18 settembre 1851, esce il primo numero del New York Times

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Il 18 settembre del 1851 esce il primo numero del “New-York Daily Times” (così si chiamava allora il “New York Times”): un quotidiano di quattro pagine, contenente anche alcune notizie provenienti dall’Italia. Prodotto in ristrettezze economiche in un loft di Manhattan, il merito dell’iniziativa spetta a Henry Raymond (direttore), a George Jones, suo collega al Tribune (direttore commerciale) e ad un altro abile giornalista, E.B. Wesley. Nel 1896 fu acquistato da A.S. Ochs, che ne fece uno dei migliori e più diffusi quotidiani statunitensi, di impostazione moderatamente progressista. Il giornale è modellato sul London Times, pertanto si propone come serio divulgatore di notizie. Il New York Times ha sede a New York ed è stato il primo giornale ad avere un edificio progettato come sede.

167 anni dopo il primo numero, il New York Times occupa circa 1300 giornalisti, tra carta e web, tra cui quelli della app NYT Now, che ha una redazione dedicata e che monitora 24 ore su 24 il web, per condividere le notizie più interessanti, oppure l’Interactive News Team, composto da giornalisti-programmatori che inventano programmi per la redazione, fino ad arrivare al R&D Lab, il laboratorio di ricerca e sviluppo del NY Times situato al 28esimo piano del New York Times building, dove ogni tecnologia utile al giornale viene messa alla prova, dai droni ai programmi che monitorano terremoti.

Nel 2007 si parlò molto della nuova redazione del New York Times, ospitata nell’omonimo palazzo sulla Eight Avenue. Si tratta di un grattacielo di 52 piani, progettato dall’architetto italiano Renzo Piano. In precedenza, la sede del giornale era rimasta per circa un secolo sulla 43esima. Il cambio di casa venne presentato come la volontà del giornale di cambiare pelle per essere in grado di raccontare tutti i cambiamenti che un vecchio quotidiano cartaceo non è più in grado di recepire. Le foto scattate all’interno dei giganteschi open space della redazione sono uno spettacolo.

Alcune modifiche hanno interessato nello stesso periodo anche il giornale: il formato è stato ridotto, alcune sezioni sono state riorganizzate e soprattutto si è cominciato a preparare la risposta all’attacco lanciato nel 2008 dal nuovo Wall Street Journal di Rupert Murdoch con lo scopo di spodestare il NYT dalla posizione di quotidiano principale degli Stati Uniti. Il confronto NYT e WSJ online vede il primo raggiungere, nel mondo, 31 milioni di utenti unici al mese contro i 12 milioni del secondo.

Per conservare e migliorare il proprio primato, il Times ha affidato la direzione della Book Review (“Rivista dei libri”) e dell’inserto culturale della domenica al conservatore Sam Tanenhaus ed ha assunto l’editorialista Bill Kristol, di idee «neocon». Con Kristol gli editorialisti conservatori nel Times sono diventati due (il primo è stato David Brooks).

Oggi il grattacielo sede del NYT è al centro di una grossa operazione finanziaria, che ha l’obiettivo di reperire la liquidità necessaria soprattutto per azzerare l’indebitamento a lungo termine della casa editrice del quotidiano. Ventuno dei 52 piani dello stabile verrebbero acquistati per 225 milioni di dollari dal gruppo finanziario WP Carey. Trascorsi 10 anni, il Times potrà riacquistare parte dell’immobile alla stessa cifra incassata per il primo passaggio di proprietà. Nel frattempo pagherà un canone annuo variabile che, per il primo anno, ammonterà a 24 milioni.

Il 5 gennaio 2009 il NYT ha per la prima volta venduto uno spazio pubblicitario sulla prima pagina, da sempre considerata lo spazio informativo più importante del giornale. Si tratta di una striscia a colori di 6 cm, ceduta alla rete televisiva CBS. Nel 2012 è stata nominata per la prima volta una donna alla guida del quotidiano, Jill Abramson, che ha mantenuto la guida del giornale fino al maggio 2014. Attualmente il direttore è Dean Baquet.

Il 15 gennaio 2015 il maggiore azionista diventa Carlos Slim, miliardario messicano, considerato il secondo uomo più ricco al mondo, investitore in telecomunicazioni, istituzioni bancarie e assicurative. Il controllo della società editrice rimane comunque alla famiglia Sulzberger. Nell’ottobre 2015 il giornale annuncia di aver superato il milione di abbonati alla versione digitale. È la prima testata giornalistica al mondo a raggiungere questo obiettivo. Sempre nel 2015 il New York Times ha lanciato un’applicazione mobile che consente di vedere immagini in ambienti immersivi (realtà virtuale).
Il giornale appartiene all’area liberal, termine della tradizione politica americana che indica un liberalismo progressista molto attento alle questioni sociali, ma nel contempo geloso custode del rispetto dei diritti individuali, della libertà del mercato e della concorrenza.

David Carr è stato uno dei giornalisti più importanti del NY Times ed è scomparso il 2 febbraio di quest’anno per un tumore, dopo aver lavorato persino nel giorno della sua morte. Sul programma del funerale, c’era scritta questa sua frase: “Sono in estasi nel mio modo oscuro e morboso e sottoscrivo una teoria del passato che permette al futuro di dispiegarsi: abbiamo fatto del nostro meglio.”