giovedì, Marzo 28, 2024

Uno, nessuno e centomila: i mille volti dell’immigrazione

Finalmente l’analisi fino ad ora limitata e distorta sul fenomeno migratorio, si sposta dal “solito” oggetto d’attenzione, come sbarchi sulle coste italiane e numero di morti (oltre 1000 dall’inizio dell’anno), importantissimo, ma ormai troppo spesso strumentalizzato da qualsiasi esperto o politico che appare sui media e si va ora a considerare concretamente quella parte “apparentemente buona e neutra” dell’immigrazione: le Ong.

La prima “novità” è che si riconosce l’esistenza di un primo legame tra immigrazione e criminalità in Italia e che questa, non è una semplice affermazione politica, da programma per  primarie, comunali o qualsiasi altro tipo di occasione elettorale, ma è una questione reale, di sicurezza nazionale, di allarme sociale, sottovalutata, invisibile, che è il vero problema della questione ed è questa, la causa delle migliaia di persone morte in mare e di minori che scompaiono una volta sbarcati sulle nostre coste.

C’e questa relazione triadica che sembra essere più trasparente in questi ultimi mesi: business-immigrazione-criminalità.

La seconda “novità” è che anche i media e le Istituzioni cominciano a “fidarsi” e a dare spazio agli allarmi lanciati dalla nostra Intelligence che inizialmente parlava di traffico di esseri umani e mafia, poi di terrorismo ed infiltrati jihadisti nei barconi, di cooperative romane e Mr. Carminati ed ora, sono di questi giorni le parole del Procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, si parla di accordi strategici e criminali tra trafficanti e Ong.

“Non tutte le ong che recuperano migranti sono uguali: ci sono quelle buone e quelle cattive”, dice il procuratore della Repubblica di Catania. “La mia, è la procura più esposta nell’affaire migranti, per necessità prima ancora che per scelta. Abbiamo le prove dei contatti tra scafisti e alcuni soccorritori . Ci sono telefonate con chi organizza gli sbarchi e gruppi finanziati da personaggi discutibili. Deve intervenire la politica”.

Da questi allarmi lanciati, è vero il tutto deve essere ancora verificato fino in fondo, si nota però come il problema immigrazione e le sue dinamiche interne, risultino improvvisamente più chiare: nulla è casuale, partenze, soccorsi, accoglienza, tutto sembrerebbe costruito ad hoc e a fare da cornice a tutto questo, è ovviamente l’interesse economico. Il fatturato delle organizzazioni criminali si stima sia tra i 5 e 6 miliardi ogni anno. Sembra che le partenze vengano segnalate in arabo attraverso alcune pagine Facebook, da quel momento tutto improvvisamente  si attiva.

Allora a questo punto sorge una domanda assai lecita: chi finanzia le Ong?.

Da qua deve ripartire la narrazione del fenomeno migratorio. Il resto lo sappiamo, c’è bisogno di un cambio di prospettiva, anche i buoni possono trasformarsi in cattivi.

Calunnie?, post-verità?, questo lo vedremo, ma se abbiamo a cuore la vita delle migliaia di donne e bambini che abbandonati, malati, traumatizzati sbarcano nel nostro Paese che grida accoglienza ed integrazione, multiculturalismo e chi più ne ha più ne metta, non possiamo tralasciare queste ultimi elementi emersi, anche se difficili da digerire.

Il nostro sguardo deve essere lucido, critico e aperto alle “verità”, solo cosi Istituzioni e cittadini potranno confrontarsi, negoziare e forse risolvere insieme, prima o poi, questa vergogna umana che mette in crisi la nostra identità, diritti e idea di sicurezza e benessere sociale nella contemporaneità.

Giacomo Buoncompagni
Giacomo Buoncompagni
Buoncompagni Giacomo. Aspirante giornalista scientifico. Laureato e specializzato in comunicazione pubblica e scienze sociali -criminologiche. Collaboratore di Cattedra presso l'Università di Macerata. Presidente provinciale Aiart Macerata. E' autore di "Comunicazione criminologica" e "Analisi comunicazionale forense" (2017)

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