giovedì, Aprile 18, 2024

Reddito di salute per eliminare le disuguaglianze

Un’assistenza economica per dare la possibilità a tutti i cittadini, anche a quelli meno abbienti, di poter accedere alle cure mediche private. La Fondazione Farefuturo ha lanciato nei giorni scorsi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati, organizzato insieme a RBM Assicurazione Salute, la proposta di istituire un reddito di salute in alternativa o a integrazione del più noto reddito di cittadinanza che il Governo ha annunciato e sta per varare, ma le cui sorti sono ancora incerte. Il reddito di salute è stato pensato per dare un sostegno economico agli italiani che ricorrono alle cure mediche private pagando di tasca propria. 

Reddito di salute per garantire a tutti il diritto alla salute

Come ha annunciato a più riprese il ministro della salute Giulia Grillo, lo Stato in questo momento non ha le potenzialità, le strutture e il personale per poter rispondere a tutte le esigenze di cura. Basti pensare alle lunghe liste di attesa presso le Asl locali per fare degli esami diagnostici un po’ più complessi per capire l’esigenza di molti cittadini di rivolgersi, a proprie spese, a strutture private, che permettono diagnosi più veloci e tempestive. Secondo i dati rilevati dal VIII Rapporto RBM-Censis 2018, durante l’anno ancora in corso la spesa sanitaria privata è stata di circa 40 miliardi di euro. Circa il 58% di queste spese mediche sono state sostenute dagli oltre 23,7 milioni di persone affette da patologie croniche, insieme ai 2,5 milioni di persone non autosufficienti, per un totale che supera il 40% della popolazione. Secondo i dati Istat il costo medio annuo per spese mediche private sostenuto da ogni cittadino è di 655 euro. Anche ipotizzando che ognuno di questi cittadini porti in detrazione le spese mediche sostenute (pari al 19% della spesa), ciascun cittadino paga in media 530 euro per la propria salute. Questo importo è da sommare alle tasse pagate ogni anno dai cittadini per sostenere il Sistema sanitario nazionale, che ammonterebbero a circa 1883,79 euro. Una spesa enorme che oggi non tutti gli italiani si possono permettere. 

Reddito di salute: secondo pilastro per limare le disuguaglianze sociali

La salute non è un lusso, anzi la sua tutela è sancita proprio dalla nostra Carta Costituzionale. Eppure le maggiori evidenze di disuguaglianza sociale si vedono proprio nell’ambito delle cure mediche. “La spesa sanitaria di tasca propria (out of pocket)” hanno detto gli esperti riuniti dalla Fondazione Farefuturo “è la più grande forma di disuguaglianza in sanità, poiché mette i cittadini nella condizione di poter accedere alle cure solo in ragione della propria capacità reddituale. Tale fenomeno, che ormai rappresenta un elemento strutturale del sistema sanitario complessivo del nostro Paese, può essere normalizzato garantendo una dimensione sociale alla spesa sanitaria privata attraverso l’avvio anche in sanità di un secondo pilastro su base istituzionale, ovvero per tutti i cittadini”. 

Come funzionerebbe il reddito di salute

“Il reddito di salute potrebbe essere realizzato da subito e senza alcuna controindicazione” si legge in una nota della Fondazione Farefuturo “eventualmente anche attraverso un voucher di scopo con il quale finanziare un’assicurazione sociale integrativa, così come ad esempio già avviene da anni in Francia per tutti coloro che ancora non dispongono di una polizza o di un fondo sanitario”. La proposta di istituire un reddito di salute consisterebbe nel fornire una polizza sanitaria o un fondo sanitario integrativo per dare modo a tutti i cittadini di poter accedere alle cure mediche private laddove non riesce ad arrivare il Ssn. In questo modo la gestione della spesa sanitaria privata sarebbe affidata a un sistema collettivo di governance pubblica e gestione privata in grado, come sostengono i promotori della proposta “di assicurare una congiunzione tra le strutture sanitarie private (erogatori) e i cosiddetti ‘terzi paganti professionali’ (le forme sanitarie integrative appunto) con una funzionalizzazione della spesa privata alla tutela complessiva della salute”. Mettendo in moto questa forma sanitaria integrativa, con il reddito di salute o con voucher di scopo per l’assicurazione sociale integrativa, il cittadino si troverebbe a pagare poco più di 50 centesimi al giorno per le cure mediche pubbliche e private, con una riduzione dei costi sostenuti per le cure pagate di tasca propria di oltre il 50%. 

Dove reperire i fondi per il reddito di salute

Decidere di fornire una sorta di assicurazione sanitaria aggiuntiva per i cittadini comporta anche chiedersi dove poter reperire i fondi necessari. In merito hanno risposto gli esperti appartenenti alla Fondazione Farefuturo, sostenendo che una prima fonte di finanziamento potrebbe derivare dalla “riconversione del rimborso che lo Stato eroga per le detrazioni delle spese sanitarie”. Queste somme, infatti, potrebbero essere impiegate in modo più proficuo per finanziare l’avvio del reddito di salute, con risultati indiretti anche sul fronte delle entrate. Infine, i promotori di questa proposta sostengono che “si potrebbe puntare sui Fondi sociali europei dove si potrebbe recuperare una dotazione aggiuntiva compresa tra 7 e 10 miliardi”. 

Un primo passo verso il reddito di cittadinanza

Nell’attesa che vengano decise le sorti del tanto atteso reddito di cittadinanza, la Fondazione Farefuturo propone di iniziare ad alleggerire le spese sanitarie private per i cittadini, dando modo a tutti di avere la migliore assistenza sanitaria possibile. “In attesa di sapere quale sarà il modello del Reddito di Cittadinanza” ha detto alla Camera il presidente della Fondazione Farefuturo e senatore di Fdl, Adolfo Russo, “proponiamo di partire dal Reddito di Salute come primo gradino , a cominciare dalla base lavorativa (come è successo nel campo pensionistico) per poi estenderla a tutti. Data la scarsità di risorse invece di restringere la platea cui è destinato il Reddito di Cittadinanza, ne restringiamo l’ambito, partendo dalla salute, per dare risposta al problema vero del paese: le disuguaglianze”.

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