Uno studio condatto da Patricia H. Hasbach, psicoterapeuta clinica in carcere allo Snake River Correctional Institution nell’Oregon, ha dimostrato che la natura influisce in modo positivo sull’essere umano, soprattutto sui detenuti. Di fatti i carcerati che sono stati sottoposti a questo esperimento risultavano meno violenti registrando il 26% in meno di infrazioni violente al regolamento.
Gli esperti hanno mostrato lo studio al convegno annuale dell’American Psychological Association. La prova è stata concentrata sui benefici psicologici che la natura offre, come influenza positiva sul comportamento dei detenuti.
Sono stati sottoposti 48 uomini chiusi nelle celle di massima sicurezza, tutti detenuti per crimini violenti, alla visione di una serie di video naturalistici,inserendoli in un programma di 3 – 4 volte a settimana che comprendeva la visione di video con immagini della natura: oceani, foreste, fiumi, nuvole. La ricercatrice ha anche condotto un’indagine intervistandoli: i detenuti hanno riferito che i video sulla natura li hanno aiutati a sentirsi più calmi, e hanno migliorato la loro comunicazione con lo staff della prigione, che dal canto suo ha confermato e, la maggior parte ha detto che quando si sentiva agitato, bastava pensare alle immagini di questi video per calmarsi.
“I detenuti che hanno guardato i video hanno commesso il 26% in meno di infrazioni violente”, spiegano gli studiosi. “Le emozioni e i comportamenti negativi come aggressività, stress, irritabilità e nervosismo si sono ridotti dopo ogni visione dei filmati, e questo effetto è proseguito nelle ore successive”.
“Abbiamo bisogno della natura per il nostro benessere fisico e psicologico”, sottolineano gli autori dell’indagine. “Sebbene il contatto diretto con la natura sia più efficace, lo studio dimostra che anche l’esposizione indiretta può dar un sollievo temporaneo dallo stress psicologico nella vita quotidiana”.
Questo studio ci dimostra quanto la natura sia fondamentale nella nostra vita, non solo sui detenuti, ciò implica la sua salvaguardia.
Dott.ssa Rosa Ferro
