giovedì, Aprile 18, 2024

Istat: In Italia il gap stipendi è fra i più bassi d’Europa

In Italia il gap di stipendi fra uomini e donne è il minore d’Europa. A rilevarlo Eurostat, l’Istat.

Le donne guadagnano meno degli uomini in tutta Ue, ma in Italia il gap è decisamente minore. “Nel 2015, le donne hanno guadagnato il 16,3% in meno degli uomini nell’Ue, se si confronta la retribuzione lorda oraria media”.Le differenze più ampie in Estonia (26,9%), Repubblica Ceca (22,5%) e Germania (22,0%); quelle minori in Italia a pari merito con il Lussemburgo (al 5,5%), Romania (5,8%) e Belgio (6,5%).

A rilevarlo è una pubblicazione Eurostat, diffusa dall’Istat: “La vita delle donne e degli uomini in Europa- Un ritratto statistico”.La pubblicazione digitale presenta un confronto tra le donne e gli uomini nella loro vita quotidiana, mostrando anche in cosa si assomiglia o differisce la vita quotidiana degli uomini e delle donne nei paesi europei.

La pubblicazione è composta da tre capitoli:

Vivere, crescere, invecchiare… : questo capitolo si sofferma sulla demografia e la salute, riportando ad esempio i dati sulla speranza di vita, su madri e padri single e su come percepiamo la nostra salute. Il capitolo evidenzia inoltre che, nonostante le differenze, sia le donne che gli uomini in Europa sono soddisfatti della propria vita in modo analogo.

Apprendere, lavorare, guadagnare… : questo capitolo presenta i dati sui livelli d’istruzione, la conciliazione di vita familiare e lavoro, il lavoro part-time e a tempo pieno, il divario retributivo di genere, i manager donne e uomini, etc. Evidenzia non solo le differenze strutturali, ma anche le diseguaglianze tra donne e uomini.

Mangiare, acquistare, navigare, socializzare… : questa parte riguarda le abitudini alimentari e sociali, lo svago e le attività online, compresi per esempio i dati sul consumo di alcol e sul fumo, l’indice di massa corporea, la frequentazione del cinema, l’utilizzo dei social network e gli acquisti online. La parte finale è dedicata alla cura dei figli, lavori domestici e cucina.

Il secondo capitolo, “Apprendere, lavorare, guadagnare”  è suddiviso rispettivamente in quattro paragrafi: Istruzioni, Carriera,Percorso lavorativo,Reddito. Nella sezione “Reddito” si legge ” Le donne guadagnano in media il 16 % in meno degli uomini. Parte delle differenze di retribuzione si possono spiegare con le caratteristiche individuali delle donne e degli uomini occupati (per es. esperienza e istruzione) e con la segregazione di genere a livello occupazionale (per es. ci sono più uomini che donne in alcuni settori/occupazioni con retribuzioni mediamente più alte rispetto ad altri settori/occupazioni). Di conseguenza il divario retributivo è legato a svariati fattori culturali, legali, sociali ed economici che vanno molto oltre la mera questione di un’uguale retribuzione per un uguale lavoro.Nel confronto sulla paga oraria delle diverse professioni, nel 2014 le donne hanno guadagnato in media meno degli uomini nell’Unione europea in tutti i nove gruppi di professioni elencati. Questo è accaduto in tutti gli Stati membri, con pochissime eccezioni. La professione che ha registrato le differenze più ampie nella paga oraria (23% più bassi per le donne che per gli uomini) è quella dei manager. Le differenze minori si sono osservate nei lavori impiegatizi (impiegati d’ufficio, segretarie ecc.) e per i lavoratori dei servizi e del commercio (entrambi inferiori dell’8%), due delle professioni con i salari più bassi.

La ricerca ha rilevato anche che un terzo dei manager nell’Ue sono donne. “In campo lavorativo, gli uomini occupano generalmente posizioni più elevate delle donne. Per esempio, un terzo (33 %) dei manager nell’Ue nel 2016 erano donne. La percentuale di donne in questa posizione non supera il 50 % in nessuno degli Stati membri: la quota maggiore si osserva in Lettonia (47 %), Polonia e Slovenia (entrambe 41 %), Lituania, Ungheria e Svezia (tutti al 39 %). All’opposto, le percentuali più basse si trovano in Lussemburgo (18 %), nella Repubblica Ceca, nei Paesi Bassi e in Grecia (tutti al 25 %)”.

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