venerdì, Aprile 19, 2024

Ulfhednar: Recensione del loro primo album Mortaliter

La Scandinavia conquista Roma… oppure è il contrario

Ulfhednar

Ulfhednar

La band Ulfhednar nasce a Roma nel 2014 dalle ceneri dei Delirium Tremens. Nei vari anni hanno cambiato spesso membri, come può accadere in qualsiasi altra band, fino ad arrivare ad una formazione stabile nel 2016 con Hevn, Eclipsis, Cerberus e Dmytrius.

Nel 2017, per la precisione il 6 luglio, pubblicano e presentano il loro primo album Mortaliter.

Lo stile degli ulfhednar

Lo stile che gli Ulfhednar hanno elaborato è molto particolare. Di base si rifanno al black metal norvegese, ma la particolarità sta nel fatto che ci sono svariate contaminazioni, rimanendo sempre nell’ambiente metal, come con l’heavy o il death.

I testi sono scritti sia in italiano che in inglese, le tematiche si discostano dal classico black metal, oserei definire che le lyrics ricordano il “romanticismo italiano”.

Con questo non si intende un testo al sapor di melassa o insulso, con il termine sentimentale, si parla esclusivamente dei testi che, seppur con vena romantica, hanno un carattere rabbioso, malinconico e tormentato. C’è del pathos.

La particolarità degli ulfhednar

È una band sicuramente particolare, questa unione tra le terre del nord Europa e quella italica crea una commistione di suoni che, con la musicalità della lingua italiana, inglese e latina, creano atmosfere davvero particolari.

Anche il nome della band Ulfhednar (letteralmente ‘vestiti di lupo’), deriva dagli antichi popoli nordici, non erano solo guerrieri, avevano un rapporto piuttosto stretto con il loro animale totem (il lupo) del quale usavano la pelle, da loro procacciata uccidendo l’animale, che conferiva loro una grande potenza che, insieme al potere che Odino gli concedeva, diventavano guerrieri impetuosi e molto forti.

Non è insolito ritrovare nomi, elementi, e molto altro riguardanti la mitologia norrena nelle varie band sparse per il globo terrestre. Il fascino dei vichinghi, degli sciamani e delle divinità non ‘sante’, sicuramente colpisce ed attira, sarà anche per le loro tracce lasciate in ogni dove.

Ma tornando alla musica degli Ulfhednar, una cosa apprezzabile, a mio modesto parere, è l’aver scelto un nome per la band molto forte d’impatto, ma che al tempo stesso non è stata ‘forzato la mano’ nel voler emulare, quindi senza ‘svendersi’, volendo per forza essere come, le sopracitate, band black metal nordiche.

I brani del nuovo album degli ulfhednar

Ascoltando i vari brani dell’album, sono nove in totale, non vi è monotonia nel suono, a volte capita che alcuni gruppi seguano una linea senza scostarvisi troppo, con un inizio, una parte centrale ed una fine solitamente molto simili (inteso come similitudine fra le varie canzoni).
gli Ulfhednar sono ‘movimentati’, ogni brano è una scoperta, e l’alternanza delle lingue, italiana, inglese e latino, fa si che anche le parole, ovviamente con cadenza e musicalità diversa, rendano il brano particolare.

Lo stesso effetto lo abbiamo con la presenza di un riverbero, oppure la presenza di un suono più acustico e meno metallico, o con i blastbeat.

È un album che si fa ascoltare anzi, si fa bramare.

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisement -spot_img

Latest Articles