venerdì, Marzo 29, 2024

18 giugno 1836: l’istituzione del corpo dei Bersaglieri

84 anni fa ci fu l’istituzione del corpo dei Bersaglieri nell’Esercito Italiano.

I fanti piumati, meglio conosciuti come Bersaglieri, si distinguono da tutti gli altri soldati dell’Esercito Italiano per il cappello dal folto piumaggio e per la loro inconfondibile Fanfara. Nel 1831, l’allora capitano del Reggimento Guardie (gli attuali Granatieri di Sardegna), Alessandro La Marmora, formulò una prima Proposizione per la formazione di truppe leggere della terza specie sotto la denominazione di Bersaglieri. Tale progetto vedrà la luce solo cinque anni dopo. Il capitano La Marmora presentò al re, Carlo Alberto di Savoia, la Proposizione per la formazione di una compagnia di Bersaglieri e modello di uno schioppo per suo uso, accompagnato dal luogotenente Giuseppe Vayra, che diverrà il primo Bersagliere a vestirne la divisa.

L’istituzione del corpo dei Bersaglieri

Il 18 giugno del 1836 il re acconsentiva all’istituzione del corpo dei Bersaglieri.

Questa nuova unità di fanteria si caratterizzava non solo per la divisa. Il cappello era ornato da più di trecento piume di gallo. L’armamento, progettato personalmente da La Marmora assieme al fratello Alfonso, era studiato per rendere più precisa l’attività di fuoco. I bersaglieri si caratterizzavano anche per l’inedita velocità di esecuzione delle mansioni affidate ed una versatilità d’impiego che faceva dei suoi componenti. Oltre che dei cacciatori, erano anche degli ottimi guastatori in grado di agire con l’intento di sconvolgere i piani del nemico.  Erano, però, anche capaci di organizzarsi in piccoli gruppi schierati in quadrati abili per respingere le cariche di cavalleria. Questo rendeva i Bersaglieri una truppa polivalente e con un ampio spettro di utilizzo.

I componenti del corpo dei Bersaglieri dovevano essere di media statura, capaci di muoversi correndo e con innata resistenza fisica. Dovevano essere ottimi tiratori con vista eccellente e una carica aggressiva negli assalti alla baionetta.

I Bersaglieri nella prima guerra d’Indipendenza

I Bersaglieri videro il loro battesimo del fuoco l’8 aprile 1848, nella battaglia di Goito, durante la prima guerra d’indipendenza contro l’Austria, che però vincerà la guerra. Il Regno di Sardegna decise di inviare un nutrito contingente di soldati, di cui fecero parte anche i Bersaglieri, in Crimea per supportare le truppe Anglo-Francesi. Questa sarà la prima missione in territorio straniero per i Bersaglieri. Erano guidati dal loro fondatore Alessandro La Marmora, che però morirà proprio in Crimea a causa del colera. Sarà nella battaglia del fiume Cernaia che i Bersaglieri, inferiori di numero, dimostreranno il loro valore. Respinsero le truppe dello Zar che cercarono di rompere l’assedio di Sebastopoli attaccando le truppe Franco-Inglesi alle spalle. L’eroica resistenza dei fanti piumati permise agli alleati di ultimare l’assedio e accelerare la fine della guerra in Crimea.

I bersaglieri nella seconda guerra d’Indipendenza

Grazie all’esito positivo della spedizione, il Regno di Sardegna fu in grado di stipulare un’alleanza con la Francia. Ottenne anche la rivincita sull’Austria nella seconda guerra d’indipendenza. Qui i Bersaglieri, assieme ai francesi, affronteranno l’Austria nella decisiva battaglia di Solferino e San Martino. Essa verrà ricordata come la più sanguinosa dell’epoca. Porterà anche lo svizzero Henry Dunant a fondare la Croce Rossa.

I Bersaglieri nella terza guerra d’Indipendenza

Durante la terza guerra d’indipendenza i Bersaglieri si renderanno protagonisti della cattura di Roma (20 settembre 1870) che diventerà la capitale del neonato Regno d’Italia. Il 3 novembre 1918, i Bersaglieri della II Brigata partirono da Venezia alla volta di Trieste. Sbarcati al Molo San Carlo, raggiunsero il Colle di San Giusto. Qui issarono sul campanile dell’omonima Cattedrale il primo tricolore donatogli dalle donne triestine.

I Bersaglieri nella Seconda Guerra Mondiale

Durante la Seconda Guerra Mondiale i reparti dei Bersaglieri furono inquadrati nelle divisioni corazzate, motorizzate e celeri. Essi combatterono su tutti i fronti dando prova di sé stessi e dimostrando grande valore. Un esempio è la battaglia di Bir el Gobi, dove 150 carri della 22° brigata corazzata britannica vennero respinti da 130 carri e 3 battaglioni di bersaglieri della divisione ariete. Il giorno successivo replicarono il successo contro l’agguerrito 21° battaglione Neozelandese. Dopo l’8 settembre 1943, i Bersaglieri saranno presenti anche durante la guerra di liberazione sia con l’Esercito Cobelligerante Italiano. In questa occasione il 1° raggruppamento motorizzato del 4°reggimento bersaglieri prese parte alla battaglia di Montelungo, sia con l’RSI. A guerra finita verranno ricostituiti i reggimenti disciolti durante il conflitto.

I Bersaglieri nelle battaglie recenti

A partire dal 1980 i Bersaglieri verranno frequentemente schierati in quasi tutte le missioni italiane all’estero. Nel 2013, in Afghanistan il corpo dei Bersaglieri piangerà il suo ultimo caduto, Giuseppe La Rosa, medaglia d’oro al valor militare. Morì gettandosi su una granata lanciata da un sostenitore dei talebani salverà la vita dei suoi commilitoni e dei civili presenti nei dintorni.

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