Attivista italiano per i diritti gay fermato a Mosca

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Yuri Guaiana, attivista radicale italiano dell’associazione “Certi Diritti”, è in stato di detenzione amministrativa presso una Caserma russa, dove è stato tradotto assieme ad altri quattro attivisti russi. Raggiunto telefonicamente dall’Ansa ha dichiarato che sono stati arrestati nei pressi della procura generale Moscovita, verso la quale erano diretti per consegnare 2 milioni di firme raccolte per i gay in Cecenia. Il motivo del fermo è quello di manifestazione non autorizzata.

Il Console italiano è in stretto contatto con la Farnesina che sta monitorando la situazione. Guaiana prima di essere fermato ha dichiarato la volontà di consegnare al procuratore generale 2 milioni di firme per fare chiarezza sulla critica situazione che stanno vivendo i gay in terra russa, una dura realtà fatta di arresti, torture ed uccisioni nella quale non viene garantito lo stato di diritto.

Il racconto di un demone e dei suoi demoni

Nel corso di una conferenza stampa in Senato sulle Unioni Civili , Il ministro della Giustizia Orlando si è detto preoccupato , sia per l’arresto degli attivisti in Russia, sia per la situazione in Cecenia.  Gli fa eco Riccardo Magi, segretario di radicali Italiani, dichiarando che l’Arresto di Guaiana è un atto gravissimo e “ancora una volta nella Russia di Putin la difesa dei diritti umani e delle libertà è considerata un crimine da reprimere, proprio come l’omosessualità. Davanti alla politica liberticida di Mosca, la comunità internazionale non può voltarsi dall’altra parte. E’ il momento che l’Unione Europa in particolare faccia sentire la propria voce. Proprio al Parlamento Europeo noi Radicali, già inizi degli anni Duemila, abbiamo denunciato le barbarie e i piani autoritari di Vladimir Putin ai danni del popolo ceceno. E continueremo a farlo. A Yuri Guaiana va tutto il sostegno di Radicali Italiani, siamo al fianco dell’Associazione radicale Certi Diritti e faremo tutto il necessario affinché il nostro compagno sia rilasciato il prima possibile”.

In attesa di prossimi sviluppi sulla vicenda, Guaiana ha dichiarato che lui e gli altri attivisti stanno ricevendo un buon trattamento dalle autorità locali e non sembrano aver subito violenze.

Marco Fini