Il grafismo e lo sviluppo cognitivo nella prima infanzia.

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Con questo disegno il bambino cerca di esprimere le dinamiche familiari , come si colloca e che ruolo ha in famiglia; in base alla vicinanza o la lontananza dai componenti indica se vi è un’interazione positiva o negativa con quest’ultimi; l’omissione di alcuni membri può indicare conflittualità e quindi il suo inconscio rimuove il personaggio stesso; la valorizzazione di un personaggio della famiglia può indicare invece una maggiore interazione con esso, di contro una svalorizzazione di un membro può indicare poca interazione e conflitti non risolti.

Lo sviluppo emotivo del bambino avviene attraverso la creatività che fin da subito si esprime con il gioco ma anche con la rappresentazione grafica. La vita emotiva si esprime così fin da subito ed è logico ritenere che essa sarà la riserva potenziale ed il punto di partenza di quella che sarà la sua vita sentimentale. Piaget (1896-1980) psicologo, biologo e pedagogista studioso della formazione della struttura dei processi cognitivi che avvengono fin dall’infanzia, scoprì come l’aspetto conoscitivo di ogni individuo è indissolubilmente legato allo sviluppo affettivo e questa relazione, viene costantemente espressa dal bambino attraverso l’espressione della sua emotività e quella della sua creatività che oltre il gioco, comprende fin dal compimento del secondo anno di vita anche l’espressione grafica. La rappresentazione grafica anche degli scarabocchi incomprensibili che di solito il bambino produce tra i 2 ed i 3 anni nasce dall’osservazione degli oggetti. Il bambino quando osserva un oggetto, cerca di trarre da esso delle informazioni, mentre l’adulto cerca il godimento estetico della sua forma; anche se nel bambino è presente già tale godimento, esso è assai superficiale. Per il bambino, tradurre sentimenti e sensazioni è un’esigenza che va ben oltre la semplice rappresentazione degli oggetti.

Luquet, psicologo dello sviluppo come Piaget, differisce tra realismo intellettuale e realismo visivo per mettere in luce un semplicissimo fatto: il disegno può essere considerato come un procedimento che permette di rappresentare oggetti sia secondo la conoscenza che ne abbiamo sia secondo l’aspetto che offrono i nostri occhi: in sostanza e questo è un principio importante, prima avviene un realismo intellettuale ovvero una rappresentazione mentale, emotiva, un’idea che si ha dell’oggetto e poi segue quella che è la rappresentazione reale (ad esempio gli scarabocchi incomprensibili dei bambini che pur non essendo identificabili per loro rappresentano comunque qualcosa tanto è vero che dai primi scarabocchi essi ricavano molta soddisfazione). Questo fenomeno chiamato realismo intellettuale, è comunque soggetto a continue trasformazioni che vanno di pari passo con lo sviluppo cognitivo che permette al sistema occhio-mano di migliorare le performances in maniera notevole nel corso del tempo (3-6 anni).

Il bambino disegna per divertirsi e il disegno è un gioco come un altro ma esso è l’attività grafica più importante perché attraverso di esso si delineeranno le caratteristiche della sua personalità. Esso rimane l’unico vero strumento di osservazione, che sia gli operatori scolastici, sia la famiglia che gli educatori, i pedagogisti e gli psicologi, hanno a disposizione per l’osservazione e l’intervento da attuare durante le tappe evolutive.  Veder emergere forme organizzate negli “sgorbi” dei bambini, equivale ad assistere ad uno dei miracoli della natura: il cerchio è la prima forma organizzata che emerge dagli scarabocchi. Gli psicologi freudiani credono che quel cerchio rappresenti il seno materno, per altri invece sono il Sole e la Luna. All’inizio il bambino ricorre ad una forma circolare per rappresentare qualsiasi oggetto: una figura umana, una casa, un libro etc. Poco dopo arriva la linea retta che introduce l’idea di direzione e conseguentemente il bambino giunge all’angolo retto (l’angolo più semplice). Il bambino, partendo dalla più primitiva rappresentazione della figura umana sotto forma di cerchio, inizia ad aggiungere linee rette e forme oblunghe. La costruzione dell’intera figura umana sarà possibile grazie alla combinazione di varie figure semplici.

La Gestalt sostiene che pian, piano l’occhio familiarizza con la forma complessa risultante dalla combinazione di elementi più semplici finché diventa capace di concepire il tutto come unità. Si noti che allo stato dello scarabocchio la mano del bambino oscilla ritmicamente e non si solleva dal foglio, man mano che si sviluppano forme visualmente controllate egli inizia a disegnare unità separate (il viso, il busto, le gambe etc.). In questa fase si sviluppano i cosiddetti tapdoles cioè le errate interpretazioni delle figure come ad esempio il comunissimo atto di tralasciare completamente il tronco di un corpo e attaccare arbitrariamente gambe e braccia alla testa: questo stadio avviene tra i 3 ed i 4 anni e si definisce “stadio girino”. Il cerchio continua anche a questa età ad essere una forma privilegiata e che offre sicurezza (anche se abbozzato in forma ovoidale). L’angolo acuto significa un’intenzione bellicosa o pericolosità. Il sole indica una figura rassicurante e potente. Anche la casa rappresenta sicurezza e soddisfazione dei bisogni elementari. La strada è spesso un prolungamento della porta e le strade che s’incrociano in tutti i sensi o non conducono in alcun luogo, indicano un possibile abbandono subito dal bambino. La testa rappresenta il centro dell’io e del controllo degli impulsi. I bambini che rappresentano teste grandi possono essere paranoici o depressi. I bambini che rappresentano il profilo di una faccia tendono all’aggressività. L’espressione del volto corrisponde allo stato emozionale del bambino: odio, paura, aggressività, dolcezza e serenità.

La bocca ha un doppio significato alimentare ed erotico. Una bocca chiusa lineare rappresenta uno stato di tensione. Una bocca grossa e dura può rappresentare aggressività mentre un orifizio circolare indica uno stato di dipendenza. I bambini paranoici ma anche quelli avidi di sapere disegnano le orecchie. I capelli ed i peli sono un attributo sessuale che acquisirà molta importanza nei disegni dell’età puberale. Allungare smisuratamente il collo significa spesso una incapacità di controllo sugli impulsi mentre i bambini imbronciati e quelli troppo seguiti tendono a disegnare un collo di un certo spessore. Man mano che si cresce divengono fondamentali quindi spazio e proporzioni.  Con l’articolarsi dell’intelligenza quindi i bambini acquisiscono complessità che indica sviluppo cognitivo. E’ da ricordare che lo sviluppo del bambino è il risultato di un’azione combinata tra più fattori tra i quali spiccano per importanza la corretta maturazione nervosa e l’apprendimento. Un sano ed armonico sviluppo del bambino è il risultato di un’interazione tra fattori biofisiologici e fattori ambientali e tra questi ultimi oltre le cure principali da parte dei familiari, è importante la qualità dell’alimentazione infatti, è stato riscontrato che nei paesi più poveri non solo lo sviluppo fisico è più lento ma anche quello della parola e quindi quello grafico. Attenzione ai bambini che si rifiutano sempre di disegnare fino ai 6 anni perché la loro inibizione è spesso conseguenza di un trauma…perché in fondo essere creativi significa avere la sensazione che la vita valga la pena di essere vissuta. L’elaborazione del sistema grafico è parallela all’evoluzione psicologica e il disegno esprime stati d’animo che possono essere passeggeri ma anche profondi o addirittura costitutivi del sistema cognitivo e psicologico.

Silvia d’Amanzo