Chi fu veramente “LaGioconda” di Leonardo?
La Gioconda opera dell’ illustre maestro Leonardo Da Vinci è uno dei dipinti più celebri al mondo.
La prima informazione utile che abbiamo ce la fornisce lo storico e pittore Giorgio Vasari in quanto la donna apparterebbe ad un rango aristocratico fiorentino e che fu la moglie di Francesco il Giocondo, il cui nome era Lisa Gherardini e che secondo lo stesso aveva commissionato il dipinto a Leonardo intorno i primi anni del ‘500, quello che poi si rileva però è che non fu mai riscosso dal committente.
Da questa ipotesi del Vasari si sono sollevati molti dubbi da parte degli storici ma non si esclude del tutto per via di uno studio sulla radiografia del quadro effettuata al laboratorio del Louvre nel 1911 dove si è rilevato che sotto quello che oggi è il dipinto attuale si trovasse una bozza di un volto con rilevanze abbastanza differenti della donna che oggi vediamo ritratta.
Questo potrebbe richiamare a un’ altra ipotesi datata almeno dieci anni dopo della datazione originale dell’opera e che è stata anch’essa lasciata scritta da testimonianze storiche che trattano per l’appunto di una commissione di un quadro richiedente una donna raffigurata da parte di Giuliano De medici all’epoca protettore di Leonardo.
La donna che era stata richiesta dal Duca di Nemours era una gentildonna della corte di Urbino morta di parto avendogli dato alla luce un figlio, il cui nome era Pacifica Brandani che si suppone che Leonardo avesse conosciuto nel suo periodo di permanenza nella suddetta corte, dipinto che per giunta non fu mai riscosso per la morte prematura di Giuliano.
La richiesta inoltre si suppone sia stata scaturita dall’interrogativo posto dal figlio Ippolito al padre Giuliano , che lo interrogava per l’appunto di chi fosse la madre.
Da queste due ipotesi storiche rilevanti che pongono l’interrogativi sull’origine della commissione e della realizzazione del quadro rinascimentale emergono nell’ immaginario soggettivo anche molti lati caratteriali e professionali di Leonardo che potrebbero essere collegati in qualche modo all’origine di questo dipinto.
Difatti l’artista era famoso per aver lasciato molte delle sue opere incompiute, che poi in futuro qualcuna l’abbia potuta riprendere non ci è dato saperlo, ma quello che sappiamo e che lo sfondo del quadro è prettamente fiorentino come dimostrano le bozze degli studi di Leonardo sui paesaggi che ritraggono l’Arno precisamente dalle colline di Arezzo.
Inoltre c’è da dire anche che Pacifica Brandani la donna richiesta da Giuliano De medicì era già deceduta al momento della commissione e quello che viene spontaneo pensare e che Leonardo avrebbe potuto realizzare l’opera ricorrendo alle sue abilità caratteristiche nella ricostruzione dei volti e della sua memoria visto che aveva soggiornato alla corte di Urbino precedentemente.
Questo ci porta anche a supporre che l’espressione enigmatica della donna potrebbe altresi assomigliare e richiamare una madre che vive il proprio figlio con grazia, peraltro lo dimostrerebbe anche il velo che indossa che simboleggiava la maternità.
C’è da aggiungere inoltre che la questione postagli all’artista avrebbe potuto anche scaturire in lui un apporto di grande astrazione di realizzazione basato sulla propria sensibilità al tema , visto che anche lo stesso era stato allontanato prematuramente dalla propria madre alla nascita.
In conclusione potremmo dire che queste ipotesi aggiuntive unite a quelle fornite dagli storici collegate tra loro senza escluderne alcuna ci conducano ad un unica ipotesi quella di un quadro iniziato con un intento al ritratto di Lisa Gherardini per poi venire iscritto all’ inventario come”La Gioconda” ma poi dato la sua mancata realizzazione sia stato rimaneggiato e terminato con intenzioni diverse inerenti alla commissione antecedente e ispirato quindi più verso la persona di Pacifica Brandani anche se c’è certamente da dire che l’immenso universo meraviglioso e fantasioso di Leonardo da vinci abbia dato un apporto grandioso alla realizzazione di questa straordinaria opera.