lunedì, Giugno 16, 2025

18 ottobre 1810: viene fondata la Normale di Pisa

Il periodo napoleonico

La scuola Normale superiore, meglio conosciuta come “la Normale”, è una scuola Universitaria, fondata nel 1810 sotto decreto napoleonico degli stabilimenti di istruzione pubblica in Toscana, dal 1807 provincia dell’impero francese, che stabilì l’istituzione a Pisa di un “pensionato accademico” per gli studenti universitari.

Vennero messi a concorso venticinque posti, tali che avrebbero formato una succursale dell’ École Normale Supérieure di Parigi per i paesi in cui era autorizzato l’uso della lingua italiana.

Con il termine “Normale” si fa riferimento alla sua missione didattica primaria, ovvero formare insegnanti di scuola media superiore che educassero i cittadini secondo “norme” didattiche e metodologiche coerenti.

Il 22 febbraio 1811 venne emanato il primo concorso, ma è solo nel 1813 che la Normale iniziò le proprie attività, quando si stabilirono nella scuola gli studenti di Lettere e Scienze.

La prima sede fu il convento di San Silvestro di Pisa, a metà tra un ordine militare e un convento, in cui la vita degli studenti fu segnata da un rigido regolamento di disciplina che ricalcava quello della scuola francese di riferimento, indicando con precisione ammissioni, occupazioni, castighi, ricompense e persino il vestiario degli studenti.

L’ammissione era riservata agli studenti migliori di età compresa tra i 17 e i 24 anni , scelti alla fine dei corsi liceali.

Gli studenti avevano impegni particolari ed erano obbligati a seguire corsi aggiuntivi: venivano seguiti da quattro “ripetitori”, scelti dal direttore tra gli allievi stessi della Normale, che quotidianamente ripetevano le lezioni universitarie e coordinavano delle conferenze, ossia una sorta di seminari. 

In virtù di questo tirocinio, i giovani si impegnavano ad insegnare, dopo il diploma, nelle scuole secondarie per almeno dieci anni.

La Normale Napoleonica ebbe vita breve, solo l’anno accademico 1813-1814, durante il quale il direttore fu il fisico Ranieri Gerbi.

Il periodo granducale

La fine del periodo napoleonico segnò anche la chiusura della Normale, chiusura che ebbe vita breve.

Il decreto granducale del 22 dicembre 1817, ristabilì a Pisa l’antico ordine dei cavalieri di Santo Stefano, che , nel 1943 propose di istituire un convitto per giovani nobili, con annessa scuola normale.

Il 28 novembre 1846, un Motuproprio granducale istituì la Scuola Normale Toscana, chiamata anche Imperial Regia Scuola Normale, poiché correlata al sistema austriaco. Il 15 novembre 1847, si inaugurò la nuova sede nel palazzo della Carovana.

La nuova Scuola fu definita “teorica e pratica”, destinata a “formare i professori e i maestri delle scuole secondarie”;un convitto, composto esclusivamente da studenti di Filosofia e Filologia, che metteva a disposizione posti a pagamento oltre a dieci posti gratuiti, con vantaggi riservati ai cavalieri dell’Ordine, ai quali si accedeva tramite un concorso, una volta compiuti i diciotto anni.

Il periodo post-unitario

Con il nuovo stato unitario l’impianto legislativo e amministrativo del Regno Sabaudia, fu istituito in tutta Italia.

La scuola italiana venne quindi regolata per oltre sessanta anni dalla Legge Casati

del 1859, emanata in origine per la realtà piemontese e lombarda: essa lasciava ai privati la facoltà di provvedere all’istruzione, ma stabiliva i diritti dello Stato all’insegnamento universitario e di vigilare su tutti i gradi della scuola.

In Toscana il governo provvisorio tentò di salvare le tradizioni locali più meritevoli, come la Normale.

Nel 1862 l’ente fu ufficialmente nominato Scuola Normale del Regno d’Italia.

La “nuova” Normale fu introdotta nell’ordinamento giuridico nazionale dal regolamento Matteucci del 1862, il quale eliminò qualsiasi esercizio religioso e confessionale, in linea con l’orientamento laico della politica italiana. 

Nel 1863, gli anni di studio vennero portati a quattro e stabilita una nuova struttura organizzativa.

Al regolamento Matteucci seguì quello emanato dal ministro Coppino nel 1877, il quale permise anche alla sezione di Scienze l’accesso al convitto oltre a semplificare la complessa struttura del precedente regolamento degli studi e degli esami.

La riforma gentiliana

Nel 1927, a tre anni dall’entrata in vigore della Riforma Gentile , fu approvato un nuovo regolamento della Scuola Normale. La propaganda nazionalistica si diffuse anche all’interno dell’istituto pisano e il controllo del Regime fascista divenne sempre più invadente, sfociando in un primo grave episodio di repressione che portò all’arresto, nel 1928, di tre normalisti per attività antifasciste. 

Venne così nominato il filosofo Giovanni Gentile, figura di spicco del fascismo italiano, ideologo del regime e ministro dell’istruzione, divenuto poi direttore della stessa nel 1928, il quale attuò una revisione strutturale della Normale affinché assumesse un più congruo rilievo nazionale; prevedette, perciò, l’ampliamento della sede e un cospicuo aumento del numero degli allievi e delle attività interne.

Introdusse la gratuità degli studi, abolendo le distinzioni tra convittori a titolo gratuito e a pagamento; inoltre, dal 1929, gli alunni ammessi goderono di vitto e alloggio gratuiti.

La Normale gentiliana, riconosciuta dal Decreto Regio del 28 luglio 1932, fu inaugurata il 10 dicembre.

Nel 1938 la Scuola Normale aderì, come le altre università del Regno, alle Leggi Razziali, le quali colpirono gli allievi e il personale docente.

Il periodo bellico e del dopo guerra

In seguito alle leggi Razziali, il dissenso al regime divenne sempre più manifesto fra allievi e professori. 

Con la deposizione di Mussolini da parte del Gran Consiglio il 25 luglio 194, la Normale rimase sotto la dominazione tedesca, in quanto geograficamente appartenente al territorio della Repubblica di Salò.

Dopo il bombardando del 31 agosto 1943 il direttore Luigi Russo dovette lasciare la città e fu sostituito dal matematico Leonida Tonelli.

Il 2 settembre 1944, la città fu liberata, tuttavia il palazzo della Carovana fu requisito dall’esercito anglo-americano: allievi e professori furono relegati nel collegio puteano.

Il 25 settembre 1945, il palazzo fu liberato e, oltre al restauro dell’edificio, si decise di mettere a concorso settanta posti per studenti reduci o partigiani.

Nel 1959, dopo settanta anni dalla prima studentessa ammessa, fu infine istituita una sezione femminile con sede nel palazzo del Timpano.

Dal dopoguerra all’epoca contemporanea 

Nel corso degli anni sessanta del Novecento, la Scuola Normale dovette confrontarsi con le sfide dell’università di massa. 

In questi anni prese avvio il processo che condurrà alla nascita della Scuola superiore Sant’Anna.

La legge del 18 giugno 1989 riconobbe, infine, l’equipollenza del diploma di perfezionamento della scuola al titolo di dottore di ricerca rilasciato dagli atenei italiani.

Nel 2013, la Scuola inglobò l’istituto di scienze umane di Firenze, che sarebbe diventato il Dipartimento di scienze politico-sociali della Normale, con sede a palazzo Strozzi a Firenze. Nel 2018, la Normale si è federata con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e con l’istituto universitario di studi superiori di Pavia.

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