riconosceva il valore sociale della maternità e consentiva l’interruzione volontaria della gravidanzainterruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni.
Emma Bonino che negli anni 70 ha combattuto e lavorato in nome di questa legge oggi dichiara: «questa legge ha dato vita ad importanti principi, il primo è la laicità dello Stato, il secondo è la libera scelta della persona e infine il principio che il proibizionismo nei comportamenti sociali non funziona. Io difendo questa legge e penso che possa anche essere migliorata»