S Andrea, la basilica: una fusione fra gotico e romanico

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In un tardo pomeriggio invernale, quando ancora il sole illumina le strade e rallegra gli animi abituati al tipico grigiore stagionale, ecco che uscendo dalla stazione di Vercelli, lei è la prima cosa che si nota: S. Andrea, la Basilica. Alta e possente, esempio precoce di architettura gotica italiana, sembra prendere il sole del meriggio, assorbendolo nei suoi mattoni rossi e filtrandolo attraverso i grossi rosoni.

Gotico e Romanico

Ricordiamo che, il gotico italiano precoce, differisce su vari aspetti rispetto allo stile gotico propriamente detto, ovvero quello nato in Francia, soprattutto se lo si mischia allo stile cistercense, il quale prevede poche decorazioni e spazi concettuali e netti. Possiamo dire che lo stile della basilica è una fusione fra il romanico ed i nuovi influssi del gotico europeo; una fusione che ci riporta al portale d’ingresso, dopo aver posato gli occhi sulle due torri che affiancano la facciata.

E’ meraviglioso come sia possibile ricavare così tanta storia da una sola struttura; questa è anche una delle tante bellezze che ci offre l’Italia, facendoci trovare segni permanenti di storia quasi in ogni angolo; quanta bellezza, quanta originalità, quanta arte!

La basilica di S. Andrea risale al 1219 ; per costruirla ci sono voluti otto anni ed è curiosa le scelta cromatica dei materiali: il bianco dell’intonaco, il rosso del mattone, il verde delle sagomature. Si posa la mano sulla maniglia, si spinge la porta e si entra in un luogo dopotutto sobrio nelle decorazioni ma ci si rende conto dell’ampiezza degli spazi.

Le pareti uniformi ed intonacate rimandano all’essenzialità degli ordini monastici, mentre le sottolineature rosso mattone degli archi e delle volte disegnano le linee strutturali gotiche della parte superiore. Anche all’interno, come da fuori, stile romanico e gotico s’intrecciano. Di tipico stile romanico, per esempio, sono la divisione a campate e l’abside completo di coro, in questo caso a pianta rettangolare. Il coro intarsiato nel XVI secolo è opera dell’intagliatore piemontese Pietro Sacca.

 Lo stile gotico che andava delineandosi in Francia fu portato da Parigi grazie alla convocazione a Vercelli di alcuni canonici, avvenuta appunto nei primi del 1200, quando era in programma la costruzione dell’abbazia.

Il tiburio e “l’uomo che sorride”

Tale costruzione è stata svolta a forma di croce latina commissa, in poche parole la basilica è stata disposta a lettera “T”. Possiede tre navate e sei campate. Il tiburio (struttura che copre la superficie curva della cupola) ha base ottagonale e termina con una volta ad otto spicchi. Curioso è il capitello con “l’uomo che sorride”, figura che non si è riusciti ad attribuire ad un preciso personaggio storico.

In alto la luce entra dalle finestre e dagli oculi. Più in basso si sviluppa invece una galleria con archi ciechi; in origine questa struttura fungeva da campanile, ma già nel  XV secolo a causa di problemi strutturali ne cessò l’uso e venne costruito un nuovo campanile all’esterno.

I simboli

Vari sono i simboli cristiani che si trovano sulle chiavi di volta: l’agnello di Dio, il drago alato, il leone, l’aquila. La cattedra dell’abate reca invece i simboli dell’autorità: una mitria (copricapo vescovile) ed un pastorale con una croce ad “x” e le iniziali di S. Andrea. Nello schienale dei sedili  sono raffigurati libri, oggetti sacri e profani, città e case, gabbie, frutta, la facciata di S. Andrea e vedute della Vercelli del ‘500, strumenti musicali ed un organo con canne. Il leggio del coro è in sacrestia, con intarsi alla base, del XVI secolo.

Le cappelle

Troviamo anche diverse cappelle:  nella prima a sinistra è contenuto un plastico della chiesa, nella seconda un crocifisso. Dalla parte opposta del presbiterio sono collocate una cappella dedicata alla Madonna, dove ritroviamo ancora una volta lo stile neogotico ottocentesco e la cappella in cui si trova il monumento di Tommaso Gallo, primo abate di Sant’Andrea.

L’arte non è sempre “rosa e fiori”

Luoghi come questi, che disegnano precisamente il quadro storico dell’epoca, ci offrono molta bellezza. Ma tutto ciò che è arte non è sempre “rosa e fiori”. Questo luogo di culto, ha subito infatti danneggiamenti a causa di guerre come l’assedio spagnolo della città di Vercelli, avvenuto nel 1617.

Il restauro

Nel 1818 si costituì una commissione per il restauro del complesso; nel corso di questi lavori si trovò un cofano da viaggio appartenente al cardinale Guala Bicchieri, all’oggi visibile al Museo civico d’arte antica di Torino. Altri interventi di restauro ci sono stati intorno agli anni trenta e sessanta del secolo scorso.

Vi consiglio..

Se la vostra prossima meta è Vercelli, una tappa a S. Andrea è assolutamente consigliata. https://www.comune.vercelli.it/ http://www.cittaecattedrali.it/it/bces/380-abbazia-di-sant-andrea