giovedì, Marzo 28, 2024

Val di Susa, i NoTav marciano verso Chiomonte

Ieri 28 Luglio, in Val di Susa, da Venaus a Chiomonte, i NoTav hanno marciato per ribadire il no alla linea ferroviaria che collegherebbe Torino a Lione.

Al corteo, composto da famiglie con bambini, anarchici, storici sostenitori si sono uniti simpatizzati provenienti dalla Francia, dalla Slovenia e insieme hanno marciato, non curanti della pioggia,  verso il cantiere di Chiomonte al grido di “La Valle che resiste”.  La “passeggiata” come definita dagli organizzatori, si è conclusa senza incidenti con la Questura di Torino che ha denunciato una ventina di persone per aver violato l’area nei pressi del cantiere e per il danneggiamento delle reti metalliche.

Qual è la posizione del nuovo esecutivo sul tema?

La Tav sembra essere uno di quegli argomenti su cui il governo giallo-verde non riesce a trovare un punto d’incontro. Vi è una divergenza di opinioni tra il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli che ha parlato di voler ridiscutere il progetto e Salvini che invece ha dichiarato la necessità di “andare avanti”. Il titolare del Viminale nonché Vice Premier, ha infatti ribadito il bisogno di effettuare un’analisi costi-benefici prima di prendere qualsiasi decisione a riguardo.  In linea con il pensiero di Salvini sembra essere quello del neo segretario del PD Maurizio Martina, che dichiara: “2 miliardi di euro di penali, il blocco di finanziamenti Ue, 4 mila posti di lavoro a rischio. La follia del governo di bloccare la Torino-Lione la pagherà un paese intero”.

Il premier in carica, Giuseppe Conte, sembra essersi sbilanciato a favore della componente “giallo” del governo, rimarcando le posizioni del movimento 5 stelle, da sempre vicini alle causa NoTav, ma che non sembrano voler mantenere le promesse fatte ai valsusini.

Saverio Saccà
Saverio Saccà
Saccà Saverio - nato e cresciuto a Reggio Calabria. Mi sono laureato in Relazioni Internazionali a Roma. Scrivo di Attualità e Cronaca anche se spesso strizzo l'occhio ad argomenti che riguardano fenomeni geopolitici. «Il giornalista può essere fazioso, il giornalismo non lo è mai».

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