Ex manager dell’industria alimentare rivela tutti gli inganni del settore

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Feci di animali nelle spezie macinate, carne di cavallo spacciata per manzo, spezie che in realtà non sono spezie ma un cocktail di ingredienti nocivi, polvere di mattone nello zafferano..È così che le industrie alimentari ci ingannano mettendo in pericolo la nostra salute. A rivelarci gli inganni dell’industrie è questa volta l’ingegnere agroalimentare ed ex manager di importanti multinazionali alimentari Cristophe Brusset (24 di agosto, 1979, Chaumont, Francia) che per 20 anni è stato testimone e complice delle pratiche fraudolente di produzione e di vendita dei prodotti di genere alimentare. Brusset, che attualmente vive in Asia con la sua famiglia e si dedica al settore veterinario, ha deciso di raccontarci nel suo libro intitolato “Siete pazzi a mangiarlo!“ tutte le strategie messe in pratica dalle industrie per venderci i loro prodotti.

Le industrie alimentari, come tutti i negozi hanno naturalmente come obiettivo il beneficio economico quindi quello di generare una rendita. Molte di queste, sfortunatamente, sono pronte a fare qualsiasi cosa pur di guadagnare anche a costo di mettere in discussione la propria reputazione, di perdere la fiducia dei propri clienti ma soprattutto di mettere in pericolo la vita di quest’ultimi.

In passato sono già stati messi alla luce alcuni inganni fatti dalle industrie alimentari e molti esperti della nutrizione come per esempio l’educatore alimentare e consulente nutrizionale Gianpaolo Usai, nel suo libro “ Inganno alimentare”, hanno dato ai consumatori vari consigli su come proteggere la loro salute e difendersi dai cibi ingannosi.

Tuttavia, in questo nuovo libro, che costituisce un’autentica confessione, Brusset, ci apre ancora di più gli occhi su una realtà molto triste descrivendoci alla perfezione e in modo trasparente tutte le pratiche utilizzate dalle industrie per la fabbricazione e la vendita dei loro prodotti. In seguito acceniamo alcune delle principali rivelazioni fatte dall’autore.

CARNE DI CAVALLO

La carne di cavallo non è pericolosa per la salute. Tuttavia vendere una cosa per un’altra non è nè etico nè legale. Brusset ha spiegato nel suo libro che le carni utilizzate da molte industrie alimentari vengono spacciate per carne di maiale o di manzo per esempio, ma sono in realtà carni di cavallo. Un semplice esempio è costituito dai famosi ravioli della marca Leader Price (grande catena di ipermercati low-coast) che vende i suoi ravioli come ripieni di carne di manzo ma invece contengono carne di cavallo. Questa non è una novità in quanto in passato si aveva già affrontato questo tema poiché la marca Leader Price era stata già scoperta nel 2001 dal giornale Capital. Tuttavia, Brusset fa riferimento a questa marca per citare un esempio e sottolineare che le industrie che vendono la carne di cavallo spacciandola per altri tipi di carne sono ancora molte.

FECI NELLE SPEZIE

La rivelazione sulle spezie risulta chissà la più scioccante. Nel libro l’autore fa riferimento ad alcune spezie come pepe e peperoncino piccante provenienti dalla Turchia e dall’India contenenti escrementi di uccelli e di ratti. Lo zafferano inoltre, ha dichiarato Brusset, viene spesso adulterato con polvere di mattoni e coloranti vietati dalla legge. Tritare, trattare e mischiare tutto con altri “sani ingredienti”: questa sarebbe una delle strategie più utilizzate per fabbricare questi prodotti a un costo zero o minimo e rivenderli a prezzi più alti.

L’INGANNO DELLO ZAFFERANO

Lo zafferano, oltre a essere adulterato, viene venduto ai consumatori mentendo sulle sue origini. Per esempio, in Spagna, si esporta più zafferano di quanto si produce; per questo motivo, la Spagna, compra lo zafferano a paesi come l’Iran e lo rivende agli Stati Uniti spacciandolo per zafferano “made in Spain” in modo che gli Stati Uniti non abbiano nessun contatto con l’Iran e la Spagna possa ottenere diretti benefici. Allo stesso modo, molti semi di senape vengono acquistati dalle industrie nei paesi orientali come la India e vengono successivamente esportati in paesi europei come Francia, Germania e Olanda per fabbricare la famosa senape (mostarda) “di Dijon”.

Un altro esempio sono le erbe provenzali, che in realtà non provengono dai paesi indicati nelle etichette ma provengono nella maggior parte dei casi dall’Albania, dallaTunisia e dal Marocco. Le etichette non vengono controllate – ha dichiarato Brusset in una recente intervista rilasciata al giornale Il Mondo – per questo motivo, è sempre meglio comprare i prodotti alle grandi marche di fiducia. Quest’ultime, sono più fedeli ai loro consumatori in quanto temono la brutta fama e la perdita dei loro clienti. Sono coscienti del fatto che un errore del genere potrebbe metterli in cattiva luce e rovinare la loro reputazione.

MENO QUANTITÀ MA ALLO STESSO PREZZO    

Un’altra strategia molto utilizzata dalle industrie è quella di vendere meno quantità di prodotti ma agli stessi prezzi. Per esempio, gli yogurt fino a qualche anno fa venivano venduti in vasetti di 125 gr. Adesso invece, troviamo sul mercato vasetti di yogurt da 100-115 gr e vengono venduti allo stesso prezzo degli yogurt di 125 gr. Le confezioni le fabbricano sempre uguali alle precedenti in modo che il consumatore non si accorga della quantità del prodotto.

MIELE

Il 30% del miele venduto sul mercato non è 100% puro come riportato sulle etichette ma è composto da una buona percentuale di zucchero e altri ingredienti. L’autore ha spiegato durante l’intervista che il miele prima di essere esportato e pronto per essere venduto, viene trattato in laboratori speciali attrezzati di strumenti perfetti per modificare la composizione degli ingredienti ed elaborare un nuovo prodotto che sarà presentato poi sul mercato come miele autentico.

Queste sono alcune delle principali rivelazioni fatte in questo libro, ma c’è molto di più da sapere.

L’Organizzazione mondiale per la salute – spiega Brusset – ha dichiarato che ogni anno 23 milioni di persone soffrono di una malattia trasmessa dagli alimenti e 5.000 di queste muoiono. In Europa le infezioni da salmonella uccidono più di 200 persone. In Francia, muoiono ogni anno tra 250 e 700 persone a causa delle intossicazioni alimentari. Nell’intervista, Brusset dichiara di non aver confessato prima queste informazioni in quanto temeva di perdere il proprio lavoro. Oggi, lontano da quella brutta realtà nella quale ha dovuto vivere a lungo sopportando e assistendo a molte ingiustizie ha deciso di metterci in guardia dai rischi ai quali possiamo andare incontro.

Ma perché le autorità non fanno nulla al rispetto? Brusset, ha affermato che le autorità preferiscono appoggiare le industrie invece dei consumatori in quanto il loro obiettivo è quello di promuovere l’attività economica e creare nuovi posti di lavoro. Le autorità politiche preferiscono appoggiare le industrie al posto di proteggere i cittadini. L’unica maniera per fare in modo che le autorità agiscano a favore dei cittadini è che le associazioni dei consumatori insistano e le pressionino sufficientemente.