giovedì, Settembre 19, 2024

11 aprile 1987 muore Primo Levi

L’11 aprile 1987, muore Primo Levi nella sua casa di Torino, sita in Corso Re Umberto 75, l’ipotesi che prevale è quella del suicidio.

La mattina dell’11 aprile

Quel giorno, la mattina dell’11 aprile, tutto era avvenuto come di consuetudine. La portinaia Iolanda Gasperi, aveva portato verso le ore 10 la posta, il giornale e qualche depliant al terzo piano, dove abitava lo scrittore Primo Levi (Torino, 31 luglio 1919 – Torino, 11 aprile 1987).

Quella era la casa dove Primo Levi aveva sempre vissuto, tranne quando nel 1942 si era trasferito a Milano per lavorare in una fabbrica di medicinali e nel periodo dal 1943 al 1946, gli anni della cattura e della prigionia nei lager, raccontati in Se questo è un uomo.

La portiera Iolanda Gasperi, riferì che lo scrittore non le era sembrato turbato quella mattina dell’11 aprile:

“Mi ha accolto come al solito. Un sorriso, un grazie. Non ho notato in lui nulla di strano. Sapevo che da tempo era depresso. Come fa a non esserlo uno che ne ha passate tante? Ma, con me, non ha mai lasciato trasparire il suo stato, le sue tristezze.”

Dopo essere tornata alla guardiola, Iolanda Gasperi sentì il tonfo e vide il corpo dello scrittore, sfracellato davanti a sé. Secondo la ricostruzione che si basa sulla tesi del suicidio, Primo Levi si sarebbe gettato dalla tromba delle scale, andando a sbattere diverse volte contro il gabbiotto dell’ascensore.

Intanto, il dentista Francesco Quaglia che viveva nella stessa palazzina, era accorso dopo aver udito le urla della portinaia. Poco dopo arrivò la moglie con la spesa e vide il corpo insanguinato.

L’ipotesi del suicidio

L’ipotesi che fu accolta fu quella del suicidio. Qualche giorno prima dell’11 aprile in cui muore Primo Levi, questo aveva fatto sapere a Giulio Einaudi che non si sentiva più capace di scrivere. Doveva finire il suo ultimo libro che si sarebbe chiamato Chimica per signore o Il doppio legame. Si trattava di un romanzo in cui il protagonista era un chimico che intratteneva una relazione con una donna sposata con Figli. Ancora, qualche mese prima aveva addirittura rifiutato l’incarico di direttore che gli era stato offerto sempre nella medesima casa editrice, perché non si sentiva in grado.

Si diceva anche, che era preoccupato per lo stato di salute della madre di 92 anni di età.

Primo Levi morì un sabato. Il martedì dopo il suo amico, lo scrittore Ferdinando Camon ricevette una lettera dello scrittore torinese. Si aspettava una missiva di addio con la spiegazione del suicidio, e invece: “La apro: un inno alla vita, un vortice di programmi, speranze, attese, da riempire settimane, mesi e anni.”

I funerali iniziarono il 12 aprile 1987 in cui parteciparono esponenti del mondo letterario, politico e associazioni di deportati.

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