mercoledì, Aprile 24, 2024

Vulcano Yellowstone: scienziati preoccupati per l’eruzione

Il vulcano Yellowstone da segnali di preoccupanti. Gli scienziati stanno monitorando i movimenti sotterranei.

Yellowstone, il parco reso famoso dall’Orso Yogi e dal suo piccolo amico Bubu, è in pericolo.
La caldera del vulcano di Yellowstone, situata a nord-ovest del Wyoming, appartiene al supervulcano che si trova in USA nel parco nazionale.

Analizzando l’attività sismica, i ricercatori dell’Università dello Utah hanno determinato l’estensione del vulcano per 90 km e una profondità di 14km. Risultati che, secondo i ricercatori portano ad affermare come la camera magmatica sia di 2,5 volte più grande rispetto alle stime precedenti.

Vulcano Yellowstone: Allarme di pericolo lanciato!

Negli ultimi tempi Yellowstone ha creato un po’ di preoccupazioni con un allarme che ha portato alla chiusura di alcune zone del parco nazionale del Grand Teton, quando i ranger hanno scoperto nuove fratture aperte nella parete rocciosa di una cascata.

La portavoce dei ranger di Teton, Denise Germann, ha spiegato che le nuove fratture hanno messo in allarme perché più profonde rispetto alle tante aperte lungo la stessa struttura e il rischio era solo per la frana.

Se il vulcano di Yellowstone eruttasse, una nube di cenere invaderebbe il cielo con un diametro di circa 800 chilometri per poi ricadere distruggendo i raccolti. Altro problema che preoccupa gli esperti è l’inquinamento delle falde acquifere causato, per l’appunto, dall’eruzione.
Il risveglio del vulcano yellowstone, con conseguente emissione/esplosione di magma e ceneri, avrebbe conseguenze sull’intero pianeta. Lo scenario che verrebbe a presentarsi, con il raffreddamento della temperatura che potrebbe durare qualche decina d’anni, è molto simile all’”inverno nucleare” causato da un’eventuale guerra atomica.
Le riserve di cibo attualmente disponibili nel mondo basterebbero per 74 giorni, molti campi agricoli subirebbero grossi danni e non sarebbero più in grado di produrre nè frutta nè verdura.

Tutti gli esperti sono concordi nell’escludere che, l’esplosione di un supervulcano, possa determinare un’estinzione di massa. In passato non è mai avvenuto anche se, le condizioni climatiche del pianeta sono in continuo cambiamento creando così molti problemi a flora, fauna e soprattutto all’uomo.

Quante probabilità ci siano che il vulcano Yellowstone erutti?

Non vi è una conoscenza tale, delle precedenti eruzioni, da poter affermare con certezza la probabilità e la violenza di un’esplosione lavica; alcuni geologi hanno asserito che potrebbe esserci una eruzione, anzi, la probabilità che essa avvenga è davvero molto alta.

Tuttavia, le due cose che gli scienziati non possono prevedere è quando si verifica l’eruzione e quanto potente sarà.

Secondo Michael Poland, il capo scienziato dell‘Osservatorio del vulcano Yellowstone (YVO), essendo un vulcano attivo, potrebbe di nuovo esplodere.

Fumo dal Vulcano Yellowstone

Attualmente non ci sono prove immediate che suggeriscano che, il supervulcano, esploderà nei tempi in cui noi tutti potremmo assistere.

L’United States Geological Survey (USGS) che gestisce l’YVO, ha osservato che la ciclicità tra le ultime tre eruzioni non è un indice affidabile per stimare la prossima eruzione.

Osservando l’andamento del vulcano Yellowstone, si è notato che ha una ciclicità di 600.000 anni circa e, a quanto pare, 600.000 anni sono trascorsi dalla sua ultima eruzione.

L’USGS, come esposto qualche righe più in su, una data precisa del risveglio non è certa ma, il sollevamento della caldera ed i frequenti terremoti, sono tutti segnali che il supervulcano non è dormiente.

Secondo alcune stime, gli Stati Uniti potrebbero dover attendere un altro o due milioni di anni prima che il supervulcano esploda definitivamente.

Ilya Bindeman, professore associato di geologia all’Università dell’Oregon, ha dichiarato quanto segue: “Conosciamo il comportamento del passato e sappiamo in quale fase comparativa Yellowstone è in questo momento. Pensiamo che Yellowstone sia attualmente in un terzo ciclo, ed è un ciclo che muore.

Il Piano della NASA

Inizialmente, un progetto della NASA prevedeva di sommergere la zona di acqua per raffreddare il processo magmatico. Un’idea scartata subito per i costi insostenibili e per la privazione di acqua che la popolazione avrebbe subito.

Un’altra probabile soluzione, invece, potrebbe essere quella di trivellare la caldera fino a 10 chilometri di profondità, pompando acqua ad alta pressione. In questo modo la temperatura interna si abbasserebbe giorno per giorno. Ovviamente l’operazione, con meno acqua usata rispetto alla costruzione di una diga, sarebbe destinata ai lati del vulcano, anziché nei crateri, perché altrimenti i rischi di accelerare l’aumento della temperatura interna sarebbero enormi. Il piano ha un costo stimato di 3,46 miliardi di dollari.

L’acqua in uscita con una temperatura di 350 °C  potrebbe essere usata per alimentare un impianto geotermico riducendo di molto i costi. L’energia potenziale stimata sarebbe di 4 GW (come 2-3 moderni reattori nucleari) e, potrebbe produrre energia elettrica per migliaia di anni al costo di 10 centesimi di dollaro al kWh .

Ma l’USGS non è convinto che la trivellazione avrebbe qualche vantaggio.

L’agenzia geologica avverte che, che raffreddare i serbatoi di magma sotto terra, è un’operazione incredibilmente difficile, che potrebbe addirittura aumentare il rischio di eruzione.

Anche l’Italia ha il suo supervulcano

Nei Campi Flegrei del golfo di Pozzuoli, con una caldera dal raggio di 15 chilometri, è considerato il terzo supervulcano più pericoloso del mondo dopo lo Yellowstone ed il Lago Toba in Indonesia. Ha già registrato due eruzioni note come Ignibrite campana (40 mila anni fa) e Tufo giallo napoletano (15 mila anni fa). Nel primo caso la caldera espulse più di 200 chilometri cubi di materiale vulcanico, nel secondo circa 40 chilometri cubi. Al confronto, la paura del Vesuvio è del tutto immotivata; è un cucciolo rispetto ai Campi Flegrei.

sito ufficiale del parco nazionale di Yellowstone: https://www.nps.gov/yell/index.htm

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