2 aprile 1805 – nasceva Hans Christian Andersen, narratore romantico

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Hans Christian Andersen

Le fiabe classiche sono quelle che maggiormente ci hanno accompagnato nella nostra infanzia. Molte volte ci vengono raccontate però in modo incompleto, edulcorato, affinché siano adatte alla sensibilità infantile: e possono passare anni prima di scoprire le versioni originali, ben più crude.

Tra gli autori di queste fiabe spicca sicuramente il nostro protagonista di oggi: lui è Hans Christian Andersen, e nasceva nella giornata di oggi, il 2 aprile 1805.

Nacque in Danimarca, e più precisamente a Odense, sull’isola di Fyn, figlio di un calzolaio e di una lavandaia. La sua infanzia fu travagliata e il suo fisico non perfetto non lo aiutava a coltivare facilmente rapporti: ed egli riversò tutto questo nella sua arte, le sue storie.

A quattordici anni si trasferì a Copenaghen, dove frequentò prima la scuola di letteratura di Slagelse e poi l’università. A trent’anni poi arrivò in Italia, e qui pubblicò il suo primo romanzo, L’improvvisatore. Nonostante la sua opera letteraria sia immensa, e consistente anche di poesie, opere teatrali e appunto romanzi, a dargli fama e immortalità furono sicuramente le sue splendide fiabe, nel numero totale di centocinquantasei. Ne citeremo solo alcune, le più celebri.

Le prime furono La principessa sul pisello, L’acciarino e Pollicina, tutte uscite nel 1835. Seguirono I vestiti nuovi dell’imperatore (1837), Il soldatino di stagno (1838), I cigni selvatici (1838), L’usignolo (1843), Il brutto anatroccolo (1845), e La piccola fiammiferaia (1845).

Noterete che mancano due voci. Ebbene, per queste vale la pena fare un discorso a parte, a cominciare da quella che rimane senza dubbio la più famosa.


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La sirenetta vide la luce nel 1837. Conosciamo tutti la storia: la più giovane figlia del Re del Mare è curiosa di tutto ciò che si trova al di sopra del suo regno, sulla terraferma. Quando infine, compiuti i sedici anni, ha il permesso di salire in superficie vede un giovane bellissimo di cui si innamora, ignorando che sia un principe. Decisa a incontrarlo, si reca dalla Strega del Mare e questa acconsente ad aiutarla, fornendole le gambe, ma pretende in pagamento la sua voce, tagliandole la lingua. Avverte però la principessa: se entro un certo tempo il giovane non dovesse amarla, il suo cuore si spezzerebbe e lei diventerebbe spuma del mare, poiché le sirene non hanno anima e non potrebbe quindi accedere al Paradiso.

La sirenetta dunque ottiene le gambe e viene accolta dal principe nel suo castello. Egli le si affeziona, ma è già promesso ad un’altra donna. Comprendendo di averlo perduto, la sirenetta chiede di nuovo aiuto alla Strega del Mare, e questa le ordina di ucciderlo prima delle nozze per poter tornare nel regno di suo padre. Ma lei rifiuta di far del male all’amato, e prima del sorgere del sole si getta in mare, dissolvendosi in schiuma.

La storia colpì la fantasia di Walt Disney, che realizzò nel 1989 il film ormai diventato un classico, anche grazie ai colorati balletti e alle musiche coinvolgenti (pensiamo alla trascinante In fondo al mar, interpretata dal granchio Sebastian). Naturalmente la fiaba venne rimaneggiata perché fosse adatta ai bambini: la strega Ursula si limita a catturare la voce della sirenetta in una conchiglia, e c’è l’immancabile lieto fine.

Il secondo titolo è La Regina delle nevi. Uscito nel 1844, narra la storia di due piccoli amici, Gerda e Kay. Il bambino, Kay, dopo essere stato colpito dalla scheggia di vetro di uno specchio fatato diventa freddo come il ghiaccio e si sente attratto dalla Regina delle nevi, della quale diventa schiavo. Gerda parte allora per liberarlo, sfidando numerosi pericoli ma incontrando anche alleati, come nella più classica tradizione fiabesca.

La fiaba così com’è è tornata a far parlare di sé con l’uscita del film Disney Frozen – Il regno di ghiaccio, uscito nel 2013. L’idea di base era infatti questa, e nelle intenzioni iniziali Elsa sarebbe dovuta essere il “cattivo” della storia… la Regina delle Nevi, appunto. Si decise invece di rendere sorelle le due protagoniste, e di incentrare tutta la storia sul loro rapporto, rendendo la Regina più umana, non totalmente cattiva.

Hans Christian Andersen morì a Copenaghen il 4 agosto 1875, all’età di settant’anni. Appassionato viaggiatore, seppe raccontare ai bambini anche gli aspetti più duri e difficili della vita (e della morte) con grazia e semplicità rare, e incantevole romanticismo. Lo ricordiamo oggi, a duecentoquindici anni dalla sua nascita.