giovedì, Aprile 25, 2024

Scuole in Italia, quanto realmente sono sicure?

L’Italia conta più di 42mila scuole su tutto il territorio, e gli interventi di controllo e manutenzione degli edifici risultano appena12mila. Cifre modiche in confronto ai vari pericoli che le Regioni corrono se ad esempio pensiamo alle zone ad alto rischio sismico.

I miliardi di euro spesi per mettere in sicurezza le scuole sono circa quattro, eppure di lavoro ce n’è ancora tantissimo da fare. Oltretutto, sono poche le Regioni che, in vista della pericolosità sismica a cui sono soggette, si sono adeguate e hanno realizzato degli interventi : la prima in assoluto è stata la Lombardia, seguita da Calabria, Sicilia e Veneto, nonchè dalla Campania. Tuttavia, il problema maggiore che ci si pone è quello di capire quali siano stati effetivamente i lavori eseguiti e se realmente gli interventi siano stati di adeguamento antisismico e messa in sicurezza, anche perchè riferimenti espliciti a queste diciture sono pochissime, e nella maggior parte dei casi si parla soltanto di generica manutenzione straordinaria o di adeguamento alle norme anti- incendio.

Volendo fare un percorso a ritroso nel tempo, il primo campanello d’allarme si ebbe nel 2002, quando, in seguito ad una forte scossa di terremoto (magnitudo 6) in un paesino del Molise, San Giuliano di Puglia, crollò una scuola uccidendo 27 alunni e un’insegnante. La scuola aveva appena subìto delle ristrutturazioni, l’elevazione di un piano e un tetto nuovo in cemento armato, e ironia della sorte fu proprio quest’ultimo a condannare i bambini, in quanto rimase intatto e li intrappolò.


 Fu così che l’allora Premier S. Berlusconi avviò (attraverso un’orinanza del consiglio dei ministri) una valutazione della vulnerabilità sismica di tutte le strutture edilizie italiane, mettendo al primo posto i comuni a rischio. Ovviamente risultò un gran fuoco di paglia, considerando che negli anni successivi i controlli delle strutture furono del tutto irrisori. Basti infatti pensare che l’episodio nel molisano non è stato un caso isolato: vanno ricordate le scuole danneggiate a L’Aquila nel 2009 e in Emilia Romagna nel 2012, e ultimo fra tanti il terremoto del 2016 che ha raso al suolo tutta Amatrice, ivi compresa ua scuola costruita nel 2012 con norme all’avanguardia.


Va tuttavia sottolineato che gli edifici scolastici non crollano solamente a causa delle calamità naturali : esempi lampanti sono stati dati da cornicioni della palestra venuti giù in una scuola del cuneese, un solaio ceduto in una scuola del napoletano, tubature dell’acqua scoppiate nel ferrarese, accadimenti questi che non hanno avuto conseguenze su persone e dunque senza finali tragici.

Decine di leggi e decreti innumerevoli piani di sicurezza sono stati approvati, eppure il risultato attuale è ancora ridotto, su 42 mila scuole soltanto 7 mila sono state ristrutturate, ciò a dimostrazione dei disagi e della mancata efficienza che attanagliano il nostro Paese. Infatti la norma per la messa in sicurezza risale al 1996, e prevede una scaletta da seguire per garantire l’operosità dei lavori : il primo passo per l’ente locale è pre sentare una richiesta per i fondi alla ragione, in un secondo momento viene esaminata e valutata per poi essere trasmessa al Ministero dell’Istruzione.. 


Percorso chiaro e preciso ma che non aveva finora trovato mai attuazione, vuoi per il vincolo di bilancio, vuoi per la mancanza di risorse finanziarie, e che solo negli ultimi anni ha trovato uno spiraglio grazie ad una serie di decreti che ha dedicato fondi alle scuole. Degno di menzione è il Piano Nazionale voluto dall’ex premier Renzi, del 2014, che ammonta a circa 3,9 miliardi, distribuiti con varie risorse e delibere ( Delibera Cipe stanzia 400 milioni, il “Decreto del Fare” ne stanzia 150). Con il programma di Renzi vengono accolte più di 4mila richieste per la costruzione di nuove scuole. Nel 2015, con il decreto interministeriale 23 gennaio 2015, viene permesso alle Regioni di effettuare un mutuo per interventi di edilizia scolastica.


Ancora un passo avanti con la Legge definita “La Buona Scuola”, grazie alla quale sono stati destinati 40 milioni di euro per delle ispezioni esaminatorie agli edifici scolastici volte a garantire la sicurezza e la prevenzioni dei crolli. In base a dei criteri specifici è stata istituita una graduatoria che ha permesso alle scuole di accedere ai fondi.


Pare dunque che lo Stato Italiano abbia speso tempo e denaro per volgere attenzione alle delicate problematiche della sicurezza edilizia, e forse nel corso degli anni margini di progresso ci sono anche stati. Resta tuttavia il fatto che ad oggi, sono ancora tante le scuole in bilico, dove la protezione e l’assicurazione di conforto ai bambini non sono del tutto date.

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