venerdì, Aprile 19, 2024

Le tradizioni del Capodanno e della Vigilia dai romani ad oggi!!!

Festeggiare il nuovo anno è una lunga tradizione che parte dall’Imperatore Cesare fino ai nostri giorni!

Il Capodanno ormai è entrato nella sfera delle feste consumistiche, ma ci si è mai chiesto da dove ha avuto origine?!

In questo articolo si esploreranno le varie ere, e le usanze ad esse correlate, riguardo il festeggiamento del nuovo anno. Infatti per Capodanno si intende il 1° gennaio e non, come sempre più spesso accade, il 31 dicembre che è la vigilia.

I Romani e i doni di cappodanno!

Dio Giano

La festa di inizio anno nuovo fu istituita quando l’Imperatore Giulio Cesare,
nel 46 a.c., creò il “calendario Giuliano“, che stabiliva che l’inizio dell’anno nuovo cadesse il primo gennaio.

In questo giorno gli antichi romani usavano invitare i propri amici ad un banchetto donando loro un vaso bianco contenente miele, datteri e fichi, il tutto accompagnato da ramoscelli d’alloro, detti strenne, come augurio di fortuna e felicità.
I rami venivano staccati da un boschetto della via sacra che portava ad un bosco dedicato alla dea di origine sabina, Strenia, sul Monte Velia. Era ritenuata apportatrice di fortuna e felicità.
Solo nel 1582 il 1° gennaio fu istituito internazionalmente come primo giorno dell’anno. Il calendario prese il nome di “Calendario Gregoriano” da Papa Gregorio XIII .

Medioevo (dal 500 DC al 1500 DC)

Banchetto meidevale

In questo periodo la data del capodanno veniva festeggiata, nei diversi paesi d’Europa, in giorni diversi, ed alcune di queste date sono sopravvissute al Medievo. In alcune zone si è mantenuata anche dopo l’istituzione del Calendario Gregoriano.

In Inghilterra ed in Irlanda, dal XII secolo fino al 1752, il capodanno si celebrava il 25 marzo (giorno dell’Incarnazione); in Spagna, invece, il cambio dell’anno era il 25 dicembre.
In Francia fino al 1564 il Capodanno veniva festeggiato nella domenica di Resurrezione.
Feste e celebrazioni venivano contornate da banchetti abbondanti con carne, vegetali e frutta.

Il Capodanno ai Tempi Moderni

Arriviamo al Capodanno per come lo intendiamo oggi, o meglio, come lo si intendeva tra il 1800/1900. Le leggende e riti propiziatori (alcuni sono antichi retaggi medievali) che ancora oggi restano insite nella nostra cultura moderna.
In Abruzzo, a Pettorano sul Gizio, la leggenda vuole che a mezzanotte in punto, il fiume arresti il suo corso, diventi d’oro, per poi tornare alla sua forma originaria.
Altra tradizione, o superstizione: allo scoccare della mezzanotte si deve salutare la prima persona che si incontra per strada, se è un vecchio o un gobbo è di buon augurio, ma se si incontrerà un bambino o un prete l’anno non sarà favorevole.

Sempre in Abruzzo, a Capodanno, una leggenda dice che per avere prosperità e trovarsi a buon punto in tutti gli altri giorni dell’anno, bisogna fare più faccende domestiche possibili.

Mentre in molte regioni ci si riposa perchè “Chi lavora a Capodanno lavora tutto l’anno“.

A Roma, come a Napoli, si usa, alle 00:00, lanciare i cocci come a voler buttare via la negatività. Questa usanza però è stata ridotta, se non eliminata, perchè è una pratica piuttosto pericolosa, visto che “i cocci” venivano buttati dalla finestra. Il problema infatti non erano solo i cocci, ma anche elettrodomestici più o meno grandi, che hanno causato diversi feriti ed anche vittime. Si può vedere questo, ad esempio, nella scena del Capodanno di Fantozzi, dove buttano giù di tutto.

Il bacio sotto il vischio!!

Druido su una pianta di vischio

Questa è un’antica tradizione che non ha nulla a che fare con le nostre, ma deriva dal popolo celtico.
I Druidi, che, per farla breve e senza appesantire il discorso, sono i sacerdoti dei popoli del nord, attribuivano un grande potere a questa pianta perchè, secondo le loro credenze, aveva dei grandi poteri contro gli spiriti negativi.
Secondo i celti, un altro grande prodigio di questa pianta è il potere anti-infertilità.
Quindi un bacio sotto il vischio, o tenerlo appenderlo fuori dalla porta, sono considerati come un rituale di buon auspicio.

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