Pillon, le leggi di Dio e la mediazione
Eravamo molto preoccupati di avere davvero poche ansie, che finalmente spunta fuori un nuovo personaggio: il senatore Pillon. Entrato per caso nel “Governo del cambiamento” , non lo fa affatto in silenzio o con modi pacati, ma a gamba tesa e con un crocifisso alla mano per esorcizzare la nostra società e ripulirci da tutti i mali.
E’ vero anche che la maggior parte dello scontento lo ha creato comunicando le sue idee della “sua personale Italia”, ma queste sue idee hanno fatto si che il disegno di legge (DDL n.735) di cui Pillon è primo firmatario, ha allarmato la maggior parte della popolazione e le associazioni varie.
Il disegno di legge è relativo alla riforma della disciplina di separazioni e affidi dei minori; ha iniziato il 7 agosto il suo lungo iter parlamentare, dove verrà analizzato, discusso, emendato. Finora si sono ben delineati degli schieramenti netti, dove veramente in pochi si dichiarano a favore del Ddl Pillon (favorevoli difficili da reperire).
Addirittura anche il Forum delle Associazioni Famigliari, la piattaforma più rappresentativa di associazionismo familiare in Italia, nel cui consiglio direttivo fu eletto nel 2012 lo stesso Pillon, si dice contraria al Ddl pronunciandosi: “Le leggi sulla famiglia che non tengono conto delle voci che arrivano dal Paese reale, sono destinate a produrre disastri”… e le voci di popolo sono di rabbia e indignazione.
Quello che è lampante nel succitato Ddl è che gli Istituti di Mediazione ne trarranno certamente beneficio (compreso quello del Senatore Pillon) esautorando i Giudici, e inoltre tutto il Disegno di Legge così come stilato è potenzialmente applicabile alle famiglie con reddito alto, quindi con un patrimonio che consente idonee e separate abitazioni personali e non ai genitori con redditi bassi o ancor peggio privi di patrimonio, ai quali normalmente la separazione conduce a significative difficoltà economiche per reperire un alloggio alternativo anche solo per sé stessi, figuriamoci per un figlio o più figli “obbligatoriamente nomadi”.
Sostanzialmente non influisce sulle famiglie ad alto reddito che affrontano la separazione senza litigi se non obbligando il minore al cambio di babysitter ogni quindici giorni, peggiora la situazione di famiglia monoreddito o a reddito quasi nullo aumentandone anche la litigiosità dovendosi spartire il nulla e ignora del tutto le famiglie che si dissolvono a causa della violenza. Inoltre ignora del tutto anche che, l’affido congiunto in caso di separazione è già previsto! (“La modifica dell’articolo 155 del codice civile, a seguito dell’entrata in vigore della Legge 8 Febbraio 2006 n. 54, ha introdotto come principio cardine, in materia di affidamento dei minori a seguito di separazione personale dei coniugi, il cosiddetto “affidamento congiunto”.
La norma si riferisce espressamente alla valutazione prioritaria circa la possibilità di un affidamento condiviso, che il giudice deve effettuare al momento dell’emissione dei provvedimenti di cui al secondo comma dell’articolo 155 c.c.”)
Il DDL fa pensare che chi ha redatto il testo sia completamente decontestualizzato e non tenga conto di cosa accade nei tribunali, nei territori e soprattutto tra le mura domestiche, ma evento ancor più disastroso è rappresentato dalla moltitudine di dichiarazioni assurde antiquate e irrispettose e inumane del “discepolo” leghista, cresciuto probabilmente a vangelo e “la casa nella prateria”.
Dalle sue dichiarazioni, pillole di saggezza ingerenti:
Sulla conversione delle pecorelle smarrite:
«Sono convinto che noi italiani siamo tutti imbevuti di valori cristiani….In ogni caso porterò convintamente avanti il programma della Lega, che è stato scritto partendo dalla dottrina sociale della Chiesa».
Sui gender:
«È antiumana perché mira ad eliminare l’identità delle persone, trasformandole in esseri indeterminati e dunque fragilissimi. La prima delle nostre identità è quella sessuale. Poi quella personale, poi quella familiare, poi quella linguistica e culturale e via via le altre che ci caratterizzano come persone. Crescere i nostri figli senza identità significa commettere su di loro il peggiore degli abusi. Si tratta – come dice il Santo Padre – di una terribile colonizzazione culturale cui – è sempre lui a dirlo – dobbiamo andare “contro”».
Sulle Unioni Civili e DAT:
«Le unioni civili hanno trasformato la famiglia naturale in una delle possibili e infinite forme di famiglia. Dunque se tutto è famiglia, niente è famiglia. Inoltre questa legge iniqua e pericolosa ha aperto la strada all’adozione gay e alla barbara pratica dell’utero in affitto. Dobbiamo assolutamente cancellarla. I bambini hanno diritto a mamma e papà. Lo stesso dicasi per le DAT, che hanno di fatto legalizzato l’eutanasia. Come è possibile ritenere che un bicchiere d’acqua o un cucchiaio di miele siano da considerarsi “trattamenti terapeutici”?».
L’intervista integrale è qui
In altre interviste su La Stampa:
«La libertà di scelta ce l’hai prima di concepire una vita. Poi c’è il diritto di un innocente di venire al mondo>>………«Purtroppo oggi non ci sono ci sono i numeri in Parlamento, mancano le condizioni politiche, ma ci sono le condizioni per applicare la prima parte della 194, puntando all’obiettivo “aborti zero“».
«Vorrei introdurre in Italia il convenant marriage americano: una forma di matrimonio indissolubile».
In altre interviste prese a caso dalla rete, ma ognuna verificabile, dichiara:
“Un ragazzo ha il diritto di avere una madre e un padre. Non farei prove di ingegneria sociale“.
Quanto all’utero in affitto, per il politico : “è roba da ricchi che fa parte di quella che io chiamo antropologia individualista”.
“Nel programma della Lega si parla di riscoperta delle radici giudeo-cristiane, di sostegno alla natalità, di lotta all’inverno demografico e si promette il più ferreo impegno contro adozione gay, utero in affitto e altre politiche di dissoluzione della famiglia.
“Gli uomini e le donne non sanno più chi sono…… Oggi ognuno vive per sé……….. Siamo aridi e sterili, incapaci di dare. L’unico antidoto all’egoismo è la famiglia.”
“Non possiamo fare la fine della Svezia, in cui gli abitanti vivono ormai tutti da soli e con tassi di suicidio da record (leggenda metropolitana superata e poi la Svezia è tra i paesi più democratici e felici del mondo!). Non possiamo finire come il Canada o la Gran Bretagna, dove il gender ha ormai pervaso la società (società in cui molti italiani decidono di trasferirsi e stabilirsi). Non possiamo neppure finire come la Francia, dove le politiche per la natalità avulse dalle politiche familiari hanno generato figli orfani di padre dalla nascita.
“Dobbiamo ritrovare l’essenza della nostra cultura italiana e cioè la cultura della famiglia, la cultura della vita, la cultura delle relazioni gratuite e oblative, vera e “felice eccezione italiana” come celebrata dal Santo Papa Giovanni Paolo II. Mi sono alzato in piedi per difendere tutto questo.”
In molti credono che si possa tranquillamente rimettere seduto!!!
La sua visione religiosa della vita degli italiani poteva esporla nel secolo scorso. La famiglia è cambiata, le persone sono cambiate, la società è cambiata e la politica anche. La politica sempre in peggio.
Voler trasformare uno Stato laico quale l’Italia è, in un Stato a misura del suo credo è inammissibile; ciò significa dare alle donne specialmente, il ruolo di sottomesse alla famiglia e ai bambini dare una vita fatta di proporzionalità e non di soddisfacimento. Agli uomini il potere della moneta.
Al Sen Pillon non è pervenuto che in Italia solo una donna su tre, con prole, ha un lavoro e aggiungerei pagato meno del collega maschile; le violenze contro le donne più facilmente continueranno, i conflitti esploderanno tra i separati in casa, e chi ci rimetterà? I bambini sempre meno sereni, e le madri e i padri più responsabili.
Nel supportare il ruolo della vittima maschio alfa, non sa che al momento della separazione il problema investe tutti non solo il padre allontanato dalla famiglia e costretto a versare un assegno di mantenimento ad una ex moglie che per come lo Stato ha supportato la famiglia ha dovuto scegliere tra carriera e casa.
Ancora ignora che le donne italiane non gli consentiranno di toccare la legge sull’aborto tanto faticosamente conquistata e neanche la sua omofobia può vincere sulle coppie gay e il loro desiderio di “ingegneria sociale” come lui chiama il desiderio di famiglia fuori dalla sua visione….
Il Senatore Pillon ignora che la società che lui e la sua Chiesa vogliono trasformare, non vuole avverare i suoi desideri e tantomeno placare le sue fobie isteriche.