giovedì, Marzo 28, 2024

Nel regno degli incompresi

Quando la cultura non è in grado di attirare verso di se gli stessi fautori che dovrebbero promuoverla, il caos politico, musicale, sociale, allontana una parte di mondo, che trova riparo in un altro spazio terreno, diventando regno…degli incompresi.

Comici, rapper, politici, sono in tanti a popolarlo e a renderlo più raggiungibile, accessibile, forse più accogliente, paradossalmente più tollerante, perché privo di un puntuale e minuzioso senso critico, della precisione e della correttezza dei contenuti, troppo carichi di significati per gente che non ha tempo da perdere per l’approfondimento, per la conoscenza, per la ricerca, per le ragioni, per la riproposizione, per l’esemplificazione.

Lì non c’è la reale necessità, non serve l’osservazione come è normalmente intesa, basta una rima, basta speculare sulle abitudini del mondo reale; dove gli altri si sforzano di capire ciò che circonda loro, essi seguono solo la simbologia, parlano una lingua diversa, incuranti dell’errore, o di un’interpretazione che potrebbe metterli in soggezione.

Basta condividere quella sana ignoranza, quella sottile tristezza, per riconoscersi simili, odorarsi senza paura e credere che sia un destino inevitabile per quella colonia di pencolanti in quel regno.

La decadenza della conoscenza l’ha costruito, speculando sulla bontà delle ricchezze culturali ed oggi assistiamo inermi ai cori di ignoranza che invadono il nostro ambiente, alzano la voce, non il volume, gridano vendetta senza armi, con quella solitudine che li rende sempre più deboli ed inefficaci.

Semmai torneranno indietro capiranno il valore del confronto, della scrittura, della curiosità, della bellezza musicale, dello studio; lì fortunatamente ci saranno ancora insegnanti, musicisti, professionisti veri ad attenderli.

Quel giorno capiranno che hanno sbagliato percorso; dopo aver speso troppo tempo e denaro in quel regno, forse potranno ancora dimenticare quella lingua, quelle regole di comportamento, quella musica e rendersi finalmente conto di aver vissuto solo un brutto sogno.

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