Una domanda che ogni appassionato di Formula Uno si è posto, almeno una volta, da quel tragico 29 dicembre 2013, data che cambiò per sempre le sorti e la vita del leggendario pilota Michael Schumacher.
I gossip arrivati ai giornali sono stati e sono tutt’ora tantissimi ma cosa si sa veramente e cosa invece è stato inventato e poi smentito?
Nella data che segna il triste anniversario di quell’incidente proviamo a ricostruire la storia degli ultimi quattro anni di vita di Michael, per fare un po’ di chiarezza su cosa sappiamo e su cosa invece è stato ingiustamente inventato.
Tornando dall’inizio di una storia sfortunata sappiamo che Schumacher rimase vittima di un incidente mentre si trovava in vacanza sulle Alpi francesi di Méribel in Savoia, una caduta mentre sciava che non gli è stata fatale grazie alla protezione del casco integrale per fortunatamente stava indossando. A uno sportivo esperto come lui è stata fatale una cadutabanale che però, con ogni probabilità per il contatto violento con una roccia nascosta dalla neve, gli ha causato un trauma cranico violentissimo.
Il sette volte campione del mondo di Formula Uno fu successivamente trasportato al Centro Ospedaliero Universitario di Grenoble e lì sottoposto ad un coma indotto ed a due operazioni che riuscirono miracolosamente a salvargli la vita. Altre notizie ufficiali fanno riferimento all’aprile dell’anno successivo, quando Michael uscì dal coma e venne trasferito presso un centro di riabilitazione a Losanna. Da lì la sua riabilitazione continuò con il successivo trasferimento nella propria casa in Germania, a Gland, nel settembre dello stesso anno.
Fin dall’inizio della esperienza di riabilitazione dell’amatissimo pilota la famiglia, e in particolare la moglie Corinna, ha chiesto il massimo della riservatezza per poter vivere nel rispetto e nel silenzio ma soprattutto al di fuori del gossip senza pudore che troppo spesso non mantiene le distanze necessarie e il rispetto dovuto e voluto.
Proprio per queste motivazioni è, ad oggi, difficilissimo sapere come sta veramente Michael Schumacher e quali siano le sue condizioni fisiche e mentali.
L’ultimo aggiornamento ufficiale sulle sue condizioni risale quindi all’aprile del 2015, quando fu annunciato come lo sfortunato pilota avesse “momenti di coscienza e risveglio”, uno sprazzo di speranza dopo quasi due anni davvero bui e silenziosi.
Scelta comprensibile quella della famiglia ma difficile per i tanti tifosi che pregano per la salute di un uomo che per anni hanno sostenuto con passione e affetto.
Nel Dicembre 2016, Sabine Kehm, manager di quello che da sempre viene chiamato “il keiser”, era stata dura ma categorica: “La salute di Michael non è una questione pubblica e quindi continueremo a non fare nessun commento a questo proposito”.
Ad oggi non esistono notizie ufficiali sul reale stato di salute di Schumacher anche se sono uscite in diverse teste giornalistiche, soprattutto tedesche, delle notizie contradditorie e sempre faziose che sono costate querele e multe salatissime ai giornalisti interessati.
Ultima, tra le tante indiscrezioni, quella sul possibile e imminente trasferimento del campione a Dallas, in America. Secondo diverse fonti lo spostamento di Schumi sarebbe dovuto a un ricovero in una clinica specializzata in traumi cerebrali.
Anche questa notizia ovviamente non è stata confermata ma resta la speranza nei cuori di tutti quelli che sperano nel recupero di uno degli uomini più spericolati e intrepidi del mondo dei motori, l’animo duro di un tedesco ma anche lo spirito di un pilota adottato da tutti gli italiani.
Il ricordo del Michael che tutto il mondo ha conosciuto rimane sempre vivissimo grazie all’associazione creata in suo onore: keep fighting Michael, e soprattutto grazie al ragazzo che porta avanti il cognome più famoso del mondo della Formula Uno.
Il figlio del kaiser, il diciottenne Mick Schumacher, è infatti una tra le giovani promesse del mondo dei motori e così onora il cognome del padre ma soprattutto dimostra al mondo le sue personali potenzialità.
Gesto bellissimo e commovente quello che il ragazzo ha compiuto quest’anno prima del Gran Premio di SPA. Mick è salito a bordo della Benetton B194 del padre Michael per compiere alcuni giri celebrativi. Monoposto e ricorrenza speciali per l’amatissimo padre: la monoposto, infatti, è quella con cui Michael vinse nel 1994 il suo primo titolo mondiale, mentre location e data sono legati ai 25 anni dal primo successo di Schumi in Formula 1, ottenuto proprio sulla splendida pista delle Ardenne, dove aveva debuttato nel 1991.
Un gesto che ha risvegliato in molti tifosi il ricordo mai sparito del grande campione, un mito per tutti i tifosi Ferrari e non solo, un’icona di carattere e di talento che, come suggerisce il nome della sua fondazione, non smette mai di combattere.