giovedì, Marzo 28, 2024

Sulle tracce di Moro. La nota del SISMI del 30 maggio 1978

 

Nella relazione della commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, presieduta dall’onorevole Fioroni, approvata in data 20 dicembre 2016, si accendono i riflettori anche su una nota dei nostri servizi segreti. Nel capitolo denominato “La nota del SISMI del 30 maggio 1978” possiamo leggere: “ Gli accertamenti condotti hanno dunque evidenziato diverse singolarità in relazione all’inchiesta sul traffico d’armi del 1977 e alla posizione di Tullio Olivetti. Un approfondimento sulla figura di Tullio Olivetti dovrebbe consentire di individuare le ragioni che condussero al fallimento della società, di cui era compartecipe, che gestiva il bar di via Fani. La realizzazione dell’attacco alla scorta dell’onorevole Moro presupponeva infatti o che il bar fosse chiuso o che esso, pur avendo cessato le attività, fosse rimasto accessibile, in modo da fornire protezione ai brigatisti e da occultare eventualmente borse e divise. Al contrario di quanto sinora noto, questo elemento intuitivo fu oggetto di valutazione nel corso delle prime indagini sulla strage di via Fani, ma quasi immediatamente abbandonato. Tra la documentazione acquisita è stata infatti individuato una nota del SISMI, trasmessa al Comando generale dell’Arma dei carabinieri pochi giorni dopo il tragico epilogo della vicenda Moro, il 30 maggio 1978. La nota segnalava: «Fonte informativa, da cautelare al massimo, ha richiamato l’attenzione sulla figura di Tullio Olivetti, già proprietario del bar sito in via Mario Fani, esattamente di fronte al luogo dell’eccidio. Il soggetto avrebbe compiuto un’oscura manovra commerciale, caratterizzata da uno strano fallimento che, circa otto mesi fa, comportò la chiusura dell’esercizio. È un fatto, che la preparazione e la consumazione dell’eccidio di via Fani, non sarebbe stata possibile se il bar avesse continuato l’attività; prima perché i terroristi tesero l’agguato spostandosi dietro la siepe di pertinenza del bar, poi perché la preparazione della azione sarebbe stata certamente notata dagli avventori. Olivetti, poi, avrebbe rinunciato ad un esercizio ben avviato, per intraprendere analoga attività, in altra zona di Roma, con guadagni assai inferiori a quelli possibili in via Fani. Per ultimo si rammenta che Olivetti si trovò coinvolto, qualche tempo fa, in un traffico internazionale di armi, facente capo a Luigi Guardigli. Sarebbe stato lui, infatti, (unitamente a Enzo Varano, colpito da mandato di cattura per quei fatti) a


La nota del SISMI del 30 maggio 1978

presentare al Guardigli un gruppo di libanesi, acquirenti di armi di contrabbando»”.

 

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