venerdì, Aprile 19, 2024

Judas Priest: Firenze Rocks 2018. grande performance per poco tempo

I Judas Priest, le leggende del metal, aprono agli Avenged Sevenfold…i fan insorgono

 

 

 

 

I britannici Judas Priest si sono esibiti domenica 17 giugno alla Visarno Arena per il Firenze Rocks.

Fin da quando uscì il running order molti fan della storica band si sono letteralmente imbizzarriti, il problema è stato che i Judas Priest sono stati “relegati” come terzultimo gruppo che, invece di aprire lo show di Ozzy Osbourne, ha fatto da apripista alla band ‘moderna’ Avenged Sevenfold.

Il motivo di tale malcontento verso questa decisione è dato dal fatto che i Priest sono la storia del metal e, seppur le vendite non avessero superato quelle della musica moderna, il lavoro fatto in precedenza e la fama guadagnata andavano rispettati.

Judas Priest - Picture Foto Max di Rutigliano Max
Judas Priest – Picture of Foto Max di Rutigliano Max

Altra nota che non è molto piaciuta è il fatto che, una volta saliti sul palco, gli Avenged Sevenfold hanno fatto, maldestramente, una dedica ai Judas Priest, che è risultata quasi uno sbeffeggiamento.

Il concerto della band di Birmingham inizia, come si suol dire, col botto, parte Firepower, traccia omonima dell’album. Quando la canzone è partita sembrava fosse esploso qualcosa; un boato, un suono chiaro, duro e metallico. Un suono 100% Priest.

Ad aprire la loro esibizione è stata “sparata a palla” Walk dei Pantera.

Rob Halford, con il suo stile inimitabile, mantiene alto l’onore della sua fama e quella della band, una voce chiara, pulita e potente, nessun cedimento, nessun tipo di tentennamento, lui con la sua giacca di pelle argentata con le frange, gli occhiali da sole, guanti di pelle nera e la sua mimica.

Un immenso artista con altrettanto grandi musicisti al seguito.

La scaletta purtroppo è stata privata di super classici come Breaking the Law, Metal Gods e Living After Midnight.

Altri successi come Turbo Lover e Painkiller (che ha chiuso il concerto) sono stati eseguiti, anche egregiamente.

Rob Halford sul maxi schermo
Rob Halford sul maxi schermo

La professionalità che li contraddistingue sta nel fatto di aver svolto il proprio lavoro senza portare rancore, almeno non si notava, e facendo divertire e scatenare i propri fan.

Una grande dote di questa band è stata l’umiltà nel chiedere scusa ai propri fan, tramite una Insta Story, su Instagram per l’appunto, per non aver potuto eseguire una scaletta più nutrita di grandi successi.

Si sono sentiti in ‘difetto’ verso i propri seguaci e hanno promesso di tornare in Italia, e questa volta da headliner.

Inutile dire che la magnificenza di una band si mostra anche tramite piccoli gesti naturali come questo.

Restiamo in attesa di altre notizie del gruppo, riguardanti altri concerti, che potrebbero fare nel nostro bel paese.

Setlist:

  • Firepower
  • Grinder
  • Sinner
  • lightning Strike
  • Bloodstone
  • Turbo Lover
  • Tyrant
  • FreeWheel Burning
  • You’ve Got Another Thing Comin’
  • Hell Bent for Leather
  • Painkiller

 

“We hold each other closer, as we shift to overdrive
And everything goes rushing by, with every nerve alive
We move so fast it seems as though we’ve taken to the sky
Love machines in harmony, we hear the engines cry.”
(Turbo Lover)

 

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